Intervista a Francesco Caranti
Intervistare il ‘grande’ Francesco Caranti?...Un po’ come Jack Schwager e "Market Wizards"...Vediamo se riusciamo a strappargli qualche segreto, per diventare anche noi degli investitori migliori, magari non come lui ma...
di La redazione di Soldionline 9 ago 2006 ore 09:02
D.: Ci vuoi descrivere, in modo lineare e semplice (ammesso sia possibile!) il tuo approccio?

Quello che bisogna ottenere, secondo me, è che il livello dell'acqua sia sempre costante: non troppa per debordare né troppo poca per svuotarlo. In Borsa bisogna fare la stessa cosa: pesare costantemente le forze in gioco. Da una parte ci sono i Dati Economici (quelli che 'spingono') e dall'altra la Psicologia della Massa (quella che 'tira').
Se tu riesci a far bilanciare ciò che tira e ciò che spinge, il livello dell'acqua del lavandino resta sempre a regime. Il problema si sposta sulla conoscenza di queste forze e sull'applicazione delle formule che le rappresentano.
La più difficile tra le due è certamente quella che esprime la Psicologia ma, dopo diversi tentativi andati a vuoto, da qualche anno credo di averla finalmente trovata.
D.: Le tue strategie sono principalmente direzionali o sono strategie di 'spread trading', quindi indipendenti dalla direzione ?

Il mio programma cerca la direzione ed è molto testardo perché con le Opzioni bisogna essere testardi.
Si muove con una frequenza media di 30 - 50 giorni gregoriani, il giusto tempo per far perdere valore alle opzioni corte (vendute allo scoperto) e far crescere quelle lunghe (acquistate).
Il 'tocco' che ho voluto dare al programma è stato quello - oltre alla testardaggine - di 'sbagliarsi' alla svelta ma di rimanere 'in sella' il più possibile. Volendolo esprimere con uno slang, questo mi sembra il più appropriato: 'Short Bad, Long Good' che poi equivale al famoso adagio 'Taglia le perdite e fai correre i profitti'.
E dato che le mie operazioni sono piuttosto lunghe, all'inizio resto fermo sulle mie posizioni, poi, quando sono vicino alle scadenza tecniche, mi muovo con un altro Software, il Panel, che mi serve ad ottimizzare gli utili. In media faccio pochissime operazioni: 3 all'inizio del Run e altre 5 o 6 alla fine ... fai conto di una media di 8 operazioni al mese. Quindi, Maurizio, sono Operazioni Direzionali ma, per così dire, ritoccate nel finale con uno 'spread trading' calcolato col Panel.
D.: Vediamo se il tuo approccio passa il mio test 'paura/avidità'; che deviazione standard media rispetto al mercato ha una tua strategia tipica? O, se preferisci, di quanto massimo 'drawdown' dobbiamo soffrire nei nostri sudati risparmi per poi vederli decollare verso i tuoi rendimenti ?
(Non so voi ... ma per me è importante sapere quanto dolore, al massimo dovrò sopportare ... e questo è un buon indice).

La massima perdita di una Q-Box è data dal premio pagato per l'Opzione comprata oltre la differenza tra quella venduta allo scoperto e quella comprata come assicurazione.
Hai capito senz'altro che per quanto le Opzioni siano effettivamente delle mine vaganti, io so sempre qual è il Rischio massimo che sto correndo ogni volta che parte un nuovo Run. Mediamente ti posso dire che, applicando una leva finanziaria unitaria, la massima perdita statistica di ogni 'partita' si aggira attorno ai 1500 euro.
E questo, secondo me, è il vero vantaggio della Q-Box: sapere a priori quale sarà la massima perdita da sopportare ... e così dormo tranquillo.
Ma difficilmente questa situazione limite si verifica perché il programma stesso si auto-corregge in tempo. Ho preparato un simulatore storico (Piattaforma Tally-SP) che mi ha dato i risultati del periodo 1998/2004 ... le perdite sono esigue e questo mi rende tranquillo per il futuro.
D.: Francesco, come ti sei avvicinato alla finanza, quali sono le tue vere radici?

... ma nel tempo seguii la mia strada informatica e solo saltuariamente andavo allo Studio Gherardi per aggiornare i programmi ... finchè fu la volta del primo Apple. Eravamo nel '79 e la Borsa di Bologna si era trasferita in Piazza Costituzione. Lo zio mi affidò l'acquisto e la programmazione dell'Apple per i suoi lavori di Arbitraggio. Comprammo il Computer a Genova ma qualche mese dopo lo Zio se ne andò per sempre nel disastro di Ustica e lo Studio Gherardi chiuse per sempre. Avevo imparato tante cose ma le avrei utilizzate solo quindici anni più tardi.
Entrai al Centro Elaborazioni Dati della Fiat SOS (Servizio Organizzazione Sistemi) di Modena e più tardi in quello di None, vicino a Torino - il quartier generale informatico della Fiat - per seguire l'ingegneria della Produzione ... niente più a che vedere con la Borsa!
La Fiat è stata una grande scuola per me, specialmente in termini di programmazione procedurale sul grande Sperry Univac 1110.
Sono tornato a Bologna nel 79 in un grosso gruppo industriale oleodinamico, sempre al Centro Elaborazione Dati ... ma la Borsa restava un vecchio sogno ancora da realizzare e completare.
D.: Quindi il tuo background, pur non strettamente finanziario, ti ha portato a un approccio quantitativo sistematico?

D.: Tu, investi nelle tue strategie ?
R.: Certo che sì! Io continuo la mia professione abituale proprio perché il mio Software è stato sviluppato per chi, come me, pur amando la Borsa, non ha molto tempo da dedicarle. E continuo a non capire chi si affanna e si stressa inutilmente a faro la scalper e a mettere in gioco l'adrenalina ogni giorno, per 8 lunghe ore. C'è da sfinirsi! Perché farsi saltare i nervi inutilmente? Io vado piano: hai mai visto un montanaro salire di corsa un pendio? Sono solo gli sprovveduti che lo fanno. Io cammino e basta ... e mi prendo tutte le soste che mi servono. La Borsa durerà più della mia vita.
D.: Che programmi hai per il futuro ?

All'inizio, Maurizio, parlavi di Jack Schwager e del suo libro. Hai ragione, Seikota è sempre stato il mio beniamino. Aveva costruito un sistema esclusivamente meccanico e credeva solo ed esclusivamente a quello, tanto che, una volta messa in piedi la strategia se ne andava sul lago a pescare lasciando che il Mercato facesse quello che doveva fare ... aveva capito che la qualità della vita è il primo risultato da conseguire ... tutto il resto è accessorio.
Ti ringrazio Maurizio, ci rivediamo presto e magari, la prossima volta, ci scambiamo i ruoli e sarò io a intervistare te. Va bene? Ciao e grazie ancora.
francesco.caranti@tiscali.it.
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