La volatilità dei mercati è sempre più alta? Mica vero!
E’ un’impressione diffusa. Ma a guardare bene i dati le cose appaiono molto diverse. Lo ha fatto Morgan Housel di The Motley Fool, calcolando la deviazione standard dello S&P 500 per parecchie decadi
di Marco Delugan 29 feb 2016 ore 14:59I mercati azionari sono sempre più volatili, o almeno questa è l’impressione di molti. Ma stanno davvero così le cose? Morgan Housel di The Motley Fool ha provato a guardarle da vicino, calcolando la deviazione standard dell’indice S&P 500 a livello giornaliero, settimanale, mensile e annuale dagli anni ’20 del secolo scorso ai giorni nostri.
Il risultato è sorprendente. Ma è anche rassicurante, almeno per gli investitori di lungo periodo.
E cioè:
1) a livello giornaliero e settimanale, infatti, la volatilità è sicuramente più alta oggi di quanto fosse in passato;
2) a livello mensile e annuale, invece, negli ultimi anni non è accaduto nulla di davvero speciale.
Vediamo di seguito i grafici elaborati da Housel.
Il primo riguarda la volatilità giornaliera.
Rispetto agli anni ‘50 e ‘60, a livello giornaliero gli anni 2000 sono stati piuttosto volatili. Housel lo spiega con le due bolle finanziarie scoppiate e con l’avvento dell’ High Frequency Trading. Ma durante la Grande Depressione degli anni ’30 la volatilità giornaliera è stata ancora più alta, e negli ultimi 5 anni è stata più bassa di quanto sia stata negli anni ’80. Più tranquilli, però, i giorni delle tre decadi che hanno seguito la seconda guerra mondiale.
Vediamo adesso la volatilità settimanale.
A livello settimanale, gli ultimi 5 anni sono stati meno volatili di quanto lo siano stati nelle ultime 4 decadi, ma anche degli anni ’20 e degli anni ’40. Solo negli anni ’50 e ’60 la volatilità settimanale è stata inferiore.
Per quanto riguarda la volatilità mensile.
Negli ultimi 5 anni, la volatilità mensile è stata inferiore a quella delle precedenti 5 decadi, uguale a quella degli anni ’50, e nettamente inferiore a quella degli anni ’20 e ’30.
Ecco la volatilità annuale.
Come si vede dal grafico sopra, i selvaggi anni 2000 hanno circa la stessa volatilità degli anni ’50 e ’70. Mentre gli ultimi 5 anni sono stati uno dei periodi più tranquilli della storia.
Quale che sia il motivo per cui in molti pensano che i marcati attuali siano più volatili che in passato – che sia l’impressione di breve periodo, peraltro corretta, o la nostalgia dei bei tempi andati – la buona notizia è che la volatilità è davvero aumentata, ma solo a livello giornaliero e settimanale. Mentre su periodi più lunghi, quelli che gli investitori dovrebbero tenere davvero a mente per poter investire in maniera efficace - almeno secondo Housel, ma anche per tutti i seguaci di Warren Buffett, ad esempio – è tutto più o meno come è sempre stato.