Vi ricordate FOMO?
FOMO, ovvero la paura di rimanere fuori, oggi non esiste più. Ma gli effetti di quella fase di mercato, dannosa questa volta come in ogni altra precedente occasione, sono ancora tra noi
di Valter Buffo 30 ott 2018 ore 08:57Commento giornaliero di recce-d.com
I nostri lettori ricorderanno bene: perché erano molti, quelli che ci indicavano “regole infallibili per fare i soldi” (in particolare, sulla Borsa di New York). Regole come “seguire il trend" ed anche “buy-the-dip”, ovvero compera tutti i ribassi. Stiamo parlando, ovviamente del 2017, anno anomalo quanto pochi altri. Il 2018, invece, è del tutto diverso, e come sapete tutte le Borse del Mondo risultano a livelli inferiori a quelli di inizio 2018, con la sola eccezione della Borsa di New York, che però soltanto la settimana scorsa era scesa anche lei sotto zero.
Ci sembra utile sottolineare oggi che quelle “regolette per fare i soldi” non funzionano mai, sono semplicemente slogan commerciali per “tirare dentro” i poveri investitori al dettaglio, ovvero retail. Quando si scriveva di FOMO, ovvero la “paura di rimanere fuori”, si voleva descrivere proprio l’atteggiamento degli investitori retail, ai quali con abilità era stata inculcata la paura di “perdere guadagni garantiti”.
Sotto nel grafico potete vedere (in modo semplificato) quale è il ruolo delle diverse categorie di investitori nelle fasi di rialzo di una Borsa. Torniamo ad oggi: FOMO e MOMO non esistono più, ma gli effetti di quella fase di mercato, dannosa questa volta come in ogni altra precedente occasione, sono ancora tra noi.
Il brano che segue ci serve a ricordare che sulle recenti oscillazioni degli indici pesa in misura significativa il fatto che ci sono operatori di mercato che sono COSTRETTI a vendere.
The results on Thursday were well-received initially, but the good feelings swiftly turned into a sell-off that sent the stock to a six-year low on Friday. Any attempt to explain this in terms of news or fundamentals is futile. (…) That is, until you understand the extreme stress some individual traders were under last week. Someone – or someones – somewhere was selling because he or she had to as the broader market (as represented by the S&P 500 Index) erased its gains for the year. And someone’s algorithm, somewhere, was sending out some very unusual buying and selling signals as the market confusion intensified.
Ci sembra utile segnalare questo stato di cose, perché anche nelle prossime settimane sarà decisive capire quanti sono gli operatori che sono diventati “venditori forzati” e quali sono le dimensioni dei loro portafogli titoli.
The final explanation that the robots are to blame is a “cop-out” in many ways, as all quants and algorithms are ultimately performing tasks assigned to them by human beings. But it may still be best to blame them. Some of the volatility and the patterns of selling last week made no sense unless there were forced sellers. (…) Rather than focus on earnings or geopolitical news for this week, I would suggest the key question is to identify who is selling because they have to.
Fonte: Casey
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 30 ottobre 2018, abbiamo trattato i seguenti temi:
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- Non è risolto il problema del dollaro USA, ora fermo a 1,1400
- SEZIONE L'OPERATIVITA' anche questa settimana sul piano operativo ci occupiamo della stagione USA delle trimestrali e dell’impatto delle trimestrali sui prezzi di mercato
- SEZIONE L'ANALISI il tema della nostra Analisi sarà la crescita economica negli Stati Uniti, in attesa dei dati di venerdì