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Zibaldone finanziario - La BCE non ha sempre ragione

Non conosco personalmente il professor Giacomo Vaciago, ma sono un estimatore della sua competenza e del suo equilibrio nel commentare gli eventi economici. Proprio in questa posizione di suo estimatore posso permettermi un appunto...

di La redazione di Soldionline 20 ago 2007 ore 10:29
Non conosco personalmente il professor Giacomo Vaciago, ma sono un estimatore della sua competenza e del suo equilibrio nel commentare gli eventi economici. Proprio in questa posizione di suo estimatore posso permettermi un appunto all'intervista da lui rilasciata a Radio 24 nella giornata del 16 agosto scorso.

Fu quella intervista ad indurmi a scrivere il commento 'La questione dei tassi di interesse in Europa', pubblicato su Soldionline il 17 Agosto, poco più di un'ora prima che fosse annunciata la riduzione del tasso di sconto negli USA.

Un giornalista chiese al professor Vaciago se la politica monetaria della BCE non fosse eccessivamente rigida, alla luce dell'evoluzione macroeconomica ed il professore rispose che questa rigidità era una necessità, in quanto la BCE era una istituzione giovane che, diversamente dalla FED, doveva ancora farsi una reputazione di rigore.

Il mio pensiero andò alle pratiche correttive dei collegi all'inizio del secolo scorso, quando le punizioni corporali erano la norma anche per mancanze lievi, perché 'bisognava mantenere la disciplina'. Perché questo è ciò che la BCE sta facendo oggi.

In altri termini, la risposta del professor Vaciago ad una domanda tecnica non fu nel merito specifico della questione ma sulla (presunta) necessità di uno stile di condotta. Ho notato che il mondo accademico è in buona parte appiattito su questa posizione. che potrebbe sintetizzarsi con la battuta 'la BCE ha sempre ragione'.

Ebbene, sappiamo che non è così, ma esiste una certa ritrosia negli ambiti accademici a mettere pubblicamente sotto esame il comportamento della BCE e, più in generale, ad avviare una riflessione sul ruolo della politica monetaria nell'economia moderna/globalizzata, che è assai diverso rispetto al suo ruolo negli anni '70 ed '80.

Alla Istituzione è dovuto ovvio rispetto, ma è necessario che la tesi che la politica monetaria deve essere rigida solo per salvaguardare l'immagine della Banca Centrale non riceva alcun credito, perché è il lasciapassare per un suo impiego recessivo.

Al contrario, con la sua iniziativa a sorpresa la FED ha dimostrato di essere governata da dirigenti pragmatici. Credo che il crollo di Tokio nella notte tra il 16 ed il 17 abbia avuto un ruolo decisivo in quella decisione perché, quando crolla un mercato che non ha alcuna relazione con la crisi dei mutui, è evidente che si è entrati in una crisi di fiducia che rischia di determinare un effetto domino e che bisogna fare qualcosa di razionale per ristabilire la fiducia.

Il comportamento della BCE di fronte alla crisi di fiducia dei mercati ed al rallentamento della produzione industriale finora è stato quello di una Sfinge. Diversamente dal professor Vaciago, credo che tale comportamento, lungi dal far guadagnare credibilità alla Banca Centrale, possa lederla, perché è indice che l'economia reale e quella finanziaria non sono governate nel nome del feticcio della lotta all'inflazione.

E che le (presunte) ragioni di immagine fanno premio sulle ragioni di sostanza.


Paolo Sassetti


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