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La Consob che vorrei

Un amico giornalista inglese che segue da vicino le cose finanziarie italiane mi fece notare che il verbo "to sob" significhi singhiozzare e che, pertanto, mischiando inglese ed italiano, la sigla Consob si sarebbe potuta rendere ironicamente con "Commissione Nazionale per i Singhiozzi"...

di La redazione di Soldionline 5 ott 2005 ore 08:50
La perfidia inglese sul tema non toglie che, negli ultimi anni, i risparmiatori abbiano non poco singhiozzato sulle loro sfortune e che la Consob non sembri essersi trovata all'altezza dei problemi che negli ultimi anni ha dovuto affrontare e, in particolare, del compito della difesa della legalità finanziaria.

Non intendo riferirmi al caso Parmalat per il quale, come ho già scritto in passato a questo link, non credo che la Consob abbia avuto particolari responsabilità ma neppure particolari meriti, cosicché è apparsa del tutto fuori luogo la rivendicazione da parte del suo Presidente Cardia di meriti inesistenti in proposito.
Non fu la Consob a far scoppiare lo scandalo Parmalat, bensì l'incapacità della società parmense di rimborsare un'obbligazione di modeste dimensioni a fronte dell'ingente liquidità dichiarata a bilancio. Il re apparve nudo solo per questa circostanza.

Ma, ad esempio, il caso dei prodotti finanziari My Way - 4 You è ancora aperto e, a circa due anni dalla sua denuncia, la Consob non ha ancora voluto esprimere la sua interpretazione autentica sulla presunta (e probabile) violazione da parte di questi prodotti d'alcuni articoli del Testo Unico della Finanza.

Eppure la Consob è formata da quattro Commissari (per la vacanza di una posizione) di cui tre sono professori universitari e due addirittura professori di diritto dei mercati finanziari. Avrebbero avuto, in teoria, tutte le competenze professionali per esprimersi sul caso e, se non lo hanno fatto, evidentemente è stato per un preciso disegno politico. Se confrontiamo questo comportamento con quello tenuto dalla Sec negli scandali della finanza statunitense ci si rende conto che la diversa efficacia dei due organismi di controllo non è solo questione di diversità di risorse, quello che è sostanzialmente diverso è lo spirito con cui la Sec e la Consob incarnano il loro ruolo di custodi della legalità finanziaria: pro-attivo la prima, passivo la seconda.

Quando la magistratura ordinaria, coi tempi che le sono suoi propri, emetterà le prime sentenze sul caso My Way - 4 You, sono certo che assisteremo allo spettacolo poco edificante di una Consob che, svanito ogni rischio politico di posizioni sanzionatorie, si accoderà ad esse.

Lo scandalo dei fondi Azioni Italia, Soluzione 6 e Soluzione 7 del San Paolo Imi conferma il ruolo defilato che la Consob ha scelto per se stessa. In merito a quel caso la Consob ha sanzionato, sia pur maniera assai mite, le manipolazione delle quotazioni dei tre fondi sopra citati. Com'è noto le sanzioni sono state impugnate dall'IMI ed annullate dalla Corte d'Appello di Milano sostanzialmente per un vizio di forma: in breve, la Consob aveva sforato sui tempi d'indagine concessigli e questo è valso l'annullamento delle già modeste sanzioni comminate. Da notarsi che i tempi d'indagine sono decisi dalla stessa Consob per autoregolamentazione, così si è assistito alla vanificazione di un'importante indagine su un grave scandalo a causa dell'infrazione ad un regolamento che la stessa Consob si era autonomamente data. Chi debba ritenersi responsabile in Consob per questo vulnus inflitto alla legalità finanziaria per ragioni procedurali non è dato di sapere.

Ma l'aspetto più grave della vicenda è ancora successivo.

Ovviamente alcuni cittadini, sottoscrittori dei fondi danneggiati (Soluzione 6 e Soluzione 7), hanno intentato causa all'IMI per i danni loro causati. In mancanza di una normativa nazionale sulla 'class action' è già difficile per un cittadino isolato riuscire a mettersi contro un'istituzione finanziaria e, allora, alcuni cittadini avevano chiesto alla Consob di rendere pubbliche le risultanze delle sue indagini sullo scandalo. Cosa ha fatto, invece, la Consob?
Nel nome del segreto d'ufficio, si è rifiutata di consegnare ai cittadini danneggiati i risultati delle sue indagini interne sulla cui base aveva comminato le sanzioni (poi annullate per vizi di forma) e, così, ha impedito che il contenuto delle indagini potesse essere utilizzato dalle parti interessate nelle cause civili. Oh, badate bene, la Consob dovrebbe essere un'authority pubblica al servizio della trasparenza finanziaria.

Ognuno può avere una sua idea personale del concetto di 'servizio pubblico'.

A me pare, tuttavia, che dietro la scusa delle risorse insufficienti, negli ultimi anni la Consob non abbia affatto esercitato fino in fondo i poteri che ha. E che, dietro ad una formale equidistanza tra i soggetti coinvolti in vari scandali, di fatto abbia svolto un ruolo di certo politicamente non neutro e non favorevole ai risparmiatori.

Ovviamente, quel Presidente che imprimesse una vigorosa sterzata politica alla attuale gestione sonnolenta della Consob dovrebbe poi mettere in conto qualche campagna di stampa denigratoria che potrebbe mettere in discussione la riconferma.

Il problema è se sia meglio vivere cinque anni da leone o dieci anni da pecora.

Paolo Sassetti




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