Anche Warren Buffett non sa cosa pensare sui tassi negativi
Quasi nessuno se l’aspettava, e probabilmente nessuno è in grado di prevedere come andrà a finire. Nemmeno il più grande investitore vivente. Che aggiunge una cosa interessante sulle bolle finanziarie.
di Marco Delugan 5 mag 2016 ore 10:21Quasi nessuno – il quasi è per amore di prudenza -aveva previsto l’avvento dei tassi di interesse negativi, nemmeno Warren Buffett. E nemmeno lui sa come andrà a finire, e cioè come i tassi negativi influiranno sull’economia globale.
“Puoi leggere Adam Smith, puoi leggere Keynes, puoi leggere chi vuoi ma non troverai una parola, per quanto ne so io, sull’effetto di tassi negativi prolungati nel tempo, un fenomeno che nessuno avrebbe mai immaginato potesse accadere,” ha detto Buffett durante un’intervista rilasciata a CNBC venerdì 29 aprile.
Anche se sono un territorio inesplorato, i tassi di interesse negativi così diffusi non hanno comunque incrinato l’ottimismo di Buffett sul lungo periodo.
“Questo non vuol dire che io pensi che quando finiranno sarà la fine del mondo, ma non credo che qualcuno conosca esattamente quali saranno le implicazioni complessive” dei tassi di interesse negativi, ha detto. “Spero di vivere abbastanza per scoprirlo.”
In gennaio la Banca del Giappone ha sorpreso i mercati adottando tassi di interesse negativi. Nel 2014 la Banca Centrale Europea è stata la prima tra le più importanti banche centrali a portare il tasso overnight sotto zero. Anche la banca centrale della Svezia, della Danimarca e della Svizzera hanno poi implementato tassi di interesse negativi. A febbraio 2016, in giro per il mondo c’erano più di 7 trilioni di dollari in titoli di stato con tassi di interesse negativi (Fonte Bloomberg).
I critici dei tassi di interesse negativi o vicini a zero sostengono che questi danneggiano i risparmiatori. E Bill Gross, noto esperto del mercato obbligazionario, li vede come una vera e propria minaccia per il tessuto connettivo del sistema capitalistico stesso.
Buffett ha detto a CNBC che i tassi di interesse “agiscono sul valore degli asset come la forza di gravità agisce sulla materia fisica.”
“Quando i tassi di interesse erano al 15% [nei primi anni ‘80], era come avere un’enorme attrazione gravitazionale su tutti gli assett, e non solo sulle le azioni,” ha detto.
Una forza che contribuisce a tenere le quotazioni in territori sensati, proprio per la presenza di valide alternative di investimento.
In un mondo dove gli investitori sanno che i tassi di interesse possono stare a zero “per sempre,” la azioni possono essere vendute a 100 o 200 volte gli utili perché non ci sarebbe nessun altro luogo dove poter ottenere un qualche rendimento, ha detto.
Cose che potrebbe facilitare la creazione di bolle finanziarie.