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Seul apripista per le criptovalute nazionali?

La Corea del Sud è una delle principali piazze per il comparto delle criptovalute la banca centrale sudcoreana starebbe valutando la possibilità di lanciare una criptovaluta di Stato

di Redazione Soldionline 8 mag 2018 ore 10:49

La Corea del Sud è una delle principali piazze per il comparto delle criptovalute, grazie anche all'atteggiamento propositivo del governo verso questa attività finanziaria.

A questo proposito Matteo Oddi di Exante ha segnalato che, partendo da queste premesse, la banca centrale sudcoreana sta valutando la possibilità di lanciare una criptovaluta di Stato.

Matteo Oddi ha segnalato che non si tratta di un'idea completamente nuova, in quanto anche altri paesi come Russia e Cina starebbero valutando questa ipotesi, come spiegato nell'analisi seguente.

 

La Corea del Sud è da tempo una delle piazze principali a livello mondiale per il mercato delle criptovalute e, nonostante il divieto al lancio di ICO, deciso lo scorso settembre, Seul mostra nel tempo un atteggiamento propositivo nei confronti del fenomeno nel suo complesso, arrivando persino a incoraggiare le banche a collaborare con gli exchange.

criptocurrencyLa popolarità di questa classe di asset è tale che il 27 aprile uno sviluppatore sudcoreano ha deciso di pubblicare i contenuti del trattato di pace tra Corea del Sud e del Nord sulla blockchain di Ethereum, rendendo così quel testo accessibile a tutti in via permanente e non soggetto a modifiche di alcun tipo in via permanente.

Ma il percorso intrapreso non pare essersi fermato qui. Partendo da queste premesse, la banca centrale sudcoreana sta infatti valutando la possibilità di lanciare una criptovaluta di Stato. I risultati di questa indagine saranno pubblicati a giugno.

L’idea non è certamente nuova. Diversi rumors sono circolati circa l’eventuale emissione di una criptovaluta nazionale da parte di paesi come Cina e Russia, mentre il Venezuela di Maduro ha persino lanciato il Petro, una moneta digitale garantita dalle scorte petrolifere al centro di molte polemiche.

Secondo Anatoliy Knyazev di Exante, “il concetto stesso di criptovaluta di Stato contraddice i principi di decentralizzazione e deflazione, come del resto ha pure notato la Fed di St. Louis, ma resta comunque una possibilità interessante specie se realizzata in un ambiente favorevole alle cripto come quello sudcoreano”.

A tutto questo si aggiunge la possibilità di un ammorbidimento sul fronte della regulation, forse anche spinto da alcuni parlamentari sudcoreani che stanno lavorando a un progetto di legge per rendere di nuovo legali le Ico nel paese (sotto alcune condizioni).

Inoltre la nomina del nuovo governatore del Financial Supervision Service (FSS), Yoon Suk-heun, fa ben sperare in tal senso. Yoon, che ricoprirà ufficialmente la carica a partire da domani, ha detto di vedere “alcuni aspetti positivi” nelle criptovalute, e ha confermato che l’ente regolatore sta prendendo in considerazione la possibilità di allentare le maglie della regolamentazione.

Queste eventuali riforme potrebbero portare a un sistema finanziario “più stabile” e una migliore qualità dei prodotti e dei servizi, secondo quanto riporta The Korea Times.

In definitiva, da quello che emerge in questi giorni, la Corea del Sud potrebbe presto indicare al resto del mondo la via per trovare un equilibrio tra regulation e innovazione dei mercati finanziari nell’era del Bitcoin.

Non sarebbe la prima volta.

 

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