NAVIGA IL SITO

Tenere la barra a Nord (100% in azioni)

Chi ha avuto la pazienza di seguire i miei articoli, sa che mi riconosco in un filone di pensiero che potremmo definire dell’"agnosticismo finanziario"...

di La redazione di Soldionline 27 dic 2006 ore 12:51
L''agnosticismo finanziario' è un filone di pensiero nettamente minoritario che afferma che gli andamenti dei mercati finanziari (ed i particolare i loro punti di svolta) non si possano prevedere con sufficiente precisione e sicurezza.

Questo pensiero è minoritario nel mondo finanziario perché si scontra contro tre secoli di una cultura illuministica che pretende di attribuire alla 'ragione' un potere illimitato di conoscenza anche in contesti che non sono affatto tipici delle scienze esatte (economia, politica, diplomazia, ecc.), in quanto non rispondono a leggi matematiche e sono dominati dalle emozioni umane. Soprattutto si scontra contro le esigenze commerciali dell'industria dell'intermediazione finanziaria e della stampa d'informazione finanziaria che, nelle previsioni degli esperti, vedono un importante strumento di convincimento e persino una fondamentale ragione d'essere (chi comprerebbe i periodici finanziari se non vi trovasse riportate le previsioni degli esperti?).

Essere agnostici sull'evoluzione degli indici finanziari non significa essere imbelli di fronte ad essi. La tempistica dei punti di svolta dei mercati non può essere prevista con ragionevole precisione anche perché è difficile prevedere i cicli economici e la stessa correlazione tra cicli economici e cicli di borsa non è costante; tuttavia, poiché gli indici finanziari si muovono lungo trend di medio lungo termine piuttosto definiti, essi possono essere assecondati dopo i loro punti di svolta. In questo si sostanzia la filosofia trend following: i trend non si anticipano ma si assecondano.

Questa filosofia operativa viene spesso definita in termini dispregiativi come 'speculativa'. A parte la contraddizione in termini di questa definizione, giacché l'attività dello 'speculare' implica una previsione mentre l'operatività trend following deriva da un semplice 'adattamento' ai mercati, normalmente si tende a scordare che tutti gli investitori, per sopravvivere nel tempo, debbono in qualche modo (sia pure in modi diversi) essere comunque trend follower. Anche i cosiddetti investitori contrarian: potranno pur prendere posizioni sui mercati senza valutarne ex ante i trend sottostanti, ma lo fanno ovviamente nell'aspettativa che i trend assecondino (e rapidamente, per giunta) le loro aspettative. Se i trend non rispondessero - e rapidamente - alle loro aspettative, alla lunga uscirebbero dal mercato in rovina. Pertanto, in particolare gli investitori che si definiscono contrarian debbono possedere un innato senso del market timing per sopravvivere. Contrarian non significa 'bastian contrario' ... Il contrarian - per il fatto stesso che sopravvive alle sue scommesse - è evidentemente un buon market timer, il 'bastian contrario' normalmente è un fesso.

Assecondare i trend di lungo termine dei mercati rappresenta un modo pragmatico (anche senza il sigillo della scientificità impresso dall'accademia) per definire l'asset allocation di un portafoglio. Sia che si investa in azioni, sia in fondi, è necessario tenere sott'occhio il trend primario del mercato di riferimento.

La metodologia che ritengo più idonea alla gran parte degli investitori è di medio-lungo termine: essa si ripropone di catturare essenzialmente i trend primari dei mercati. Mentre il fund screening all'interno di una categoria omogenea di fondi suggerisce quali fondi privilegiare, il trend del mercato di riferimento per quei fondi suggerisce se cavalcare o no il tema dell'azionario. Il sistema non è infallibile, presenta alcune controindicazioni cui si può, comunque, ovviare con alcune semplici regole pratiche, ma offre anche una forma di assicurazione contro la rovina dei trend primari di correzione. Il sistema, inoltre, è deliberatamente insensibile alle correzioni minori del mercato (come quella che si è verificata a Maggio-Giugno del 2006) perché il prezzo che dovrebbe pagare per cogliere questi movimenti minori sarebbe troppo alto in termini di falsi segnali e - conseguentemente - di costi e di fiducia nei soggetti che si affidano a questo modello. Questo modello si basa su una combinazione di particolari trasformazioni di medie mobili di medio-lungo termine.

Attualmente, su tutti i tre i principali mercati azionari (USA, Europa e Giappone) il modello non ha finora fornito segnali di inversione, dopo aver assecondato tutto il movimento rialzista dal 2003, con eccezione per un unico breve falso segnale di uscita dal mercato Giapponese, peraltro prontamente recuperato.

Ecco la situazione sullo S&P 500 aggiornata al 21 Dicembre 2006:


Il modello ci suggerisce di tenere ben salde le posizioni long anche se è probabile che si verifichi, quanto meno, un rallentamento/rintracciamento del trend a breve termine.

Sull' Eurostoxx 600:


Long deciso anche sul mercato europeo, fino a manifesta prova contraria.

Sul Nikkei 225:


La correzione estiva non è stata sufficiente per suggerire un'uscita dal mercato giapponese. Altri modelli di timing di più breve termine, che monitoro per scrupolo (ad esempio www.sniper.at), avevano suggerito un'uscita che è rivelata un falso segnale (in quanto rapidamente smentito da un opposto segnale di rientro sul mercato). Il mercato giapponese resta il più incerto fra i tre, ma è prematuro chiudere le posizioni (problematiche di valuta a parte).

Pur non eliminando del tutto i falsi segnali ed i relativi costi, questa operatività è, in se, sufficientemente flessibile ed adattiva per consentire di cavalcare il progressivo rialzo di un mercato in condizione di pieno investimento azionario e, quindi, di pieno sfruttamento del trend, rischio che è possibile accettare solo perché il metodo permette anche di evitare una parte importante delle correzioni primarie dei mercati che sono la causa prima dell'erosione di lungo termine dei rendimenti azionari. Questa operatività rappresenta un compromesso pragmatico tra il dogma paralizzante del buy & hold e la nevrosi del market timing frenetico, con le chimere spesso ad esso connesse.

Se a questa regola si accoppia una regola, anch'essa quantitativa, di selezione dei fondi meglio performanti in ciascuna categoria (America, Europa, Giappone, mercati emergenti, ecc.), quale quella descritta nel mio recente articolo 'Come investire in America coi fondi comuni', la miscela che ne risulta può offrire più che discrete soddisfazioni e, quel che è più importante, con una movimentazione abbastanza contenuta del portafoglio, cioè senza la necessità di fare di questo processo di allocazione dinamica un'attività stressante e (per gli investitori privati) un lavoro a tempo pieno. È una strategia che si adatta sia all'investitore privato con basilari nozioni di personal computing, sia al consulente/promotore che voglia offrire un ulteriore servizio ai suoi clienti. Negli ultimi due mesi l'ho illustrata in aula ad oltre cento promotori e l'attenzione che ne ho ricevuto è stato molto incoraggiante perché accoppia semplicità ad efficacia ed immediata comprensibilità.

Tra alcuni mesi il quadro sopra rappresentato potrebbe essere modificato, ma attualmente il sistema indica ancora sereno sui principali mercati azionari. Ovviamente, il sistema si accorgerà del deterioramento dei mercati a correzione già iniziata, ma questo è il prezzo per non uscire prematuramente dai mercati sulla base di un'erronea valutazione discrezionale indotta dall'emozione. Anche se spesso viene sottovalutato, uscire troppo prematuramente dai mercati ha un costo economico, senza contare che un'uscita prematura dal mercato, quando decisa discrezionalmente, normalmente crea un freno psicologico al rientro sullo stesso mercato ad un livello più elevato da quello da cui si è usciti, perché implica il riconoscimento - conscio od inconscio - di un errore.

Questo è ciò che probabilmente si è verificato in maniera diffusa nell'industria del risparmio gestito dopo la correzione di Maggio-Giugno, che alcuni osservatori avevano temuto essere l'anticipazione di una possibile correzione più profonda e duratura dei mercati. Infatti, monitorando - ad esempio - l'indice MSCI Europe e l'indice Fideuram dei fondi azionari Europa, ho osservato che, durante la ripresa del mercato su nuovi massimi, il corrispondente indice Fideuram ha teso, per alcune settimane, a restare particolarmente indietro (ovverosia 'più indietro del solito'), indice probabile di un tendenziale alleggerimento delle posizioni azionarie a livello di sistema.



PS - In risposta ad un cortese consulente che mi ha chiesto un'opinione sulla validità dei piani di accumulo. Questo articolo è quello adatto per toccare il tema.
I piani di accumulo hanno caratteristiche che non li rendono concettualmente/temporalmente confrontabili con altre strategie, quali il CPPI od il constant mix, nelle quali si assume che tutto il capitale sia investito al tempo 0. Hanno il sicuro pregio di mediare i prezzi di acquisto ma rispondono più ad una esigenza commerciale (quella di canalizzare il risparmio periodico delle famiglie) che ad una esigenza operativa. È presto dimostrabile. Immaginate che uno zio d'America vi lasci 10 milioni di dollari in eredità. Forse li investireste sul mercato azionario in dieci anni con investimenti mensili solo allo scopo di mediare i prezzi di acquisto? No di certo. Li investireste subito sul mercato azionario, ovviamente definendo la percentuale d'investimento azionario in relazione alle vostre aspettative sui mercati ed alla vostra propensione al rischio. Dunque, i piani di accumulo non sostituiscono e non possono sostituire strategie di asset allocation dinamica ... Che per accumulare i capitali sia necessario, per la famiglia media, ricorrere giocoforza a piani di accumulo non toglie nulla alla constatazione che vi sono particolari condizioni di mercato in cui il dogma del buy & hold andrebbe riconsiderato ed i capitali accumulati spostati sul reddito fisso.




Paolo Sassetti
Analista finanziario indipendente, socio Aiaf




Leggi tutti gli Articoli

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.