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Zibaldone finanziario - Miti e demitizzazioni della Mifid (e le foglie di fico del sistema sulle "vergogne" dei conflitti di interesse)

L’intermediazione finanziaria è popolata da luoghi comuni, credenze, dogmi, opinioni dominanti mai dimostrate che, talvolta, pur dall’apparenza innocui, in realtà determinano...

di La redazione di Soldionline 18 set 2007 ore 14:10

L'intermediazione finanziaria è popolata da luoghi comuni, credenze, dogmi, opinioni dominanti mai dimostrate che, talvolta, pur dall'apparenza innocui, in realtà determinano un forte impatto sugli equilibri 'politici'e sugli assetti di potere del sistema finanziario.

Un recente articolo del prof. Marco Onado, 'Risparmio, non è solo questione di regole', pubblicato su il Sole 24 Ore di sabato 1 Settembre 2007, mi offre lo spunto per affrontare questo tema. Il prof. Marco Onado è, a mio avviso, uno dei commentatori più coraggiosi e lucidi in materie finanziarie che abbiamo in Italia. Lo ha dimostrato in occasione dello 'scandalo Fazio' con osservazioni pungenti e tempestive e lo ha anche dimostrato mettendo in discussione l'autoreferenzialità della Banca d'Italia in tempi non sospetti.

Nell'articolo citato, di là delle sue intenzioni, egli riporta un'idea emergente nel sistema finanziario e ne ridicolizza un'altra.

L'idea emergente che riporta (ed apparentemente abbraccia) è che con 'la concorrenza tra Borse e mercati alternativi' ... 'si mette la parola fine al monopolio naturale dei mercati regolamentati e si pongono le premesse per significative riduzioni dei costi di transazione, garantendo peraltro l'interesse degli utenti attraverso gli obblighi di best execution ...'.

Per chi, come me, si è formato nella convinzione che la concentrazione degli scambi in un unico mercato, reale o virtuale, fosse un bene in sé, per garantire la massima liquidità e trasparenza ai mercati finanziari, e che la concorrenza dovesse perseguirsi prioritariamente tra intermediari e non tra mercati, questa idea dei benefici della concorrenza tra mercati (anziché nei mercati) è lecita ma, francamente, è tutta da dimostrare e solo la storia dimostrerà se essa corrisponderà agli eventi o se entrerà a far parte dei dogmi indimostrati. Sono curioso di verificare concretamente come gli obblighi di best execution verranno materialmente rispettati dagli intermediari finanziari su mercati frammentati, se questi avranno poi realmente la forza e la convenienza a frammentarsi.

Non fa di certo testo per il futuro, ma almeno un precedente esistente in Italia, il TLX, non ha offerto - dai commenti raccolti da chi vi opera o da chi vi ha operato - liquidità e trasparenza analoghe a quella della Borsa Italiana ... Vorrei condividere l'ottimismo del prof. Onado e che fosse smentita la mia impressione che questa sezione della Mifid, a mio avviso una delle meno convincenti, abbia rappresentato il cedimento della politica alle ingorde ambizioni delle lobby bancarie ed una concessione ad una visione astrattamente ideologica della concorrenza.

Mi trova del tutto concorde, invece la contestazione che, implicitamente, il prof. Onado fà di un altro luogo comune fortemente radicato nel nostro sistema finanziario, quando egli scrive che '... la Mifid innova profondamente per quanto riguarda i conflitti d'interesse e pone l'accento sulle soluzioni, anche organizzative, che devono adottare gli intermediari, anziché sulla semplice informazione al cliente, che oggi costituisce la soluzione principale, tanto facile quanto priva di efficacia concreta'.

Come avrete intuito, il luogo comune demolito dal prof. Onado è che l'esercizio impunito dei conflitti di interesse possa essere contrastato con la loro 'disclosure', il che renderebbe gli investitori pienamente consapevoli di essi e, conseguentemente, li risolverebbe in capo agli intermediari.

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