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Tutto (QE, Euro debole, petrolio in calo) cospira per la ripresa europea

L’Europa potrebbe superare le previsioni di crescita e raggiungere il 2% nel 2015 grazie agli effetti del programma della BCE da 1,1 miliardi di euro per l’acquisto di titoli obbligazionari

di Redazione Soldionline 19 mar 2015 ore 14:07

A cura di Jon Jonsson, gestore del fondo Neuberger Berman Global Bond Absolute Return

L’Europa potrebbe superare le previsioni di crescita e raggiungere il 2% nel 2015 grazie agli effetti del programma della BCE da 1,1 miliardi di euro per l’acquisto di titoli obbligazionari.
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Sembra proprio che le stelle siano finalmente dalla parte dell’Europa. Lo stop alla crescita europea nel corso del 2014 può essere imputato a due fattori: l’apprezzamento dell’Euro fino a 1,4 nei confronti del dollaro e l’impatto negativo che l’Asset Quality Review della BCE ha avuto sui flussi creditizi. Il nuovo programma di quantitative easing della BCE ha spinto l’Euro al ribasso e la Germania ed altri Paesi esportatori hanno reagito positivamente.
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strategia_5Oltre all’indebolimento dell’Euro, sono presenti una serie di fattori a sostegno della crescita in Europa come i bassi prezzi del petrolio che sono stati una spinta notevole per l’aumento della crescita del credito e dei flussi, specialmente verso le famiglie ed i titoli non finanziari. Per la prima volta dalla metà del 2012 i prestiti al settore privato hanno visto il segno più a fine dello scorso anno. Inoltre, il QE dovrebbe diminuire il costo del credito e renderlo più accessibile. Anche gli sgravi fiscali dovrebbero essere favorevoli. Ci sembra ragionevole attenderci una crescita vicina al 2% piuttosto che all’1,3% previsto dalla Commissione Europea. Nonostante questo, persistono dei rischi a causa delle politiche di austerity ancora in essere e del fatto che molte banche sono ancora ritenute troppo grandi e devono affrontare un deleverage continuo.
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In base a queste premesse sull’Europa, abbiamo aumentato l’esposizione verso i titoli ad alto rendimento europei inizialmente concentrandoci su quelli BB che avevano sofferto in misura particolare di fondamentali deboli, soprattutto i titoli governativi, mentre ora attingiamo all’asset class in modo più ampio. Abbiamo scelto nomi candidati ad un miglioramento di rating, che riteniamo diventeranno Investment Grade.

Il fondo Global Bond Absolute Return mantiene una duration negativa dato che in questo momento i rendimenti sono artificialmente bassi e non interessanti da un punto di vista di rischio/rendimento. Sebbene le attese per l’inflazione restino tenui, ci sembra che il prezzo che il mercato ha individuato per il percorso della Fed sia troppo basso. Poiché il surplus produttivo continua a venire assorbito, alcuni elementi, quali la crescita dei salari e dei prezzi nei prossimi mesi così come il prezzo del petrolio non più al ribasso, permetteranno alla Fed di premere per il rialzo dei rendimenti globali.

Altre aree in cui vediamo opportunità per il fondo sono i titoli ipotecari americani subprime ed il mercato ad alto rendimento. Per quanto riguarda i primi, il 15% del fondo è dedicato a questa asset class (è una delle maggiori componenti). I fondamentali dei titoli subprime sono migliorati in modo notevole, beneficiando del calo del prezzo del petrolio che ha liberato capitale perché si potesse ripagare il mutuo sulla casa. Ha anche stimolato l’economia, con un effetto positivo sui prezzi delle case e sull’occupazione. Sul piano tecnico, poiché questi titoli continuano ad essere pagati, l’offerta diminuisce. Stiamo comprando vecchi classici emessi tra il 2003 ed il 2006.

Il fondo ha una posizione del 10% sui titoli ad alto rendimento, divisi tra Europa e USA. Le valutazioni sono diventate più interessanti negli ultimi mesi per questi titoli negli Stati Uniti. Abbiamo cambiato la nostra esposizione dalla scorsa estate, in cui avevamo una posizione corta per i titoli americani ad alto rendimento e gli asset più rischiosi, ad una lunga.

Il fondo è stato lanciato a settembre 2013 ed ha superato i 100 milioni di dollari di masse gestite. Ha iniziato ad acquistare titoli europei ad alto rendimento nell’ultimo trimestre del 2014, arrivando a detenere una posizione del 5%.

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