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Trimestre di euforia per le Borse

Quello che si è chiuso ieri è stato il migliore trimestre dal 1998 per le Borse europee (Stoxx 600 +17%); si sono visti rialzi simili per la Cina (15%) e per il Giappone (12%)

di Redazione Soldionline 1 apr 2015 ore 09:23

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1.    Oggi uscirà il dato ADP per l’occupazione
. Ieri è arrivato un altro segnale negativo per l’economia USA: il PMI dell’area di Chicago ha fatto segnare, per il secondo mese consecutivo, un valore sotto 50 punti, che indica contrazione economica (grafico); si tratta di un segnale forte (più forte di quello positivo arrivato dall’indice di fiducia dei consumatori). Oggi i mercati aspetteranno con ansia il numero di nuovi occupati nel settore privato, visto che venerdì prossimo il dato NFP per la disoccupazione uscirà a mercati chiuso [importante per: equity e obbligazioni (globale)].

2.   L’economia in Eurozona quarto dato negativo consecutivo per l’inflazione in Eurozona: il dato “core” invece sale dallo 0,6% allo 0,7%; la disoccupazione è rimasta sopra lo 11% in media in Eurozona, ma è calata ancora in Germania; sempre in Germania anno su anno le vendite al dettaglio in Germania sono aumentate del 4,5%, un numero molto più alto di quello degli USA: questo dato è il simbolo dell’Eurozona a due facce [importante per: obbligazioni(Eurozona)]

3.   Trimestre di euforia per le Borse quello che si è chiuso ieri è stato il migliore trimestre dal 1998, per le Borse europee (Stoxx 600 +17%); si sono visti rialzi simili per la Cina (15%) e per il Giappone (12%). Ora che il trimestre si è chiuso, resta solo da capire come potrà andare nel resto del 2015: un prolungamento di queste tendenze a noi sembra più che improbabile, diciamo impossibile [importante per: azioni (Eurozona)]

4.   Il Giappone è un incubo? Ieri è stata pubblicata la notizia che ormai il 25% di tutto il (mostruoso) debito del Giappone è stato acquistato dalla BoJ. La politica di QE ha già toccato, quindi, il suo limite naturale: non ci sarà, a breve, altro debito da acquistare. [importante per: obbligazioni (globale)].

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L'OPERATIVITA'
Borsa USA: earnings recession? Abbiamo visto ieri, anche con un grafico, che sono solo quattro i settori USA che nel primo trimestre dovrebbero vedere un aumento degli utili sono: farmaceutico, finanziario e bancario, industriale e beni di consumo “discrezionali”. Ma il dato ancora più importante, rispetto a questo, è il numero di pre-annunci negativo che ha caratterizzato questo primo trimestre (la stagione delle trimestrali si aprirà, come già detto, il prossimo 8 aprile. Come vedete nella tabella qui sotto, il dato percentuale dei pre-annunci negativi (84%) è più alto di quelli dei quattro trimestri precedenti, ma soprattutto è il massimo assoluto: basterà pensare che la media degli ultimi 5 anni è 68%. Si aggiunga che, dal 31 dicembre al 30 marzo, la stima dell’utile medio per azione, sull’indice S&P 500, è scesa dell’8,2%. Un calo del genere non si registrava dal 2009, quando l’economia USA era in recessione. Come dicevamo ieri, all’apertura della stagione delle trimestrali gli analisti prevedono un calo del 4,5% degli utili sullo S&P500, e se alla fine del periodo si confermerà questo dato, si tratterà del primo calo dal terzo trimestre del 2012. Mettete questo dato a confronto con il fatto che il mercato USA ha chiuso con il 2014 una striscia di sei anni consecutivi di rialzo: in precedenza, questo era successo solo due volte. Una prima volta, la striscia di rialzi si era chiusa nel 1929, e la seconda volta nel 1999.

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L'ANALISI
Possibile che adesso i fondi comuni obbligazionari siano diventati un rischio per l’intero sistema finanzario? Ieri abbiamo letto le parole del Financial Times a questo proposito, ma l’attenzione verso questo tema, negli ultimi mesi, è ben più vasta. Contribuiscono a questi timori anche le aspettative, o per meglio dire le conferme, che arrivano in materia di tassi ufficiali di interesse negli USA: nelle tabella in basso, si vede che , nel recente passato, un aumento dei Fed Funds ha fatto salire in misura più che proporzionale i rendimenti dei titoli corporates e high yield (e per conseguenza scendere i prezzi). Questo eventuale calo dei prezzi andrebbe ad impattare su un mercato le cui dimensioni sono cresciute, negli ultimi anni, a ritmi folli: basterà pensare che nella sola Europa sono stati piazzati 450 miliardi di nuove emissioni obbligazionarie nell’anno 2014 (esclude le emissioni delle banche), quando prima della Grande Crisi (e precisamente nel 2005) si viaggiava ad un ritmo di 150 miliardi l’anno. Ancora più clamoroso il dato per le emissioni high yield: nel 2014 130 miliardi, nel 2005 20 miliardi. Gran parte di queste emissioni, come dicevamo ieri, sono finite in pancia ai fondi comuni di investimento. Ecco allora che il contrasto con una liquidità più che dimezzata diventa allarmante.

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