Schroders: il punto prima della riunione della BCE
Gli analisti di Schroders si aspettano che il Consiglio Direttivo BCE non annunci ulteriore misure di stimolo prima del primo trimestre del 2015, o forse anche del secondo
di Redazione Soldionline 3 dic 2014 ore 12:37A cura di Azad Zangana, Senior European Economist di Schroders
Negli ultimi mesi, i dati macro economici dell’Eurozona hanno mostrato letture lievemente migliori delle attese, sebbene il calo del prezzo del petrolio probabilmente spingerà l’inflazione su livelli pericolosamente bassi. La Banca centrale europea si avvicina sempre più all’attuazione di un piano di acquisti di titoli di Stato (Quantitative Easing sovrano), ma probabilmente attenderà ancora un po’ prima di premere il grilletto.
Nel complesso, ci aspettiamo che il Consiglio Direttivo dell’Eurotower non annunci ulteriore misure di stimolo prima del 1* trimestre del 2015, o forse anche del 2*. A nostro avviso, ci sono tre condizioni che la BCE spera si concretizzino e che fermerebbero l’attuazione di un QE sovrano:
1) Miglioramento dei prestiti bancari. La seconda delle sei TLTRO in programma è prevista per dicembre e dovrebbe incrementare la liquidità nel settore bancario. Insieme agli acquisti di ABS e covered bond, e alla fine dell’Asset Quality Review, questa misura potrebbe portare a una risposta da parte del sistema del credito a inizio 2015
2) Ulteriore deprezzamento dell’euro. Se la Federal Reserve dovesse iniziare a essere più positiva sullo stato dell’economia statunitense e assumere una posizione maggiormente ‘da falco’ sui tassi, potrebbe aiutare a spingere al ribasso la moneta unica.
3) Ripresa della crescita economica e dell’inflazione nei prossimi mesi. Entrambe servono per ridurre il rischio deflazione.
Tuttavia, secondo noi le speranze della BCE saranno disattese, probabilmente su tutti e tre i fronti. Per i prestiti bancari, ci aspettiamo effettivamente un miglioramento generale nel 2015, ma probabilmente ci vorrà più tempo del previsto. Il ritardo rispetto all’attuazione degli stimoli monetari può essere lungo e, con un sistema ancora non in perfetta forma, sarà difficile provare ad aumentare il livello dei prestiti con una domanda debole.
Per quanto riguarda l’euro, nonostante un deprezzamento ragionevole rispetto al dollaro quest’anno, lo yen si sta deprezzando maggiormente, così come le altre valute dei partner commerciali dell’Eurozona. Il tasso di cambio ponderato su base commerciale vede infatti un apprezzamento dell’euro dell’1,6% da inizio ottobre. Da inizio anno, l’euro si è deprezzato del 3,6% contro le valute dei principali partner.
Nei prossimi mesi, potremmo assistere a un ulteriore deprezzamento dell’euro ma, con le valute dei Paesi Emergenti instabili a causa del calo del prezzo delle commodity e con la rinnovata aggressività della Bank of Japan, probabilmente l’Eurotower non riuscirà a raggiungere il livello di deprezzamento che desidera senza un QE sovrano.
Infine, alla luce delle nostre attese sui prestiti e sull’euro, dubitiamo anche che la BCE sarà soddisfatta della debole crescita attesa. Il recente calo del prezzo del greggio probabilmente spingerà al ribasso l’inflazione, nel breve termine, pesando anche sulle attese.
Quali sono i motivi che potrebbero spingere l’Eurotower a non procedere con il QE sovrano? Ostacoli legali, timori tedeschi sull’inflazione, timori sull’efficacia di tale misura, sono solo alcune delle ragioni dietro l’esitazione della BCE.
Probabilmente, la decisione sul QE sovrano avrà un margine di scarto molto stretto tra favorevoli e contrari. Per l’elaborazione delle nostre previsioni macro economiche, abbiamo incluso tra i nostri presupposti che la BCE prima o poi avvierà gli acquisti di titoli di Stato. Ciò avverrà, con tutta probabilità, dopo l’aggiunta delle obbligazioni corporate e dei debiti delle agenzie sovrane alla lista dei titoli acquistabili, insieme agli ABS e ai covered bonds. Inoltre, a nostro avviso non sarà annunciato un target formale sull’entità degli acquisti.