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I rialzi della FED da soli non tendono a far deragliare i mercati

di Redazione Lapenna del Web 9 feb 2022 ore 10:09 Le news sul tuo Smartphone

fed_15Yoram Lustig - Head of EMEA Multi‑Asset Solutions di T. Rowe Price - ha analizzato la crescente preoccupazione degli investitori in merito alla possibilità che la FED possa decidere di alzare i tassi di interesse.

"Per valutare se quest'ansia sia giustificata," spiega Lustig, "abbiamo esaminato la performance del mercato azionario statunitense, del mercato dei treasury e del dollaro statunitense a 6 e 12 mesi dopo l’inizio di ognuno dei 21 cicli di rialzo dei tassi da parte della FED a cui abbiamo assistito dal 1974 a oggi".

Con riferimento al solo azionario, dal report di T Rowe Price emerge che, per quasi 50 anni, "il mercato azionario USA ha avuto la tendenza a mettere a segno solide performance dopo che la FED ha iniziato un nuovo ciclo di rialzo". Lustig ha segnalato che "dei 21 cicli di rialzo dei tassi esaminati, il mercato azionario USA ha generato rendimenti positivi 17 volte nei 12 mesi dopo il primo rialzo (con un tasso di successo dell’81%) e 16 volte nei sei mesi dopo il primo rialzo (con un tasso di successo del 76%). Dal 1984, il tasso di successo è del 100%".

"Anche se potrebbe sembrare un risultato controintuitivo," spiega Lustig, "in realtà i tagli dei tassi tendono a verificarsi in periodi di debolezza, mentre i rialzi nelle fasi in cui l’attività vede un trend positivo e l’inflazione è elevata o in aumento".

Nel caso in cui i rialzi dei tassi dovessero continuare, però, "le condizioni finanziarie più rigide potrebbero avere un impatto negativo sulle azioni", spiega l'analista. "I cicli di rialzo dei tassi possono indurre una solida performance del mercato azionario nei primi 12 mesi, ma la tendenza può poi invertirsi se il ciclo è prolungato".

"Possiamo aspettarci una performance positiva del mercato azionario nell’anno successivo all’inizio del prossimo ciclo di rialzo dei tassi? In realtà è necessaria cautela, dato che il contesto è importante," afferma Lustig. "Per esempio, una considerazione di cui la nostra analisi non tiene conto è la politica monetaria non convenzionale che la FED ha ampiamente utilizzato dalla crisi finanziaria globale del 2008. Anche l’impatto della politica della FED sul sentiment degli investitori non è stato considerato".

In conclusione, Lustig suggerisce che "anche se l’inizio di un ciclo di rialzo non sembra innescare cali sul fronte azionario sulla base dell’esperienza passata, gli investitori devono essere consapevoli del contesto attuale. Infatti altri fattori, come lo stato dell’economia, le valutazioni del mercato azionario e il sentiment degli investitori, potrebbero causare una svolta".

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