NAVIGA IL SITO

Strategie per il 2015: bilanciamento e diversificazione rimangono quelle vincenti

Per chi investe in azioni l’anno che ha appena avuto inizio non sarà così diverso dal 2014. I mercati obbligazionari potrebbero, però, dover fronteggiare un periodo accidentato

di Redazione Soldionline 12 gen 2015 ore 14:26

“Per chi investe nelle azioni dei mercati sviluppati, con un po’ di fortuna, l’anno che ha appena avuto inizio non sarà così diverso dal 2014. I mercati obbligazionari potrebbero, però, dover fronteggiare un periodo accidentato e gli investitori dovranno essere molto attenti alle fasi di turbolenza connesse alle preoccupazioni politiche in Europa e alla forza del dollaro”. È quanto afferma Stephanie Flanders, Responsabile del team di Market Strategist di Regno Unito e Europa di J.P. Morgan Asset Management.

La forza del dollaro è un effetto collaterale delle crescenti divergenze nelle performance
e nelle politiche economiche tra i Paesi anglosassoni e buona parte del resto del mondo, come si può osservare nel grafico seguente.

1crescita-nominale-pil-mondiale
Fonte: diverse agenzie statistiche nazionali, FactSet, J.P. Morgan Asset Management. Guide to the Markets - RU.
Dati al 31 Dicembre 2014.


“Così come il calo del prezzo del petrolio, anche una crescita ordinata del dollaro potrebbe essere positiva per i mercati e per l’economia globale contribuendo a mantenere più a lungo una politica monetaria americana accomodante e favorendo, allo stesso tempo, una ripresa in Giappone e in Europa. Ma un più brusco movimento al rialzo del valore del dollaro potrebbe comportare gravi rischi per i mercati emergenti e potrebbe minacciare la stabilità finanziaria soprattutto se gli Stati Uniti dovessero diventare l’unica opportunità disponibile” dichiara Maria Paola Toschi, Global Market Strategist per l’Italia di J.P. Morgan Asset Management.

Le considerazioni chiave per gli investitori all’inizio del 2015 si possono così sintetizzare:
1. gli investitori in strumenti a reddito fisso affronteranno un anno complicato, con minore spazio di errore rispetto al 2014. Con i tassi di interesse attesi in rialzo, ma ancora eccezionalmente bassi, gli investitori dovranno essere flessibili nel loro approccio alla ricerca del rendimento e attenti ai rischi potenziali di liquidità nel segmento di mercato delle obbligazioni a più elevato rendimento;
2. nonostante ci sia un po’ di pessimismo tra gli investitori, le prospettive per l’Europa sembrano più brillanti rispetto al 2014 e offrono opportunità di ritorni positivi;
3. le emozioni possono distorcere il processo legato alle decisioni di investimento. Gli investitori dovrebbero riuscire a limitare i comportamenti emotivi e dovrebbero puntare a ottenere un portafoglio bilanciato e un approccio diversificato dal quale potranno raccogliere i benefici.

1. Un contesto spinoso per il reddito fisso enfatizza la necessità di flessibilità e di diversificazione

Lo scorso anno molti investitori hanno male interpretato i mercati obbligazionari, con molti di loro che prevedevano un rialzo dei rendimenti dei titoli governativi a lungo termine. In realtà questi si sono dimostrati l’asset class con la migliore performance del 2014 dal momento che i tassi reali e nominali sono stati spinti nuovamente in basso dalla ridotta offerta e dall’inattesa forte domanda arrivata soprattutto dalle banche centrali e dagli investitori istituzionali.
Come illustrato nel grafico seguente il rendimento del debito governativo USA a 10 anni è ora più basso di quanto sia stato per ben il 96% dei giorni dal 1964. A confronto con questo parametro le azioni sembrano ancora relativamente attraenti, sebbene l’Earning Yield americano - ovvero il reciproco del rapporto price-earnings - sia anche ben inferiore alla propria media storica.

2inverso-pe-sp500-e-yield-tresury
Fonte: Tullett Prebon, Standard & Poor’s, FactSet, J.P. Morgan Asset Management. *Il premio al rischio azionario è dato dall’Earning Yield prospettico relativo all’indice S&P 500 meno il rendimento del Treasury USA a 10 anni. Guide to the Markets - RU. (Dati al 31 Dicembre 2014)

“Anche con i tassi di interesse in fase di rialzo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti siamo ancora in un contesto di tassi più bassi più a lungo nel quale un moderato sovrappeso degli asset a rischio ha ancora senso. Ma, alle valutazioni correnti, non siamo in una situazione che giustifichi dei ritorni eccezionali a doppia cifra” prosegue Maria Paola Toschi.

Con i tassi di interesse in rialzo, ma partendo comunque da un livello molto basso, il messaggio per gli investitori è duplice: adottare un approccio flessibile nella ricerca di rendimento proteggendo però anche il capitale.
“I prodotti a spread possono ancora offrire valore, sebbene un contesto di maggiore volatilità potrebbe implicare minore liquidità soprattutto nei segmenti di mercato a più elevato rendimento. La migliore protezione per gli investitori è di mantenere portafogli diversificati e di comprare e detenere in portafoglio solo asset di emittenti di alta qualità e ad alta liquidità,” sostiene David Stubbs, Global Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management.

2. Cinque ragioni per cambiare il sentiment verso l’Europa
La zona Euro continua a fronteggiare importanti rischi economici con il calo dei prezzi del petrolio che aumenta il rischio di breve termine di una palese deflazione e un’incertezza politica che ancora grava sui mercati, specialmente in Grecia e Spagna. Ma ci sono cinque fattori che suggeriscono che il quadro generale per l’Europa potrebbe essere più brillante di quanto appaia:
- una potenziale ripresa del ciclo del credito
; è possibile che assisteremo a un moderato rimbalzo nella domanda e nella offerta di credito. Come illustrato nel grafico seguente questo dovrebbe favorire una più ampia ripresa economica;

3domanda-credito-e-pil-eurozona
Fonte: ECB, Eurostat, FactSet, J.P. Morgan Asset Management. Guide to the Markets - RU. (Dati al 31 Dicembre 2014)

- una Banca Centrale disposta ad agire; c’è, infatti, al momento un’ampia aspettativa sul fatto che un programma di acquisto di titoli ufficiali - quantitative easing - su larga scala venga annunciato all’inizio del 2015;
- un Euro più debole; con la metà dei ricavi delle aziende provenienti da fuori Europa, la debolezza della valuta potrebbe alimentare i ricavi e la profittabilità delle società europee;
- minore austerità; il rigore fiscale ha iniziato ad allentarsi nel 2014, dopo tre anni nel corso dei quali i Governi hanno stretto la cinghia, riducendo così l’effetto sfavorevole sull’economia derivante da tagli alla spesa e aumenti delle tasse;
- lente ma costanti riforme; graduali riforme strutturali, come dimostrato dai progressi incoraggianti osservati in Spagna e in Italia, suggeriscono che ci si stia muovendo nella giusta direzione.

Sulla scorta di queste considerazioni una strategia mista per approcciare l’investimento in Europa sembra ragionevole
, con la prospettiva di un quantitative easing che rende allettanti i titoli governativi dell’area core. Tuttavia, ci sono anche in azione positivi catalizzatori che favoriscono le prospettive di crescita di azioni cicliche.

“Più che mai la selettività e l’analisi delle singole aziende saranno fattori di successo in Europa. Inoltre, gli investitori basati fuori dalla zona Euro dovranno valutare adeguamentente il rischio potenziale di un ulteriore calo del valore dell’Euro” aggiunge Toschi.

3. E’ tempo di mantenere le emozioni sotto controllo
Gli investitori privati spesso consentono che il modo in cui percepiscono l’evolversi del mondo attorno a loro possa influenzare il loro processo di scelte di investimento, commettendo quasi sempre un errore. Sebbene questo non sia un fenomeno nuovo, esso è stato particolarmente evidente negli ultimi anni, a partire dall’inizio della crisi finanziaria.
L’indice S&P è risalito del 250%, dal punto più basso del livello di fiducia degli investitori toccato nel 2009, offrendo così una rara opportunità per gli investitori di accrescere le proprie risorse finanziarie anche in vista del ritiro dal lavoro. Tuttavia, nonostante ciò, le statistiche sui flussi dei fondi di investimento rivelano che molti investitori privati hanno preferito rimanere investiti in obbligazioni.

Il grafico seguente mostra il ritorno totale annualizzato a rotazione lungo diversi periodi di tempo per obbligazioni, azioni e un misto 50/50 delle due asset class. Nel breve periodo può accadere quasi tutto, ma nell’arco di cinque anni – includendo la crisi finanziaria del 2008 – anche il peggiore ritorno di un investimento misto tra azioni e obbligazioni avrebbe prodotto una perdita annualizzata di solo l’1%. Più lungo è l’arco temporale, più chiaro appare il concetto: non c’è stato nessun periodo dal 1950 a oggi nel corso del quale un portafoglio bilanciato abbia generato un ritorno inferiore al 4% annualizzato.

4ritorni-equity-bond
Fonte: Strategas/Ibbotson, J.P. Morgan Asset Management. I ritorni mostrati sono annuali e sono calcolati sulla base dei ritorni mensili dal 1950 fino al Novembre 2014 e includono i dividendi. Guide to the Markets - RU. (Dati al 31 Dicembre 2014)

Il rischio peggiore per gli investitori non è da ricercarsi nei mercati, ma nella natura umana. Più ci si avvicina a un periodo di mercato turbolento maggiormente gli investitori dovrebbero pensare a come tenere le proprie emozioni sotto controllo” conclude David Stubbs.

Tutte le ultime su: previsioni 2015 , jp morgan
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.