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Referendum e banche: che cosa succederà?

Attribuire al referendum l’allargamento dello spread (secondo grafico in basso) oppure la fragilità delle banche italiane è una distorsione, che potrebbe danneggiare gli investitori finali

di Valter Buffo 2 dic 2016 ore 09:03

Commento giornaliero di www.recce-d.com

Abbiamo analizzato, nel nostro contributo di ieri, un brano dal Corriere della Sera,  uno dei (tantissimi) commenti al referendum con un taglio economico. Oggi restiamo sul medesimo tema, allargando la nostra analisi al ruolo dei mezzi di informazione. Recce’d in decine di occasioni ha messo in evidenza il rapporto tra scelte di portafoglio e mezzi di informazione: vi abbiamo spiegato le ragioni per le quali, a nostro parere, è necessario reagire, in modo attivo, alle indicazioni che si ricavano ascoltando i TG, leggendo i quotidiani, ascoltando canali tematici come ad esempio CNBC in Italia, e leggendo i commenti delle reti di vendita di massa, a cominciare da tutte le Reti di promotori e private bankers. Infatti, è raro che da queste fonti vi arrivino elementi di informazione solidi, utili a chiarire le idee, e che vi aiuta a decidere; più spesso si punta ad aumentare l’emozione, e quindi mettere chi legge in uno stato di affanno, che lo rende più disponibile ad accettare suggerimenti, senza valutarli in modo critico. Senza consapevolezza.
banca_15Probabilmente, nel caso del Referendum italiano di domenica 4 dicembre si è toccato un massimo assoluto, e proprio negli ultimi giorni, quando noi come voi abbiamo letto affermazioni che a nostro modo di vedere sono vuote di senso, come ad esempio il fatto che “otto banche italiane potrebbero fallire se vincesse il NO”, oppure che “Draghi è pronto ad intervenire per proteggere l’Italia”. Vuote di senso, lo ripetiamo: perché legare la riforma del Senato e l’abolizione del CNEL al destini di quelle otto banche è, semplicemente, affermare una cosa non vera, così come non è vero che Draghi disponga dei poteri che gli sarebbero necessari per “aiutare l’Italia” (sempre ammesso che intenda farlo). Un pioggia di nonsenso come questa, forse non si è registrata neppure subito dopo il Referendum per Brexit, quando, come tutti ricorderanno, si diceva e scriveva che “i mercati sarebbero crollati” e che “l’economia del Regno Unito sarebbe caduta in una profonda recessione”. Oggi è ancora peggio: le banche citate sopra rischiano il fallimento, ma da anni, non c’entra il Referendum; ed il referendum non metterebbe a disposizione del Governo in carica nuovi mezzi finanziari, e neppure nuove armi: quello che poteva fare, lo ha fatto tra gennaio ed oggi, ed i risultati sono già stata giudicati dai mercati (pensate al flop del Fondo Atlante, che avrebbe dovuto “attirare capitali privati”); la BCE non può intervenire a salvare l’Italia, in particolare per il fatto che i problemi che pesano sull’Italia resteranno i medesimi, tra il 3 ed il 5 dicembre prossimi (nella prima tabella, la tempistica): il Referendum non servirà, in ogni caso, a riportare sotto controllo la spesa pubblica, e quindi il debito. Il Referendum italiano parla di altre cose, e potrebbe forse (forse) giocare un ruolo in un orizzonte di dieci anni: un orizzonte che l’Italia a nostro giudizio non ha a disposizione, e che di certo non avranno a disposizione gli investitori sui mercati finanziari.  orizzonte che a parere di Recce’d noi però non abbiamo.

CONCLUSIONE   Recce’d vi segnala che attribuire al referendum l’allargamento dello spread (secondo grafico in basso) oppure la fragilità delle banche italiane è una distorsione, che potrebbe danneggiare gli investitori finali   

calendario-referendum-italia

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Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 2 dicembre 2016, abbiamo trattato i seguenti temi:
1.    Oggi il dato NFP potrebbe mandare in direzione diversa il dollaro e le obbligazioni (non solo quelle in dollari)
2.    Petrolio in Asia questa mattina sopra i 50$, ma lontano dai massimi di settembre 2016
3.    Italia verso un fine settimana di tensione: ma ci sarà tensione anche lunedì?
4.    SEZIONE L'OPERATIVITA'  Finisce il 2016: la lezione più importante ci è arrivata proprio da Brexit, e la conferma, fortissima, è arrivata proprio ieri dal cambio della sterlina GBP
5.    SEZIONE L'ANALISI   Il test più importante per il Presidente Trump? All’esterno, sicuramente il commercio internazionale- Chiudiamo il lavoro di questa settimana con una panoramica globale

 

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