Zibaldone finanziario - Perché sono scettico sul Mercato Alternativo del Capitale (MAC)
Confesso di essere piuttosto scettico sulle possibilità di un travolgente successo del MAC (il Mercato Alternativo del Capitale) sulla base della mia comprensione dei suoi regolamenti e delle attitudini degli intermediari e degli investitori italiani.
di La redazione di Soldionline 11 set 2007 ore 14:24
Il MAC è un sistema di scambi organizzati di azioni riservato agli investitori professionali, in cui saranno 'quotati' titoli di piccole e medie aziende, con procedure semplificate e meno costose di quelle dei mercati regolamentati tradizionali.
Come ricorda il sito del MAC, 'il MAC s'ispira all'esperienza di successo dell'Alternative Investment Market (AIM) di Londra, dove oggi sono quotate oltre 1.600 società.
Il MAC, come l'AIM, si rivolge alle PMI e prevede regole semplificate per l'accesso. Entrambi sono Sistemi di Scambi Organizzati. Il MAC, a differenza dell'AIM, si rivolge ai soli investitori professionali, soci ideali per le PMI'
È in questa differenza che risiede una delle principali ragioni del mio scetticismo. Gli intermediari finanziari italiani, specialmente le banche, si sono storicamente dimostrati molto abili nello scaricare i rischi della loro attività caratteristica sugli investitori privati e tipicamente individuali. Questa massa di manovra viene a mancare col MAC. Non è un fenomeno esclusivamente italiano: la cartolarizzazione dei mutui ipotecari operata dalle banche statunitensi ha rappresentato una clamorosa forma di scarico del rischio della loro gestione caratteristica (la selezione e gestione del rischio creditizio). In Italia i casi delle obbligazioni Cirio, Parmalat, ecc. hanno rappresentato esempi di questa strategia dello scarico dei rischi.
Se il mercato MAC si rivolge 'solo'a fondi comuni e pensione, assicurazioni, fondazioni, ecc., la capienza d'investimento sarà di certo ridotta. Qualche fondo specializzato verrà di certo costituito, ma saranno prodotti di supernicchia che dovranno vedersela con la liquidabilità giornaliera delle quote. Ma è molto difficile ipotizzare un mercato di fitte negoziazioni alimentato dai prevalenti capitali di proprietà degli investitori istituzionali.
Non che io contesti l'opportunità di tenere gli investitori non professionali fuori dal MAC (sono d'accordissimo), ma non mi pare che il nostro Paese - un Paese di grandi intermediari e piccoli investitori - esprima investitori istituzionali disponibili ad investire massicciamente con capitali propri su piccole aziende dalla limitata liquidità, a meno che questo mercato non offra generosi sconti rispetto alle aziende comparabili quotate sui mercati maggiori. Soprattutto se i settori d'appartenenza delle società saranno molto tradizionali.
Ma, allora, sarà così conveniente per gli imprenditori?
Paolo Sassetti
Leggi tutti gli Articoli