La Svizzera ha dato il via alla guerra delle valute
I criteri che costituiscono i fondamenti della politica monetaria dell'UE sono stati violati, se non altro nel loro spirito, con l’unico obiettivo di tenere in piedi lo spettacolo
di Edoardo Fagnani 20 gen 2015 ore 14:32Secondo Steen Steen Jakobsen, analista capo di Saxo Bank A/S, la Svizzera ha dato il via alla guerra delle valute, risultandone nello stesso istante la prima vittima.
Dopo aver dichiarato fino allo scorso weekend che il vincolo all’euro era parte integrante della politica monetaria, la Banca Nazionale Svizzera ha sbalordito il mondo cambiando improvvisamente posizione e, di fatto, perdendo ogni credibilità. Chi crederà più alle banche centrali dopo il 15 gennaio?
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Secondo il parere di Steen Jakobsen, i banchieri centrali si dichiarano indipendenti ma sono sotto il controllo dei politici. Una sorta di patto di sopravvivenza davanti a uno scenario di crescita zero e con la politica monetaria fuori controllo, dove l’unico obbiettivo di queste istituzioni è comprare più tempo.Guardiamo alla zona euro e agli ultimi otto anni: i criteri che costituiscono i fondamenti della politica monetaria dell'Unione Europea sono stati violati, se non altro nel loro spirito, con l’unico obiettivo di tenere in piedi lo spettacolo. Ci sono banchieri che pretendono di essere indipendenti, ma dice Steen, nessuno di loro può prendere decisioni libero dall’influenza nefasta della politica.
Questa è la realtà, e, aggiunge Jakobsen: "non sarei stupito un giorno di scoprire che la BNS è stata prevaricata dal governo svizzero che è l’ultimo responsabile di un’azione di cui si comprendono le ragioni di fondo ma non si possono accettare le modalità".
L'analista di Saxo Bank A/S ha segnalato che in trent’anni di trading sulle valute quello del franco svizzero è stato lo scarto più ampio mai visto.
Ma a guardar bene gli ultimi 12 mesi, ci sono stati movimenti altrettanto ampi anche se non così repentini e quindi scioccanti.
- Il petrolio giù del 50%
- Il rublo che si dimezza.
- EURNOK che vive il movimento più ampio da molti anni (15% nello spazio di pochi giorni)
- E, ma come tutti abbiamo ancora negli occhi, il movimento di EURCHF per un confronto.
- Per completezza, anche lo Shanghai composite, il principale indice della borsa cinese, ieri è sceso di oltre il 7% il più intenso movimento da molti anni a questa parte.
Secondo Steen Jakobsen questi movimenti così estremi possono essere un sintomo della volontà delle banche centrali di sopprimere la ciclicità dell’economia e di instaurare un regime artificiale di bassa volatilità nel tentativo di ricostruire la fiducia.
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