Quanto costano i soldi?
Oggi torniamo sul tema dell’aumento del costo del denaro negli Stati Uniti, evidenziando un aspetto che molti sottovalutano
di Valter Buffo 9 apr 2018 ore 09:23Commento giornaliero di www.recce-d.com
Questa settimana ci attendono:
- I commenti ai dati per l’occupazione di venerdì
- Uno o più test della media mobile a 200 giorni da parte dell’indice S&P 500
- I dati dagli USA, dalla Germania e dalla Cina per l’inflazione
- I primi dati delle trimestrali USA
- Le reazioni della Cina alle nuove tariffe USA
E tanto altro ancora. La nostra scelta, per la giornata per oggi, è di portare all'attenzione del lettore un tema che riceve poca visibilità sui media, dai giornali alle tv. Ovvero il fatto che i soldi presi a prestito da imprese e famiglie, negli Stati Uniti, costano sempre di più, in un momento nel quale il debito complessivo non è certo diminuito. Il primo dei due grafici sotto mette in evidenza il fatto che nel 2018, anche a fronte dei cali di Borsa, negli Stati Uniti i tassi di interesse a 2 anni non sono affatto scesi: lo vedete nella linea di colore bianco. A questo, aggiungete che si tratta dei tassi a 2 anni più alti dal 2008, e avete un senso dell’importanza di questo fatto. Il secondo grafico vi racconta invece di un problema che Recce’d ha commentato un mese fa (Una storia importante (parte 1)) e che è stato commentato anche dalla stampa in Italia (a titolo di esempio: Effetto-Trump sui mercati, il tasso Libor torna alle stelle). Problema del quale sono fino ad oggi sfuggite, a nostro parere, le implicazioni: questo problema è l’allargamento della differenza tra il tasso Libor ed il tasso OIS in dollari USA. La storia recente di questo differenziale la vedete nel grafico 2 mentre per ragioni di spazio vi rimandiamo al Blog per avere una descrizione più precisa di cosa sono i due tassi citati sopra. Il secondo grafico, comunque, sarà sufficiente per documentare a chi ci legge quanto è ampia la variazione nel 2018: il significato economico è il seguente, che è diventato molto molto più costoso, sul mercato interbancario, prendere a prestito dollari USA. Sia il primo, sia il secondo grafico raccontano che il costo del denaro a breve è cresciuto, e non è cresciuto del 10% oppure del 20%: è cresciuto del 200%, e anche del 400%. Fino ad oggi, sono state sottovalutate, da molti se non da tutti, le implicazioni di questo balzo verso l’alto: implicazioni che sono serie sia per i mercati finanziari, sia per l’economia reale.
Fonte: BBG
Fonte: BBG
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 9 aprile 2018, abbiamo trattato i seguenti temi:
- La Borsa in Europa la settimana scorsa è rimbalzata puntando sul fatto che la media mobile a 200 giorni a New York abbia funzionato come supporto. Ma è vero?
- I dati per l’occupazione dagli Stati Uniti di venerdì scorso saranno riletti e reinterpretati questa settimana
- Il dollaro stamattina vicino a 1,2300 contro euro
- SEZIONE L'OPERATIVITA' questa settimana sul piano operativo ci occupiamo delle valutazioni e delle prospettive delle Borse europee
- SEZIONE L'ANALISI il tema della nostra Analisi sarà il peso del debito sui conti delle Aziende