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La futile illusione della previsione e l’alternativa trend following

Una volta erano solo le previsioni del tempo ma oggi non passa giorno senza che sulla carta stampata ed in televisione qualcuno faccia previsioni su qualcosa, specie se l’oggetto delle previsioni ha carattere economico-finanziario.

di La redazione di Soldionline 5 lug 2006 ore 10:26
'Fare previsioni è molto difficile, specie se riguardano il futuro'

Nils Bohr, Premio Nobel per la Fisica 1922

'La gente usa la parola 'guru' perché la parola 'ciarlatano' è troppo lunga'
Peter Drucker


In parte questa esibizione di sapienza previsiva corrisponde all'innata esigenza umana di limitare l'ansia per l'incertezza del futuro; in parte corrisponde al fatto che ognuno di noi vende qualcosa e tra i venditori si annoverano anche i venditori di previsioni ed i veicolatori di previsioni altrui: economisti, analisti finanziari, gestori, giornalisti 'specializzati'. Riuscite ad immaginare una stampa finanziaria che fosse in grado di vendere in edicola senza pubblicare previsioni su azioni, fondi, materie prime, ecc.? Le previsioni, buone o cattive non importa, sono la vera anima della stampa finanziaria.

Non manca il lato comico della faccenda, quando la stampa mette a confronto previsioni opposte sullo stesso tema elaborate da autorevoli analisti/gestori/strategist di blasonate case finanziarie. Già questo dovrebbe stimolare riflessioni critiche nei lettori, ma solitamente le implicazioni del fenomeno vengono rimosse. Così come nessuno presta caso alla realizzazione delle previsioni astrologiche fatte dagli astrologhi ogni primo Gennaio (anche se saranno smentite nel corso dell'anno), analogamente nessuno si cura degli errori degli esperti finanziari, e questi potranno continuare a recitare indisturbati la loro parte di 'guru'.

L'esercizio della previsione è talvolta smaccatamente futile e fallace: quando nel 2004 il prezzo del greggio superò i 40 dollari al barile, l'opinione nettamente dominante (degli esperti?) era che fosse troppo elevato e che il prezzo di equilibrio dovesse assestarsi tra i 25 ed i 30 dollari. Come è finita è cronaca, e dubito che sia finita ...

Ancora, negli anni 2003-2005 molti centri di ricerca economica, italiani ed internazionali, alcuni tra i più prestigiosi al mondo, hanno fatto a gara nel ribassare le loro stesse (precedenti) previsioni sulla crescita economica dell'Italia, smentendole ogni 6 mesi. E si trattava dei migliori economisti del mondo integrati nei migliori centri di ricerca. Se i migliori economisti del mondo fanno queste figuracce, com'è pensabile che un analista/gestore medio possa prevedere meglio di loro? Eppure, l'esibizione di previsioni non si arresta, ne' mai si arresterà perché è innata nell'uomo e presenta una componente insopprimibile di affermazione dell'ego.

L'orgoglio umano, poi, induce gli individui a ricordare con autocompiacimento le previsioni corrette effettuate in passato ed a rimuovere quelle errate, cosicché nella sua coscienza permane l'illusione che sia possibile prevedere il futuro (finanziario) con ragionevole accuratezza. Un po' come gli avvocati, che ricordano ai loro potenziali clienti solo le cause vinte mentre, per definizione, gli avvocati vincono mediamente solo il 50% delle cause in quanto, per ogni avvocato vincente ve n'è uno perdente.

Sapere di non sapere, essere consapevoli che le previsioni economiche sono normalmente approssimativamente corrette nel 50% dei casi è, invece, il punto di partenza obbligato per affrontare in maniera non convenzionale il tema della gestione di portafoglio.

Il 'previsore organico' imposta la sua strategia di portafoglio in maniera (giustamente) conseguente alla sua previsione perché ritiene che, nella maggior parte dei casi (e non solo nel 50% degli stessi), sia corretta.

Qualche giorno fa ho assistito alla presentazione di un noto fondo azionario America gestito da un 'previsore organico' che realizza scommesse gigantesche su singole azioni (il primo titolo pesava quasi il 10% del portafoglio ed i primi 3 circa il 25%).

Il passato remoto di questo fondo è stato molto glorioso, quello più recente assai meno brillante ed il gestore ha occupato una buona parte della presentazione a spiegare perché gli investimenti azionari del fondo erano ottimi, pur avendo determinato perdite pesanti al fondo o pur avendo, nel migliore dei casi, sottoperformato il benchmark. Ha anche spiegato di non aver investito particolarmente nei titoli petroliferi, pur essendo oggettivamente a buon mercato, perché, se il prezzo del petrolio fosse sceso, la generazione di cassa delle compagnie petrolifere quotate su sarebbe fortemente ridotta. E questa era stata la sua errata previsione su cui aveva erroneamente impostato un'errata decisione strategica di sector allocation.

Questo modo di ragionare era lo stesso che gli aveva procurato un glorioso passato, a riprova della 'regola del 50%' (che è una metafora, sia chiaro, ma con riscontri oggettivi della sua ratio).

Un 'previsore organico' dovrebbe almeno avere l'accortezza di fare tante piccole scommesse, altrimenti, quando si crede Dio, finisce, a suo modo, un po' come Ricucci che pensava che il Corriere potesse essere scalato e con un'unica grossa scommessa mal calibrata compromette dieci anni di ... 'duro lavoro'.

L''agnostico finanziario', diversamente dal 'previsore organico' non effettua previsioni ma si occupa prevalentemente di gestire, in vari modi possibili, il rischio finanziario.

Il trader puro non prevede i trend, semplicemente li asseconda con degli stop loss, gestisce in questo modo il suo rischio di perdita. La diversificazione tra attività poco correlate è un altro metodo per gestire il rischio. In cima ad tutti i metodi di gestione del rischio, tuttavia, resta l'idea che i trend finanziari, per lo meno i mega-trend (o trend primari), debbano essere - ben che vada - solo assecondati ma non di certo anticipati (previsti) nei loro punti di svolta.

Per chi volesse approfondire questi concetti di filosofia della gestione, rimando al bel libro di Michael Covel, Trend Following, Financial Times Prentice Hall, una vera pietra miliare della filosofia trend following (http://www.michaelcovel.com/).



Paolo Sassetti
Analista finanziario indipendente, socio Aiaf



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