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Wolf of Wall Street: penny stock fino a fine anno

Nel film “The Wolf of Wall Street” il protagonista Jordan Belfort inizia la propria carriera nel 1987 alle dipendenze di un noto broker ma i suoi sogni vanno in frantumi con il lunedì nero del 19 ottobre dello stesso anno

di Redazione Soldionline 1 ott 2015 ore 10:43

A cura di TradingRoomRoma

Nel film “The Wolf of Wall Street” il protagonista Jordan Belfort inizia la propria carriera nel 1987 alle dipendenze di un noto broker ma i suoi sogni vanno in frantumi con il lunedì nero del 19 ottobre dello stesso anno dove il Dow Jones registrò una perdita del 22,61%. Rialzarsi è difficile ma Jordan inizia un’attività in proprio negoziando penny stock, titoli sotto il dollaro che generalmente sono crisi e si trovano all’anticamera del fallimento. Come funzionava il business di Jordan Belfort?

1)    Negoziazione senza rischio di detenzione titoli; attività di intermediario puro senza rischio perdita ma solo guadagni. Rischio massimo: reputazione
2)    Vendita di “bidoni” trasformati magicamente in “occasioni” potenziali; attività commerciale aggressiva e senza scrupoli 
3)    Analisi statistica: su 100 società in crisi 60 possono fallire 10 restano ferme e 30 vengono ristrutturate, acquisite, fuse dando successivi ritorni che portano a  rendimenti a tre cifre nel tempo. L’importante è, tramite analisi di qualità e probabilità, capire quale è il break even point che permetta da una parte di rischiare di perdere tutto il valore investito nelle 60 società fallite ma dall’altra di guadagnare molto di più dalle rimanenti 40.

Se consideriamo le varie strategie degli hedge funds quelle distressed, ossia acquisto di società in crisi, risultano numericamente e quantitativamente minori rispetto alle altre strategie ma, se diamo un’occhiata al rapporto rischio/rendimento, sono quelle meglio performanti rispetto alle altre strategie. Possiamo utilizzare la strategia “penny stock (distressed)” anche sul mercato italiano? Certo.

 

Segmento

Titolo

Prezzo

Max storico

Min storico

% dal max

% dal min

sharpe

1

Star

Tesmec

0,6905

0,927

0,295

-25,51%

134,07%

5,26

2

FtseMib40

PMI

0,903

4,062

0,224

-77,77%

303,13%

3,90

3

Star

BE

0,491

1,438

0,1534

-65,86%

220,08%

3,34

4

Mid

Beni Stabili

0,6985

1,4635

0,28

-52,27%

149,46%

2,86

5

Star

Reno De Medici

0,3341

5,2315

0,1041

-93,61%

220,94%

2,36

6

Mid

CIR

0,8875

7,09

0,296

-87,48%

199,83%

2,28

7

Star

Banca Finnat

0,495

1,425

0,211

-65,26%

134,60%

2,06

8

Star

Damico

0,7015

4,1775

0,271

-83,21%

158,86%

1,91

9

Mid

IGD

0,82

3,309

0,384

-75,22%

113,54%

1,51

10

Star

Emak

0,8035

2,273

0,445

-64,65%

80,56%

1,25

11

Star

Exprivia

0,7895

3,6065

0,47

-78,11%

67,98%

0,87

12

Mid

Espresso

0,905

25,571

0,551

-96,46%

64,25%

0,67

13

Mid

Fincantieri

0,675

0,8635

0,6025

-21,83%

12,03%

0,55

14

Mid

RCS

0,885

30,3625

0,7695

-97,09%

15,01%

0,15

15

Star

Landi Renzo

0,7585

4,9675

0,699

-84,73%

8,51%

0,10


Abbiamo 15 società sotto l’euro: 1 sul segmento delle Blue chips, 6 sul segmento Medium Capitalization, 8 sul segmento Star. Possiamo seguire 2 strategie:

1)    Dividere il capitale disponibile per comprare le 15 società e rivenderle a fine anno
2)    Dividere il capitale tra le società che hanno un rapporto di sharpe sopra le due unità (rischio = distanza prezzo attuale dai massimi storici; rendimento = distanza attuale dai  minimi stroici) considerando i massimi ed i minimi per goni singolo titolo.

Nel secondo caso il filtro ci porterebbe a comprare, per rivendere a fine anno, Temsec, Banca Popolare Milano, BE, Beni stabili, Reno De Medici e CIR. Ovviamente è una strategia rischiosa “long only” anche se con un metodo selettivo si è cercato di inserire i migliori che potenzialmente hanno teorico ampio spazio di crescita. Portafoglio molto rischioso da provare con pochissimi soldi.         

hedge-fund-stats-by-strategy

risk-and-return-metrics

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