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Quali prospettive per il DAX?

Da un punto di vista di metodologia di analisi è bene non definire il mercato azionario in senso generalista in quanto, sebbene vi siano delle logiche comuni che guidano il pricing delle azioni, sussistono profonde differenze tra i vari benchmark globali

di Redazione Soldionline 7 gen 2015 ore 15:59

A cura di Matteo Paganini e Davide Marone, FXCM

Da un punto di vista di metodologia di analisi è bene non definire il mercato azionario in senso generalista in quanto, sebbene vi siano delle logiche comuni che guidano il pricing delle azioni, sussistono profonde differenze tra i vari benchmark globali. Senza introdurre nell’analisi gli indici dei paesi emergenti e in via di sviluppo, un primo distinguo può essere avanzato tra i listini americani e quelli europei ed ancora tra quelli europei dei paesi “core” e dei paesi “periferici”. Banale infatti appare ricordare che vi sono specifici elementi legati al Paese di appartenenza con relativo rischio, elementi di composizione in termini settoriali, elementi ciclici, di politica monetaria e via dicendo, che concorrono a spiegare le discrepanze tra le dinamiche di prezzo dei vari indici. Fatta questa doverosa premessa, l’utilizzo del termine “azionario” risulterà in questa sede riferito perlopiù al nostro focus di analisi, quello cioè del Dax Tedesco. Nel momento in cui scriviamo, veniamo dai forti recuperi conseguiti agli storni della metà di dicembre a loro volta successivi al raggiungimento dei massimi storici a 10.100 punti di inizio mese; nel contempo il riferimento mondiale, l’S&P500, ha riagguantato i massimi storici a 2.080 punti.

Le logiche che hanno condotto ai rialzi degli ultimi 2 anni in particolare sono ormai note e apparirebbe perfino anacronistico ripercorrerle, mentre un punto storico relativamente recente e che può destare un interesse maggioritario è dello scorso ottobre, mese in cui la Federal Reserve ha dismesso totalmente il suo piano di Quantitative Easing. In molto analisti individuano quello come lo snodo cruciale per i famosi “storni di Borsa”, laddove l’enorme droga in dollari americani che era stata iniettata favorendo il rally delle azioni, veniva eliminata. Così, e noi ce lo aspettavamo, non è stato perchè ancora una volta ciò che guida i mercati, e cioè i tassi di interesse (attesi), conservano aspettative di stallo ancora per i mesi a venire così come si accennava nei capitoli precedenti in relazione alle comunicazioni più recenti rilasciate da Janet Yellen sulle eventuali tempistiche per ritocchi ai tassi di interesse. E con aspettative chiare ed ancorate, è verosimile ritenere che non sussistano reali motivi affinchè i grandi istituzionali vadano a dismettere posizionamenti strutturali long di equity, sebbene i volumi siano sempre più sottili e l’offerta sempre più rarefatta. Spostandoci progressivamente al fronte europeo, ci affacciamo ad un’altra tematica rilevante che riguarda il possibile Quantitative Easing europeo che, per quanto appaia un’ipotesi più concreta di quanto non apparisse fino solo a 6 mesi fa, presenta due obiezioni di fondo: i tassi di interesse sui bond governativi, anche periferici, sono ai minimi storici e l’effetto che gli acquisti da parte della BCE avrebbero da questo punto di vista sarebbero minimi e tutt’altro che provvidenziali.

Il secondo punto riguarda il valore dell’euro: esso si è già ampiamente svalutato anche in assenza di un QE europeo e, con un dollaro che ha tutti gli elementi per continuare a rafforzarsi, il cambio Eurodollaro potrà ancora permanere in uno scenario di deprezzamento. I due effetti che dunque sarebbero stati prorioritari per l’Eurozona sono già stati in qualche modo raggiunti e lo spazio di efficacia di un Quantitative Easing europeo apparirebbe dunque limitato, al di là della questione cruciale per così dire “politica” che vede la Germania strenua oppositrice ad una manovra di questo genere. In un’ipotesi concreta però di implementazione di una misura così straordinaria, e veniamo al topic, i listini europei non potrebbero che beneficiarne, in un contesto ancora di tassi radenti lo zero e liquidità a basso costo. La dimostrazione di ciò si è avuta, per quanto circoscritta ad un microcosmo temporale, proprio durante la Press Conference di Mario Draghi nell’ultimo meeting della BCE dello scorso 4 dicembre; fino a quando infatti l’espressione “Quantitative Easing” non è stata menzionata, e ciò ha riguardato sia la lettura dello statement ufficiale che la prima parte del dibattito con i giornalisti, l’euro ha vissuto forti apprezzamenti e di contro gli indici hanno stornato. Quando poi il tema si è prepotentemente inserito nella discussione, prontamente gli operatori hanno proceduto a repentine vendite di moneta unica e riacquisti di Borsa, fornendo l’idea precise dunque dei riflessi che l’effettiva comunicazione di un piano di questo genere potrebbe avere sui prezzi. E’ perciò evidente quanto possa essere questo il termometro per i più prossimi flussi di liquidità sui mercati, con le aspettative che potranno pesare non poco fino al prossimo meeting BCE del 22 gennaio.

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Ger30 Grafico Settimanale - Fonte FXCM Marketscope 2.0

germania_5Tecnicamente il grafico settimanale del Dax evidenzia con grande chiarezza, oltre che naturalmente i massimi di sempre, la mega area di supporto che va da 8.750 a 9.000 punti. Le potenti discese della seconda settimana di dicembre hanno portato alla formazione di un setuo di bearish engulfing che tuttavia non sembra ricevere conferme ottimali dal momento che la spinta ribassista non è segnalata da minimi vicini alle chiusure della settimana successive (quella in cui scriviamo oggi, 19 dicembre). Le chiusure sopra area 9.450 punti sembrano perciò poter indicare ancora grande forza del prezzo, con riassorbimenti veloce dell’offerta e possibilità dunque di rivedere le aree di massimo. Non avendo riferimenti storici risulta naturalmente più complessa l’individuazione di aree di target sopra i massimi, che andremo a stimare muovendoci per soglie psicologiche e per proiezioni dei movimenti finora visti a 10.200, 10.350/70 e 10.500/20.

ger30-grafico-giornaliero
Ger30 Grafico Giornaliero - Fonte FXCM Marketscope 2.0

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