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Azionario, tre temi da monitorare nella stagione delle trimestrali

Dopo un periodo in cui i dati sull’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse sono stati i protagonisti, i conti dovrebbero tornare ad essere il centro dell’attenzione degli investitori

di Redazione Soldionline 20 gen 2023 ore 11:48

Negli Stati Uniti la stagione delle trimestrali è entrata nel vivo, mentre in Europa lo farà nelle prossime settimane.

“Dopo un periodo in cui i dati sull’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse sono stati i protagonisti, i conti dovrebbero tornare ad essere il centro dell’attenzione degli investitori azionari”, ha evidenziato Axelle Pinon, membro del comitato d’investimento di Carmignac.

Di conseguenza, nell’analisi seguente l’esperta ha evidenziato tre temi da osservare attentamente in questa stagione delle trimestrali.

investimento_9Il 2022 non è stato un anno facile per gli investitori azionari. Abbiamo assistito a un calo significativo delle valutazioni dei principali indici, intensificato da alcuni segmenti di crescita speculativa, ma non dobbiamo farci ingannare dal fatto che le valutazioni di tutti i titoli sono ormai economiche.

Nonostante la solidità dei fondamentali registrata nel 2022, prevediamo che i dati trimestrali di molte società saranno più deboli nel 2023 a causa della compressione dei margini dovuta a condizioni finanziarie più rigide, all’aumento dei costi di produzione e alla riduzione della domanda.

 

Qui di seguito i tre temi da monitorare con attenzione in questa stagione degli utili:

  1. Il quarto trimestre del 2022 dovrebbe essere il primo a registrare una crescita negativa dal terzo trimestre del 2020. Le attese per l’ultimo trimestre dell’anno per l’S&P500 sono già scese di oltre il 10% negli ultimi mesi, lasciando spazio a potenziali sorprese. Si tratterebbe però solamente una distrazione, dal momento che dovremmo concentrarci sui commenti di lungo periodo.
  2. Le previsioni per il 2023 non sono scese a sufficienza. Date le difficili condizioni macroeconomiche che si prospettano per quest’anno, le stime sugli utili statunitensi sembrano ancora ottimistiche, con una crescita del 4% (EPS a $229). A nostro avviso, la probabilità di una recessione resta elevata e la narrativa del soft-landing sembra essere eccessivamente ottimistica. Riteniamo probabile che quest’anno gli utili siano negativi, anche se non così deludenti come ci si attenderebbe in una classica recessione. Siamo quindi convinti che la debolezza degli utili sarà determinata dalla pressione sui margini.
  3. Outlook sui margini e controllo dei costi sono essenziali. Negli ultimi 12 mesi, l’inflazione ha contribuito positivamente alla redditività delle aziende. Il forte potere di determinazione dei prezzi e la resilienza dei consumi hanno permesso alle società di trasferire sui clienti l’aumento dei costi produttivi. Tuttavia, con l’aumento dell’elasticità dei prezzi e con il peggioramento dell’outlook assisteremo a un indebolimento della domanda. Di conseguenza, il potere di determinazione dei prezzi dovrebbe diminuire, lasciando le aziende alle prese con l’aumento del costo del lavoro e con il rallentamento dei prezzi di produzione o della domanda.

 

Crediamo che solo i titoli con margini di profitto solidi e un debito relativamente basso siano in grado di resistere al potenziale impatto negativo della compressione dei margini.

Preferiamo quindi puntare sulla diversificazione, bilanciando i settori meno costosi e con un beta più basso, oltre a titoli growth selezionati che dovrebbero beneficiare della stabilizzazione dei tassi d’interesse.

 

A livello geografico, riteniamo che gli investitori debbano guardare a est piuttosto che a ovest, concentrandosi sulla Cina e, in misura minore, sul Giappone. Entrambi i Paesi stanno subendo grandi cambiamenti: il primo a seguito della riapertura dell’economia, il secondo grazie all’inversione della politica monetaria.

In Occidente, invece, riteniamo che il mercato statunitense sia meno interessante a causa della valutazione relativa più elevata e del maggior rischio per gli utili prospettici.

L’Europa, al contrario, è un mercato più orientato al value e l’eliminazione dello scoglio dell’energia limita il rischio di ribasso sugli utili prospettici.

 

La titolarità dell'analisi che qui riportiamo è dell'autore della stessa, e l'editore - che ospita questo commento - non si assume nessuna responsabilità per il suo contenuto e per le finalità per cui il lettore lo utilizzerà.
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