Sul fattore Trump
Siamo ormai tutti assuefatti alle “esternazioni” del Presidente Trump sulle Borse: così tanto, che neppure le stesse Borse ci fanno più caso. Perché parlarne, si chiederanno i lettori?
di Valter Buffo 2 mag 2018 ore 09:15Commento giornaliero di www.recce-d.com
Siamo ormai tutti assuefatti alle “esternazioni” del Presidente Trump sulle Borse: così tanto, che neppure le stesse Borse ci fanno più caso. Perché parlarne, si chiederanno i lettori? Per fare un punto sulla crescente propensione a “fare uso” della Borsa, e dei mercati finanziari, da parte di persone ed Istituzioni che (almeno sulla carta) sono estranee ai mercati stessi. Il Presidente degli Stati Uniti, infatti, si è semplicemente accodato, con uno stile e modalità che sono proprie della sua persona, ad una tendenza nata ben prima che Trump diventasse Presidente: la tendenza è quella di utilizzare i media, la tv e la stampa, per spiegare dove “deve andare” la Borsa, oppure il mercato obbligazionario, affinché “tutto vada meglio”. Se andassimo a cercare negli archivi, interventi esterni di questa natura si troverebbero probabilmente già cinquanta anni fa, ma è soltanto dopo la Grande Crisi Finanziaria del 2007-2009 che la tendenza si è … per così dire istituzionalizzata.
Il merito è dei Banchieri Centrali, che si sono presi (senza autorizzazione) il diritto di spiegare al pubblico degli investitori se i mercati finanziari sono, oppure non sono, sopravvalutati. Come se loro, i Banchieri centrali, sapessero cose a proposito dei mercati finanziari che il pubblico non conosce. Una assunzione molto azzardata, ed alla quale noi in Recce’d educati a scuole di pensiero economico molto diverse e non dirigistiche, attribuiamo una credibilità pari a zero. Ma tant’è: nel pubblico si è diffusa una convinzione, ovvero che “quelli là” sono capaci di decidere dove è meglio che vadano gli indici dei mercati. Da lì in poi, la strada è spianata, per chiunque: chi è più disinvolto e spregiudicato, come Donald Trump, è anche capace di cogliere al volo l’occasione per dire dove deve andare la Borsa, ed aggiungere poi che il merito è in gran parte della sua persona.
I mezzi di comunicazione, poi, fanno il resto: Trump può affermare che dal giorno dell’Elezione la Borsa è salita del 35% (prima immagine sotto) senza suscitare grandi reazioni (anche se non è vero) e se poi dice che dovrebbe essere invece salita del 60%, i media subito scrivono articolo che spiegano che “in effetti, potrebbe ancora succedere”. Noi scriviamo queste righe come segnale di allarme per l’investitore finale: se non comprende che oggi sui mercati finanziari sono in gioco distorsioni così pesanti, resterà a nostro parere scottato, un una misura più ampia rispetto alle precedenti crisi finanziarie.
Fonte: FOX
Fonte: MW
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 1 maggio 2018, abbiamo trattato i seguenti temi:
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