Possibilità intatte per un rally a fine anno
Secondo gli esperti di Credit Suisse le possibilità di un rally di fine anno (che si è verificato nel 78% degli ultimi 25 anni di storia dei mercati finanziari) appaiono intatte
di Redazione Soldionline 1 dic 2014 ore 15:05Anja Hochberg, CIO – Europe & CH di Credit Suisse Private Banking & Wealth Management
In Europa, la fine dell’anno è stata caratterizzata da una dinamica di crescita in netto cambiamento. Mentre l’economia ha registrato un inizio d’anno con una dinamica molto ragionevole, questa tendenza è svanita dalla primavera all’autunno – specialmente in Germania – per via dei dati più deboli a inizio anno provenienti dagli USA, delle incertezze intorno alla crisi ucraina e dell’apprezzamento dell’euro. Nel contempo sembra che alcuni di questi fattori – a fronte di un parziale sostegno della Banca centrale europea (BCE) – siano stati superati, lasciando uno spazio di manovra all’economia interna e al settore esterno per dischiudere il proprio potenziale.
Il visibile rimbalzo del PMI tedesco da un livello poco elevato di 49,9 a settembre a un più ottimistico 51,4 a ottobre avvalora questa valutazione. La Spagna, che sta tenendo molto bene in termini di dinamica di crescita nel corso dell’anno, ha evidenziato ancora un valore del PMI solido e stabile di 52,6 sia a settembre che a ottobre.
Mentre la cifra di novembre ha mostrato una leggera battuta d’arresto, conferma ancora il trend di raggiungimento di un minimo.
Una parte cruciale della nostra strategia sul piano economico e finanziario per il 2015 è una BCE che andrà a invertire con decisione un corso di politica monetaria che ha inasprito le condizioni monetarie nell’UME nel 2013 e parzialmente nel 2014. Ciò si evince dalla completa riduzione del bilancio patrimoniale e dal rafforzamento dell’euro. A fronte persino del quantitative easing sovrano della BCE, le condizioni di politica monetaria dovrebbero allentarsi in modo significativo.
Fonti: Bloomberg, Credit Suisse
Nell’ambito della nostra strategia d’investimento, normalmente presentiamo opportunità d’investimento associate agli attuali sviluppi del mercato. Questi giudizi tattici ci aiutano a indirizzare i portafogli verso i mercati più attraenti al fine di ottenere proventi superiori a quelli di mercato nel medio-lungo termine.
Per quanto riguarda le opportunità d’investimento più a breve termine, continuiamo a favorire le azioni. Le possibilità di un rally di fine anno (che si è verificato nel 78% degli ultimi 25 anni di storia dei mercati finanziari) appaiono intatte. A parte il sentiment degli investitori, che è calato negli ultimi mesi e che fornisce quindi una nuova base da cui partire, continuiamo a intravedere un rialzo dei riacquisti azionari da parte delle aziende. I dati tecnici certamente continuano a segnalare una certa prudenza e dovremo capire quanto durerà l’attuale rally e se esso possa alleviare le preoccupazioni tecniche.
Tuttavia, da un punto di vista fondamentale, riscontriamo una conferma del nostro scenario principale, caratterizzato da una moderata ripresa globale guidata dagli USA, da un’Europa che sfugge alla recessione e da una stabilizzazione della Cina. Le valutazioni sono eque considerando svariati parametri e sembrano economiche in rapporto alle obbligazioni. Gli utili per il terzo trimestre sono stati molto solidi. La politica monetaria (nonostante il primo rialzo dei tassi atteso negli USA nel giugno 2015) resta accomodante e potrebbe persino fornire un maggiore supporto. Infatti siamo convinti che la BCE si concentrerà su un maggiore quantitative easing e anche la Bank of Japan ha annunciato nuovi obiettivi più elevati per l’espansione monetaria. Continuiamo a preferire l’UME e il mercato azionario nipponico. Nell’Eurozona manteniamo il nostro giudizio di outperform sulla Germania per via delle valutazioni relative, della possibile inversione di tendenza degli indicatori economici, delle opportunità di trarre vantaggio da un indebolimento dell’euro e di un maggiore allentamento della politica della BCE. A fronte dell’inversione di tendenza degli indicatori tedeschi, negli ultimi mesi questo giudizio ha dato risultati positivi. Da metà ottobre, il DAX tedesco è cresciuto indicativamente del 6,7% (al momento della redazione), mentre l’Eurostoxx ha evidenziato un incremento del 5,2% circa. Vista l’underperformance della Germania nel primo semestre dell’anno, continuiamo a individuare del potenziale sul mercato.
Da un punto di vista settoriale globale, riteniamo che i titoli finanziari evidenzieranno un’outperformance, intravediamo ancora del potenziale nel settore IT globale e prevediamo altresì un’outperformance dei beni di consumo ciclici.
Nell’ambito di un portafoglio obbligazionario europeo continuiamo a sottopesare le obbligazioni core per via dei loro livelli di rendimento molto bassi e poco interessanti. Ciò vale per Germania e Francia, dove i livelli di rendimento sono calati di altri 10 punti base a novembre. La Germania è cara su base assoluta poiché i rendimenti sono troppo bassi, ma anche la Francia appare dispendiosa su base relativa, ad es. tenendo conto delle problematiche sul più lungo termine correlate alla sostenibilità del debito. Preferiamo pertanto il debito periferico e manteniamo la nostra leggera preferenza per l’Italia rispetto alla Spagna, soprattutto in ragione del maggiore carry ottenuto. Inoltre proseguirà la ricerca di rendimento nel segmento del reddito fisso. Ciò sottolinea quindi la necessità di soluzioni obbligazionarie flessibili e di opportunità negli investimenti alternativi.