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Quali strategie d’investimento adottare nel secondo semestre del 2017?

Secondo un vecchio adagio diffuso in borsa, occorre “acquistare al rombo dei cannoni e vendere al suono dei violini”. Ma siamo già arrivati a questo punto?

di Redazione Soldionline 28 giu 2017 ore 10:29

Mancano pochi giorni al termine del primo semestre del 2017, periodo caratterizzato dal ritorno della fiducia sui mercati azionari, in particolare in Europa, come sottolineato da François-Xavier Chauchat, Capo Economista e Membro del Comitato di investimento di Dorval AM.
Chauchat resta ottimista anche nei prossimi mesi, segnalando che la crescita mondiale è tornata oltre la soglia del 3% e che i rischi politici e sistemici nell’area euro si sono notevolmente ridotti con l’elezione di Emmanuel Macron in Francia.
Per l'esperto questo contesto rimane favorevole all’investimento in azioni. Nell'analisi seguente sono spiegati i motivi di questa indicazione.

 

strategie_1Da diversi mesi il ritorno della fiducia è tangibile sui mercati azionari, in particolare in Europa. Qualcosa di cui rallegrarsi? Secondo un vecchio adagio diffuso in borsa, occorre “acquistare al rombo dei cannoni e vendere al suono dei violini”.  

Ma siamo già arrivati a questo punto? Per farci un’idea della situazione, dobbiamo rispondere a tre importanti interrogativi:

  1.     Il ritorno della fiducia sui mercati azionari è giustificato dai fondamentali?
  2.     I prezzi di mercato scontano già le belle notizie?
  3.     Le borse restano razionali?

Per quanto riguarda il primo punto, quello relativo ai fondamentali, la valutazione di Dorval Asset Management è chiaramente positiva. Come previsto, la crescita mondiale è tornata oltre la soglia del 3% (3,6% nel primo trimestre 2017). La sua diffusione è straordinariamente ampia e coinvolge la maggior parte dei mercati emergenti.

 

Inoltre, i rischi politici e sistemici nell’area euro si sono notevolmente ridotti con l’elezione di Emmanuel Macron in Francia. Ma la prova finale in ambito politico avrà luogo in Italia entro la primavera 2018. L’Italia, il paese più euroscettico dell’area euro, si recherà alle urne in un contesto economico e politico molto diverso da quello del 2013. La ripresa dell’economia italiana si fa infatti più convincente, con un tasso di disoccupazione in calo e una crescita economica che interessa un sempre maggior numero di settori. Queste dinamiche agevolano la gestione delle sofferenze da parte delle banche. Inoltre, la spinta populista appare contenuta, con un rallentamento del Movimento 5 stelle alle ultime elezioni amministrative.

 

Infine, i tassi d’interesse reali rimangono negativi o pari a zero nella maggior parte dei paesi sviluppati per effetto delle politiche delle banche centrali, che non intendono ridurre gli sforzi finalizzati a riportare l’inflazione verso il 2% in modo sostenibile.

 

Questi fondamentali macroeconomici molto positivi sono stati confermati dai risultati pubblicati nel primo trimestre 2017 dalle società quotate a livello sia mondiale che europeo. Nell’area euro, la mediana della crescita degli utili per azione ha raggiunto il 13,5% per le società dell’EuroStoxx 300. Questo dato, corretto per gli effetti di cambio, è il migliore dal 2010. E i risultati sono stati ancora più favorevoli nell’universo delle small e mid cap. Dorval Asset Management prevede una prosecuzione di questa tendenza positiva nel 2018 e, ancora una volta, una crescita degli utili a due cifre in Europa.

 

Ma i prezzi non scontano già questo contesto straordinario?  Il P/E mediano di Wall Street si attesta a 18,2x e quello dell’area euro è pari a 16,7x gli utili attesi per i prossimi 12 mesi: si tratta di livelli prossimi ai massimi storici. Il divario fra l’Europa e gli Stati Uniti potrebbe ridursi ancora un po’, ma nel complesso il margine di manovra diventa molto limitato. Tuttavia, il premio di rischio delle azioni rispetto alle obbligazioni rimane favorevole, facendo apparire meno costose le azioni. I P/E dovrebbero quindi poter restare in prossimità dei livelli attuali, e i mercati azionari procedere in linea con l’incremento degli utili.

 

Tuttavia, Dorval Asset Management monitora attentamente l’andamento del mercato per proteggersi dal possibile rischio di euforia. Per il momento, il mercato sembra razionale. La sovraperformance delle azioni rispetto alle obbligazioni dalla fine della scorsa estate è perfettamente in linea con il ciclo economico. Inoltre, il livello di correlazione tra le azioni è piuttosto ridotto, a indicare che gli investitori operano una distinzione sufficiente tra i titoli vincenti e i perdenti. Ciò contraddice l’ipotesi di una bolla.

 

Questa valutazione induce quindi i gestori a non “vendere al suono dei violini”, ma a restare investiti ponendo una particolare attenzione alla valutazione delle attività.  Dal momento che le aspettative sono più elevate, si prospetta una certa asimmetria: il mercato sarebbe più vulnerabile alle notizie negative (sempre possibili) che sensibile a quelle positive.

 

In questo contesto che rimane favorevole all’investimento in azioni, i gestori privilegiano quindi l’area euro attraverso diversi temi: i titoli finanziari, l’edilizia, la ripresa degli investimenti e il tema di lungo periodo della digitalizzazione dell’economia. La scarsa correlazione tra le azioni costituisce un terreno particolarmente fertile per la selezione dei titoli.

 

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