Vendere tutto, tranne i bond! Lo dice Andrews Roberts di RBS
Previsioni nerissime per il 2016 da parte della Royal Bank Of Scotland. Cina, commodity e soprattutto petrolio le cause principali. In bond high quality unica ancora di salvezza.
di Marco Delugan 12 gen 2016 ore 14:28Sembra proprio che si debba stare attenti a come investire nel 2016. Le previsioni negative cominciano a diventare davvero tante. Dopo Deutsche Bank, RBC Capital's, UBS, Morgan Stanley e Goldman Sachs che, anche se evidenziando aspetti diversi, non hanno certo aiutato l'ottimismo, nei giorni scorsi RBS (Royal Bank Of Scotland) ha avvertito i propri clienti che sarebbe meglio “vendere tutto”. Ne ha parlato ieri, 11 gennaio 2016, Ambrose Evans-Pritchard su UK Telegraph.
Secondo quanto si apprende dall'articolo, Andrews Roberts e il suo gruppo di lavoro presso RBS, hanno consigliato ai clienti di:
vendere tutto, ad eccezione dei bond high-quality. Un consiglio che punta al ritorno del capitale, e non al ritorno sul capitale.
Un consiglio coerente con le previsioni molto ribassiste per il 2016 che Roberts e il suo gruppo hanno rilasciato sul finire dell'anno appena scorso.
In quella occasione, Roberts aveva dichiarato che ci sono:
diverse forze negative che stanno condizionando i mercati finanziari, forze che aumenteranno il loro influsso nel 2016, per questo RBS è diffidente su quasi tutto, tranne che sui bond governativi high-quality a 5 e 10 anni.
Tra i motivi che più condizionano le previsioni di RBS ci sono la visione negativa per il mercato delle commodity, su cui RBS consiglia di restare “corti”, specialmente sul petrolio.
Roberts si è dichiarato pessimista anche sul mercato azionario, per il quale prevede:
rendimenti negativi nel 2016, anche se, senza una recessione anche economica, dovrebbero risultare gestibili: una flessione tra il 10 e il 20%, e non un vero e proprio crollo.
Come commenta Businessinsider, questa è la notizia positiva: non un vero e proprio crollo, almeno per i mercati azionari.
Comunque, un anno difficile. Per troppo debito accumulato a livello globale, ha detto Roberts.La Cina è uno dei grandi protagonisti di questo eccesso di debito. Non solo ha un debito molto alto (come % rispetto al Pil), ma lo ha accumulato così velocemente da far pensare, ha detto Roberts, che non sia del tutto in mani sicure e disposte a tenerlo per un tempo sufficientemente lungo. Il livello del debito e la velocità con cui è stato accumulato rendono i mercati finanziari cinesi ancora più vulnerabili al rallentamento economico in atto.
Altro elemento di rischio, secondo Roberts, è l'andamento del prezzo del petrolio.
Tutte le linee di forza - domanda, offerta, mercato azionario, Iran - si sono allineate nella stessa direzione. Il petrolio si sta avviando a scendere a quota 26, e dopo aver raggiunto 26, con ogni probabilità andrà a quota 16. Pensiamo che questo possa realizzarsi nel 2016, ma il vero pericolo è che si realizzi già nel primo trimestre.
Troppo debito a livello globale, rallentamento dell'economia cinese, crisi delle commodity e, in particolare, del petrolio sono le cause principali che peseranno negativamente sui mercati finanziari globali nel 2016. Tanto da far dire a RBS che sarebbe meglio vendere tutto, e concentrarsi solo sui bond di alta qualità.