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Bella la Borsa, peccato quando scende

Bella la Borsa, peccato quanto scende è, a mio avviso, il miglior saggio di critica al sistema dell’intermediazione finanziaria che è stato scritto negli ultimi anni senza essere scaduto nel vizio della banale critica antisistema.

di La redazione di Soldionline 13 feb 2007 ore 15:14
Bella la Borsa, peccato quando scende

di Salvatore Gaziano
BorsaExpert, 2006
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Questo libro non è un manuale di Borsa: il lettore non vi trova l'indicazione puntuale di strategie di investimento di successo, non vi trova listati di trading system. Bella la Borsa, peccato quanto scende è una rassegna puntigliosamente documentata delle innumerevoli ragioni per cui i risparmiatori tipicamente perdono soldi sul mercato azionario o - quanto meno - ne sottoperformano i benchmark.

Altri libri sul 'risparmio tradito' meritevoli di lettura sono stati scritti negli anni recenti, ma hanno per lo più oscillato tra la critica tout court (quasi ideologica, accidiosa) al sistema finanziario, fino al diario personale di bancari pentiti: questi libri avevano il limite di cogliere, sì, aspetti degenerativi importanti dell'industria dell'intermediazione finanziaria, ma da un'angolazione ristretta a specifici temi, talvolta da una visuale personale che - unitamente al paradosso delle vicende descritte - poteva indurre il lettore a pensare - erroneamente - ad una non generalizzabilità dei casi esposti e delle conclusioni traibili.

Il saggio di Salvatore Gaziano, invece, pur intrecciandosi in continuazione con la sua esperienza personale, offre un'analisi documentata dei fenomeni degenerativi descritti e, quindi, ha il pregio di accreditare la fondatezza delle conclusioni. Infatti, il lavoro di documentazione contenuto libro è rimarchevole ed uno dei suoi maggiori pregi: su ogni tema di cui è diretto osservatore e commentatore, l'Autore ha ricercato riferimenti bibliografici che offrissero base autorevole ed appoggio indipendente alle sue conclusioni.

In breve, Salvatore Gaziano ha scritto un libro che avrei voluto scrivere io. L'autore ha dato il meglio di se stesso sia come osservatore di lungo corso di vicende finanziarie, sia come giornalista professionista, sintetizzando argomenti vasti e complessi in una prosa scorrevole e godibile.

Nonostante la sua lucidità, il testo non ha trovato un editore disposto a pubblicarlo e Salvatore Gaziano ha deciso di pubblicarselo autonomamente sotto il marchio di Borsaexpert. La cosa non mi ha sorpreso perché - per esperienza diretta - so quanto l'editoria italiana sia impreparata professionalmente a valutare scritti originali.

Di cosa tratta il saggio di Salvatore Gaziano? Tratta essenzialmente delle innumerevoli concause che determinano l'impoverimento dei risparmiatori.

Salvatore Gaziano, ovviamente, esordisce nell'elenco di queste concause col nemico che è dentro ciascuno di noi, l'emotività e l'irrazionalità che sono alla base delle bolle speculative, fenomeni di cui nel libro si offre un'utile sebbene sintetica rappresentazione storica. E poi, l'illusione nutrita da molti risparmiatori dell'arricchimento facile e rapido tramite supposte informazioni privilegiate quando, caduto il 'privilegio' dell'informazione artatamente messa in circolazione per favorire l'aggiotaggio delle mani forti, ai risparmiatori alla fine resta solo la 'supposta'.

Un capitolo particolarmente interessante dal mio punto di vista (poiché da tempo sono schierato sulle stesse idee) è dedicato alla strutturale fallacità degli esperti finanziari (più elegantemente definita 'razionalità limitata') nelle loro previsioni di breve, medio e lungo termine. Le previsioni finanziarie rappresentano il sale dello spettacolo rappresentato quotidianamente nel circo dell'informazione finanziaria ma - dati alla mano - il valore effettivo di questa overdose informativa ai fini operativi è nullo se non negativo (vedasi il caso del noto strategist di quella importante banca USA che consigliò di comprare nel 2000 e di vendere nel 2002).

Ma la parte più pregevole del libro di Gaziano non è quella dedicata alla psicologia dell'investitore od alle patologie della finanza (gli scandali con risvolti penali che impoveriscono i risparmiatori), ma a quella che ho chiamato - stavolta la definizione è mia - l'inaccettabile fisiologia della finanza, quei meccanismi che, pur leciti ai sensi del Codice Penale, impoveriscono i risparmiatori in maniera meno traumatica ma più continua, sistematica e regolare degli stessi occasionali eventi patologici. Questi meccanismi si originano dallo strutturale ed intrinseco conflitto di interesse che pervade l'industria dell'intermediazione finanziaria.

L'esempio limite della Berkshire Hathaway di Warren Buffet offre uno spunto di riflessione in tal senso. Buffet la rilevò del 1965 a 12 dollari per azione e nel 2006 l'azione ha superato il valore di 100.000 dollari. 'Se un broker od un venditore di fondi di investimento avesse raccomandato nel 1965 di comprare e tenere i titoli di Buffet avrebbe fatto ottenere al suo cliente una performance da favola ... ha commentato Arthur Levitt, il Presidente della Sec dal 1993 al 2001. Viva la sincerità'. Il tema dei consigli dei broker finalizzati prevalentemente ad alimentare la movimentazione dei portafogli dei risparmiatori è particolarmente ben argomentato.

Più in generale, Salvatore Gaziano sviscera con dovizia di esempi il tema del conflitto di interesse e dei suoi corollari (l'analisi finanziaria addomesticata, il trading inutile, ecc.) e - ancora una volta usando analisi indipendenti (Mediobanca) - ne evidenzia le gravi conseguenze: l'industria tradizionale del risparmio gestito (mediamente) non crea valore aggiunto per i risparmiatori ma ne erode ricchezza rispetto alla banale indicizzazione passiva a basso costo consentita dagli Etf. '... da fine 1984 a fine 2005 i fondi comuni nel loro complesso hanno reso -47,7% rispetto ai Bot, negli ultimi 10 anni - 4,7%, nell'ultimo lustro -15,8%. Una vera Caporetto'.

Il libro di Salvatore Gaziano non è senza speranza di cambiamento.

Ma questo cambiamento deve necessariamente partire da una maggiore (puntuale e non qualunquistica) consapevolezza dei risparmiatori verso i problemi sollevati nel suo libro e - aggiungo io - da Authority finanziarie maggiormente orientate a svolgere un ruolo politico formalmente meno asettico e neutrale (quale è oggi) tra depauperatori e depauperati. Anche senza giungere agli eccessi degenerativi di quello che l'on. Giulio Tremonti ha correttamente definito il 'sistema Fazio' (un personaggio, ai tempi, molto omaggiato, probabilmente non a caso), forme suadenti di finta neutralità delle Authority ritardano il progresso civile del Paese anche in ambito finanziario.



Paolo Sassetti
Analista finanziario indipendente, socio Aiaf




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