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Azioni Europa: benefici dalla reflazione?

Il tema della reflazione dovrebbe continuare fino alla fine dell’anno. Questo trend permetterà alle azioni europee, supportate anche dal punto di vista micro-economico, di mostrare una dinamica positiva

di Mauro Introzzi 2 nov 2016 ore 11:58

Il termine “reflazione” individua una situazione in cui si verifica una nuova (ma comunque moderata) inflazione dopo una fase di deflazione innescata dalla iniezione di una maggior quantità di moneta circolante. Solitamente si accompagna a una ripresa economica.

Secondo gli analisti di Exane Derivatives il tema della reflazione dovrebbe continuare fino alla fine dell’anno. Questo trend permetterà alle azioni europee, supportate anche dal punto di vista micro-economico, di mostrare una dinamica positiva.

Per gli esperti del gruppo transalpino si potrebbe registrare una sovra-performance dei settori Financial e Consumer, che dovrebbero beneficiare anche di ulteriori fattori specifici.

Di seguito l’analisi di Exane Derivatives, a cura di Florian Roger, Responsabile Asset Allocation.

 

Le azioni europee supportate dalla tematica della reflazione

europa_10I timori relativi alla deflazione hanno pesato particolarmente sulla performance delle azioni europee dall’introduzione del QE da parte della BCE (la credibilità dell'istituto e le stime sulla crescita nominale erano sicuramente in gioco). Le variazioni dei tassi di cambio sono fondamentali in merito alla probabilità che questi rischi di concretizzino.

L’indice Euro Stoxx mostra un’elevata correlazione con il tasso di cambio nominale effettivo dell’euro (NEER) negli ultimi anni (si veda il grafico 1).

 

1-confronto-eurostoxx-neer

 

Da inizio settembre, molti fattori hanno alimentato la possibilità di una reflazione nella zona Euro. Questo trend permetterà alle azioni europee di mostrare una dinamica positiva, con una sovra-performance dei settori Financial, Energy, Consumer Discretionary e Materials (si veda il grafico 2).

 

2-performance-settori-msci-europa

 

 

La dinamica della reflazione dovrebbe continuare

Secondo noi, il trend della reflazione dovrebbe continuare fino alla fine dell’anno alla luce dei seguenti fattori:

  • l’inflazione totale dovrebbe registrare un netto rialzo, supportata dagli effetti base sulla componente energetica. Il dato dovrebbe attestarsi all’1,5% entro febbraio 2017 (+1% rolling alla fine dell’anno), nonostante fosse solamene pari a 0,2% annualizzata ad agosto 2016;
  • dopo la battuta d’arresto del secondo e terzo trimestre del 2016, il rimbalzo dei leading indicator in Europa e negli Stati Uniti (PMI, IFO e ISM) permette di stimare un’accelerazione del ciclo mondiale nel quarto trimestre del 2016;
  • storicamente, è possibile osservare una relazione inversa tra il cross eurodollaro e i prezzi del petrolio. Questa correlazione si è indebolita recentemente. L’accordo dell’OPEC sostiene i prezzi del petrolio mentre l’attesa di un secondo rialzo dei tassi da parte della Fed a dicembre supporta un apprezzamento del dollaro. Per la zona euro, questa combinazione – deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro e aumento dei prezzi del petrolio è ottimale in un’ottica di reflazione nel breve termine;
  • nel suo ultimo comunicato di politica monetaria, la BCE ha riaffermato il suo impegno a mantenere una politica monetaria super-accomodante fin quando l’inflazione non ritornerà in « maniera durevole e sostenibile » verso il suo livello target. La correlazione tra queste due varibili si è ridotta. Considerando che l’inflazione sottostante è rimasta strutturalmente inferiore all’1% a partire da ottobre 2013 (superando questa soglia solo una volta a ottobre 2015), la possibilità di un’estensione del QE ci sembra molto più probabile rispetto all’inizio della normalizzazione monetaria. Al fine di mantenere il suo programma, la BCE dovrà comunque modificarne i criteri di acquisto. In caso contrario, la BCE si troverà a far fronte a numerosi vincoli in termini di liquidità, considerando che attualmente acquista una quantità di titoli pari a 3 volte il deficit pubblico della zona euro (si prega di fare riferimento alla sezione tassi). Riducendo il rischio di squeeze della liquidità, la BCE contribuirà ad aumentare l’inclinazione della curva dei tassi dei titoli di Stato core della zona Euro favorendo la trasformazione bancaria in questi paesi e, infine, la distribuzione del credito.


Di conseguenza, l’inflazione attesa dovrebbe continuare a registrare un rialzo in zona euro. Sebbene lo swap inflation euro 5Y5Y sia sceso sotto l’1,3% durante l’estate, attualmente è circa pari a 1,45% e, sostenuto dai suoi fondamentali (euro NEER e petrolio), e dovrebbe spingersi a 1,6%/1,7% per la fine dell’anno.

 

Un momentum micro-economico ugualmente favorevole

Sul piano macro-economico, la tematica della reflazione dovrebbe continuare a supportare le azioni europee. Anche il momentum micro-economico dovrebbe essere un elemento favorevole. Durante il primo semestre 2016, i timori relativi ad un hard landing in Cina, i timori di un default a catena nel settore energetico e le conseguenze molto negative del Brexit hanno spinto gli analisti a rivedere fortemente al ribasso le loro stime di crescita sugli utili per azione in molte zone geografiche. Alla fine, l’economia mondiale si è mostrata resistente e la dinamica di revisione degli EPS è decisamente migliorata negli ultimi mesi. Per la zona Euro, il ratio (upgradedowngrade)/total revisions ha smesso di essere negativo dopo l’ultima settimana di luglio sulla base delle statistiche IBES. La recente dinamica positiva dei leading indicators lascia presagire che tale movimento possa continuare, come sembrano indicare le prime pubblicazioni societarie per il terzo trimestre 2016 che vantano, in media, risultati migliori delle attese.

 

Un contesto favorevole ai settore Financials e Consumer Discretionary

Come indicato precedentemente, i settori tradizionalmente più sensibili all’inflazione dovrebbero sovra-performare nell’attuale contesto di reflazione. In merito alla loro valorizzazione, questi settori non offrono tuttavia lo stesso potenziale. Il posizionamento del PE 12m fwd rispetto al dato medio di lungo termine (si veda il grafico 3) spinge a privilegiare i titoli Financials e Consumer Discretionary.

 

3-pe-12mesi-settori-europa

 

Infatti, questi settori beneficiano di fattori specifici in questo contesto:

  • Lo steepening della curva dei tassi dei paesi core dovrebbe essere favorevole alle banche europee poiché migliora la loro capacità di trasformazione e quindi la loro redditività (si veda grafico 4)

 

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  • In un contesto in cui la fiducia delle famiglie rimane relativamente positiva e in cui i fondamentali del reddito reale sono ancora buoni (ribasso del tasso di disoccupazione in Europa e accelerazione nelle retribuzioni negli Stati Uniti), il forte rialzo del tasso di risparmio osservato nel corso dell’anno nelle economie sviluppate permetterà ai consumi di restare dinamici.

 

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