Rallentamento della crescita globale: permanente o temporaneo?
La demografia rappresenterà chiaramente un freno alla crescita economica sul lungo termine e potrebbe anche prolungare il periodo di bassi tassi d’interesse. La produttività diventa un fattore cruciale per la crescita futura
di Redazione Soldionline 2 giu 2015 ore 10:37A cura di Sara Carnazzi e Weber Julia Dumanskaya - Credit Suisse
Sette anni dopo l’inizio della crisi finanziaria globale, la crescita nelle economie avanzate e dei mercati emergenti non è ancora tornata ai livelli pre-crisi. Questo prolungato periodo di debole performance economica ha generato un acceso dibattito sul fatto se il rallentamento sia una temporanea ricaduta correlata alla crisi finanziaria stessa, oppure se la crescita globale più lenta sia di fatto un’estensione di trend sul lungo termine che si stavano già sviluppando prima della crisi finanziaria. Sussistono essenzialmente due potenziali spiegazioni di un trend al ribasso della crescita secolare. La prima ipotizza che l’economia stia risentendo di una carenza semi-permanente di domanda aggregata e, più nello specifico, di spese per investimenti o consumi insufficienti per riportare l’economia a pieni ritmi. Una spiegazione alternativa si focalizza sul peggioramento sul fronte dell’offerta, vale a dire su un’evoluzione sfavorevole degli input produttivi della forza lavoro e del capitale, oltre che della produttività.
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La demografia sarà presto un significativo freno alla crescita
Con ogni probabilità la demografia avrà un ruolo centrale nell’evoluzione della crescita economica e già ora sta contribuendo al suo rallentamento. L’invecchiamento della popolazione può frenare la crescita tramite diversi canali. Quello più diretto è attraverso un’offerta ridotta di forza lavoro. La quota di popolazione in età da lavoro ha di fatto praticamente raggiunto un massimo nel mondo sviluppato e sta ora scendendo, e a guidare questa tendenza sono Giappone, Germania ed Europa meridionale. Anche i mercati emergenti dovranno presto fare i conti con sfide sul piano demografico, pur con delle consistenti differenze tra i diversi paesi. Mentre la crescita della popolazione complessiva e in età da lavoro è destinata a rallentare nei prossimi decenni nell’Asia emergente, in America Latina e nell’Europa dell’Est, si prevede che i paesi africani, fatta eccezione per il Sudafrica, manterranno un ritmo intatto in termini di crescita della popolazione, a fronte di un continuo incremento della quota di popolazione in età da lavoro.
La debolezza degli investimenti è ciclica, ma in futuro saranno presenti problemi strutturali
Riteniamo che la debolezza degli investimenti post-crisi nei paesi avanzati sia innanzitutto ciclica piuttosto che strutturale, in linea con il ritmo sotto la norma della ripresa complessiva. Tuttavia la flessione della crescita della popolazione e un ridimensionamento della popolazione in età da lavoro potrebbero indebolire gli investimenti in modo più permanente. Infatti le società diminuiscono gli investimenti in vista di un rallentamento della domanda di beni e servizi. Una popolazione che invecchia potrebbe nel contempo incrementare i risparmi per via dell’accresciuta incertezza sul reddito futuro. Entrambi questi elementi insieme manterranno con ogni probabilità bassi i tassi d’interesse.
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La produttività diventa la chiave della crescita
Dal momento che il potenziale per un’espansione della forza lavoro tramite altri mezzi è generalmente limitato, la produttività diventa una determinante cruciale della crescita futura. Pur intravedendo ancora un margine per dei progressi tecnologici, riteniamo che la debolezza osservata relativamente alla crescita della produttività sia largamente dovuta ad aspetti correlati all’efficienza che stanno rallentando l’adozione e la diffusione di nuove tecnologie. Anche una transizione di successo a un maggiore incremento di produttività ed efficienza sarà cruciale per le prospettive di crescita sui mercati emergenti. Poiché il sostegno dall’input della forza lavoro sta venendo meno e, con ogni probabilità, l’accumulo di capitale rallenterà in gran parte delle economie emergenti, e visto che la quota di queste ultime nell’economia globale è decisamente più consistente rispetto ad alcuni decenni fa, anche una maggiore crescita della produttività sarà un fattore centrale per le prospettive di crescita globali.