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“Caccia al Toro”: gestori contro scimmiette, parte seconda

Paolo Sassetti torna sull'importante tema della gestione attiva, approfondendo ancora il confronto con la gestione casuale. Il tema è importante perchè per una buona gestione attiva si pagano commissioni non piccole... e purtroppo anche per una cattiva...

di La redazione di Soldionline 5 ott 2005 ore 08:52
Recentemente ho illustrato come l'iniziativa Caccia al Toro de Il Sole 24 Ore segnali l'equivalenza tra le performance medie dei gestori professionali e quelle medie di portafogli di azioni scelte casualmente. Il mio precedente articolo si trova al link:

La ruota della fortuna colpisce ancora

Mi è stato obiettato che dovrebbe esistere ugualmente un vantaggio nell'investire in fondi gestiti piuttosto che in portafogli casuali giacché le performance dei portafogli casuali dovrebbero certamente evidenziare una varianza e, quindi, un rischio maggiore rispetto a quello dei portafogli gestiti dai professionisti.

Il dato empirico, tuttavia, non conferma questa conclusione come risulta dalla tabella 1:



I portafogli dei gestori si sono dispersi rispetto alla media in misura nettamente superiore ai portafogli scelti dalle scimmiette.

Questo implica, a sostanziale parità di rendimento medio, che i migliori portafogli gestiti hanno fatto meglio dei migliori portafogli casuali ma anche che i peggiori portafogli gestiti hanno fatto peggio dei peggiori portafogli causali. Il che, a sua volta, giustifica lo sforzo per individuare i gestori migliori sul mercato ma segnala anche che, se la scelta dei gestori è fatta 'casualmente', allora si rivela addirittura più rischiosa degli stessi portafogli casuali. Una scelta casuale è, ad esempio, quella di scegliere un fondo solo perché è gestito dalla stessa banca presso cui si ha un conto corrente. Piuttosto che scegliere un fondo con questo criterio, allora pare risultare meno rischioso lanciare le freccette.

Esiste, tuttavia un secondo insegnamento che può trarsi da questa competizione. I portafogli dei gestori sono stati confrontati anche con portafogli italiani ed europei scelti con criteri di momentum, in breve con le azioni europee ed italiane che, nei 12 mesi precedenti alla competizione, avevano performato meglio in Italia ed in Europa. I risultati di questo confronto sono riportati nella tabella 2:

Come può notarsi, eccezion fatta per i portafogli Italian Runners della seconda edizione, i portafogli scelti col criterio del momentum hanno offerto performance nettamente migliori di quelle dei gestori. Si osservi che nei portafogli Italian Runners della seconda edizione rientrò la Parmalat. La svalutazione della Parmalat spiega oltre il 100% della sottoperformance dei portafogli Italian Runners rispetto ai gestori. Infatti, attribuendo una performance del 23,3% alle altre quattro azioni dei portafogli Italian Runners e valutando le azioni Parmalat al 30% del loro valore di partenza, i portafogli Italian Runners avrebbero reso il 4,7% circa; svalutando le Parmalat a zero, i portafogli avrebbero reso -1,4%. Si consideri che i portafogli erano costituiti da sole 5 azioni, cosicché una sola scelta errata è stata fatale. Nella realtà, tuttavia, la diversificazione è molto superiore, tale da assorbire incidenti di questo tipo.

I risultati, tuttavia, non rigettano la tesi che le performance migliori si ottengano non comprando 'basso' per rivendere 'alto', bensì comprando 'alto' per rivendere ancora 'più alto'. Ovviamente, con disciplina ...


Paolo Sassetti



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