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Un cambiamento nelle convinzioni, non nei fatti

In questi primi giorni del 2015 è interessante ripensare a com’era il panorama globale degli investimenti un anno fa e cosa è avvenuto da allora

di Redazione Soldionline 21 gen 2015 ore 11:41

A cura di Juan Nevado, gestore del fondo multi asset M&G Dynamic Allocation

In questi primi giorni del 2015 è interessante ripensare a com’era  il panorama globale degli investimenti un anno fa e cosa è avvenuto da allora. Malgrado le frequenti turbolenze dei mercati, non è per noi scontato  che ci sia stato un concreto  cambiamento  dei fondamentali  negli ultimi 12 mesi. Comunque, ciò che risalta agli occhi è che inizia a prendere piede un sostanziale cambiamento nelle convinzioni degli investitori.

All’inizio del 2014, la nostra percezione è stata che la view comune era orientata verso una prospettiva di miglioramento della crescita globale. Questo sembrava essere basato sull’assunto che il resto del mondo avrebbe seguito la ripresa economica americana. Così ci si aspettava un rialzo rapido dei tassi di interesse reali, specialmente in aree come gli Stati Uniti e l’Inghilterra, e che i rendimenti obbligazionari sarebbero cresciuti. Comunque, nonostante sia rimasto uno slancio relativamente forte negli Stati Uniti, c’è una maggiore preoccupazione che, a parte gli USA,  ci siano impedimenti strutturali alla crescita globale. E questo significa che adesso l’opinione generale crede che i tassi di interesse rimarranno  più bassi più a lungo nei prossimi  anni.

grafico3_4LE RAGIONI PER ESSERE OTTIMISTI
È successo qualcosa negli ultimi dodici mesi che può giustificare un minore ottimismo rispetto all’economia globale? Noi non lo pensiamo. Infatti, le evidenze fondamentali osservabili suggeriscono che le nostre previsioni dovrebbero essere più positive rispetto a un anno fa.
Siamo d’accordo con molti degli economisti secondo cui non è irragionevole aspettarsi una crescita di circa il 3% per quest’anno. I trend di lungo periodo per i dati economici di molte ragioni – anche per quei Paesi che hanno avuto dei contraccolpi  nel breve periodo – hanno continuato a puntare a una graduale espansione. In aggiunta, molte di queste debolezze di breve periodo nei dati ex USA significa che si può riscontrare una sempre minore inclinazione all’austerità fiscale, mentre l’assenza di inflazione lascia campo libero ai banchieri centrali per portare avanti politiche di stimolo alla crescita. Per esempio, il Giappone ha già cancellato un piano di aumento delle tasse e la Cina ha annunciato un piano di investimenti infrastrutturali, mentre la BCE inaugurerà  ulteriori misure di stimolo, fra cui il quantitative easing.

C’è stato anche un significativo sviluppo negli ultimi mesi che potrebbe ottenere di più rispetto al lavoro tentato finora dai  politici, in termini di spinta alla crescita. Dobbiamo ancora  vedere  il beneficio  del crollo del prezzo del petrolio arrivare a consumatori ed aziende. Certamente, i produttori di materie prime, come alcuni Paesi emergenti, soffriranno della caduta del prezzo del greggio, ma la nostra view è che nel complesso si tratta di un fattore positivo per l’economia globale. La significativa caduta dei prezzi delle commodity (figura 1), combinata con i bassi tassi di interesse, avrà più peso delle debolezze di breve periodo di alcune aree geografiche nel quadro dell’economia globale, e in particolare, delle economie occidentali.

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LA VOLATILITA' COMPORTAMENTALE

Di conseguenza, se i fondamentali sembrano a posto, cosa c’era dietro alle turbolenze del mercato che hanno caratterizzato il quarto quadrimestre del 2014? Bene, per iniziare, i mercati sono stati in qualche modo confusi rispetto alle implicazioni della caduta del prezzo del petrolio – inizialmente si è percepita come una cattiva notizia per le azioni e una buona per le obbligazioni. Questo è stato in parte la causa dei movimenti di mercato che abbiamo visto nella prima metà di dicembre. Ma un'altra interessante osservazione è che c’è stata una significativa divergenza nei trend economici mondiali alla fine del 2014 (figura 2).

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I dati di Stati Uniti ed Inghilterra hanno continuato ad essere dalla parte forte, ma ci sono stati dati deludenti del PIL in Europa, Asia e Giappone. Di conseguenza, le banche centrali stanno facendo cose differenti, con Cina e Giappone che hanno allentato le politiche mentre la Federal Reserve ha segnalato che i tassi di interesse risaliranno nel 2015. Un risultato di queste politiche monetarie divergenti è la crescita della volatilità nei mercati valutari – con l’apprezzamento del dollaro rispetto a molte valute (figura 3), specialmente dove ci sono state politiche di allentamento con conseguenti tensioni sui mercati finanziari.

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Di recente la volatilità è decisamente aumentata (figura 4), ma pensiamo che buona parte di questa volatilità sia “comportamentale”. Ci sono stati due punti particolarmente degni di nota – a metà ottobre e metà dicembre – quando molti asset rischiosi sono diventati rapidamente più economici senza alcun motivo evidente.

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LE VALUTAZIONI CONTANO
L’abilità delle banche centrali di allentare la politica monetaria potrebbe essere stata una delle ragioni per cui, nonostante la ripresa della volatilità, molti mercati (azionari, del credito e obbligazionari) si sono ripresi nel quarto quadrimestre del 2014. Infatti, molte asset class hanno visto in generale performance positive per il 2014. Questo solleva importanti considerazioni.
Per noi del team Multi Asset di M&G il punto di partenza è la valutazione. Alla base del nostro processo di investimento c’è la domanda: qual è l’attuale prezzo? Quindi quando ci troviamo all’inizio di un nuovo anno osserviamo che i rendimenti hanno subito una caduta su tutti gli asset rispetto allo stesso periodo un anno fa, noi dobbiamo chiederci: a che punto siamo oggi? Per noi, è importante notare che mentre molti asset non sono così economici come dodici mesi fa, non tutti oggi sono ‘cari’.
Nonostante le valutazioni azionarie abbiano fatto strada  negli ultimi  12/18 mesi, lo spostamento del sentiment degli investitori che suggerisce una mancanza di fiducia in una genuina e sostenibile ripresa economica globale significa il premio al rischio offerto dall’azionario continua a compensare bene i rischi dell’azionario in confronto agli asset percepiti come sicuri. Come risultato, le valutazioni azionarie attuali continuano generalmente a non essere care in relazione ai valori storici – mentre i rendimenti obbligazionari, i quali in generale sono diminuiti ancor più, e – stando alle nostre stime - sono adesso sotto i valori storici (figura 5). Di conseguenza, nonostante esistano  opportunità in azioni selezionate, rispetto in particolare a bond e liquidità, è richiesta un po’ di pazienza prima che entrino in gioco alcuni  fattori.

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