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Rischi dalle valute asiatiche?

Le valute Emergenti, e quelle asiatiche in particolare, in questa prima parte del 2016 sono state il principale termometro della tensione sui mercati (anche in Europa)

di Redazione Soldionline 1 apr 2016 ore 09:13

Commento giornaliero di www.recce-d.com

Abbiamo concluso il nostro contributo di ieri parlando del dollaro USA: riteniamo probabile che la fase di relativa debolezza del dollaro prosegua nelle prossime settimane (con il forte limite di possibili interventi sullo yen da parte della BoJ), ma se allunghiamo lo sguardo non sappiamo davvero dire dove si stia andando: la sola previsione che ci sentiamo di azzardare è che l’uscita da questa fase di stallo arriverà probabilmente attraverso un forte shock nel mondo delle valute. E dove si accumula la maggiore tensione? In Asia: come vedete nel primo dei due grafici qui in basso, in gennaio l’indice delle valute asiatiche subì un calo del 5% nel mese di gennaio, sulla scia delle turbolenze in Cina, per poi recuperare per intero quella discesa nel mese successivo, e chiudere poi ieri il trimestre con il rialzo più ampio dal 1998, pari al 5% circa. In particolare evidenza, i recuperi del rublo di Russia e del real Brasiliano. In questo contesto, gioca un ruolo di particolare importanza la valuta cinese, ovvero lo yuan: a gennaio, fu proprio la paura di una ulteriore svalutazione dello yuan ad innescare la fase di calo delle Borse, ed anche in febbraio e marzo il tema è rimasto di grande attualità: i mercati temono che la Cina voglia utilizzare il tasso di cambio per sostenere la crescita del’economia attraverso l’export, visto che la domanda interna rallenta. La Cina ha tenuto prima un atteggiamento ambiguo su questo tema, e solo in marzo si sono registrati una serie di interventi ufficiali per sostenere il cambio. Nonostante questi interventi, il mercato ritiene che il deprezzamento dello yuan continuerà, anche se in modo controllato: oggi le aspettative “di consenso” vedono lo yuan a 6,75 contro USD a fine 2016, e giudicano inevitabile un calo ulteriore delle riserve ufficiali in valuta, proprio per sostenere il tasso di cambio. Sul piano operativo, è utile seguire giorno per giorno sia il tasso di cambio, sia il tasso di interesse interbancario, che nel primo trimestre del 2016 è sceso di quattro punti base chiudendo a 2,28%. Questo è, per la Banca di Cina, il principale strumento per regolare la liquidità

“Interbank liquidity is still relatively tight. The PBOC obviously doesn’t want the market to be awash with cash that could further fuel leverage. At the same time, it doesn’t want to tighten too much all of a sudden.”

CONCLUSIONE  
  Recce’d vi segnala che le valute Emergenti, e quelle asiatiche in particolare, in questa prima parte del 2016 sono state il principale termometro della tensione sui mercati (anche in Europa): attenzione quindi ogni giorno alle loro oscillazioni. 

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GLI ALTRI TEMI che avranno oggi un visibile impatto sui mercati li trattiamo nel nostro The Morning Brief (disponibile dalle ore 8,00 per i Clienti e attraverso la nostra app). Ecco una sintesi per punti:

1.     Volatilità: un trimestre da record.  Vi forniamo un elenco dei record che sono stati messi a segno nel primo trimestre 2016
2.     In Eurozona sta succedendo qualche cosa?    Anche i dati pubblicati ieri ci segnalano che qualche cosa, nel quasro sottostante, sta cambiando: ce lo dice anche il cambio dell’euro
3.     USA: oggi il NFP ci parlerà di ripresa?     Come uscirà oggi il dato per l’occupazione? E come cambieranno le aspettative per i tassi ufficiali di interesse?
4.      SEZIONE L'OPERATIVITA'    questa settimana il tema operativo è stato quello del petrolio, alle prese con la delicata soglia dei 40$ ed in attesa della prossima riunione del 17 aprile
5.     SEZIONE L'ANALISI  questa settimana i nostri lettori hanno esaminato con noi i dati principali sul mercato obbligazionario giapponese, che attraversa una fase di forte tensione

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