QE: vi ricordate a chi serve?
Oggi vi descriviamo il delicato compito di Draghi alla riunione BCE di dopodomani: prolungare una politica senza spiegarne le finalità
di Valter Buffo 17 gen 2017 ore 09:18Commento giornaliero di www.recce-d.com
Sono più numerose, e più importanti, del solito le incertezze che precedono la riunione di giovedì prossimo della BCE: forse per questo, da ieri mattina è partita una intensa campagna di stampa, che procede a colpi di “indiscrezioni”, che poi sono niente altro che telefonate della stessa Bce ad alcuni giornalisti ritenuti amici. Proprio come si fa in politica, anche in questa situazione lo scopo è quello di indirizzare ed addomesticare l’opinione pubblica, anticipando il risultato della riunione: tutti devono aspettarsi che la Bce mantenga inalterato il suo indirizzo, mantenga inalterate le dimensioni del suo intervento, e mantenga inalterata la sua retorica nella conferenza stampa.
Il rischio dovrebbe risultare evidente a tutti gli amici lettori. Giovedì basterà una sola virgola, un solo piccolo cambio di terminologia, per scatenare una ridda di commenti e di reazioni. Che cosa costringe Draghi a un comportamento che non era per nulla necessario? Beh … si può spiegarla così: Draghi ha, semplicemente, anticipato le obiezioni che riceverà lui stesso, durante la riunione del Board. La principale delle quali Recce’d la ha già esposta, con molta evidenza, nelle ultime settimane nel proprio The Morning Brief, e può essere riassunta come segue: Draghi non è in grado di spiegare, oggi, quali criteri guidino, e quali obbiettivi si prefigga, una politica monetaria con i tassi ufficiali nominali negativi per un’economia, come quella del centro Europa, che cresce dello 1,5%-2% l’anno con una inflazione che sta tra lo 1% ed il 2% annuo. Non ha, semplicemente, alcun senso: a meno che non si facciano entrare in gioco questioni squisitamente politiche (due su tutte: la cosiddetta “tenuta dell’Unione” e la cosiddetta “crisi delle banche”), questioni politiche che come tutti voi sapete non rientrano nello statuto della Bce e mai dovrebbero entrare nei loro processi di decisione, se la Bce fosse una autentica Banca Centrale indipendente. Le anticipazioni ai giornali servono a Draghi per rafforzare la propria posizione, che come tutti sanno non è condivisa da tutti dentro al Board: “non possiamo deludere le aspettative dei mercati, il rischio è generare instabilità” dirà Draghi, e in questo modo si arriverà all’ennesimo compromesso. Le aspettative oggi sono quelle rappresentate nei due grafici sotto, con la Bce ferma fino a settembre e poi pronta ad allungare ulteriormente il periodo di QE: il mercato si aspetta una specie di Draghi Forever, motivato … da nulla, una medicina che stordisce, annebbia e non risolve mai. La domanda che resterà anche dopodomani senza risposta è: con quali obbiettivi si va avanti? Questa politica a chi serve veramente?
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CONCLUSIONE Recce’d oggi descrive il delicato compito di Draghi alla riunione BCE di dopodomani: prolungare una politica senza spiegarne le finalità
Nel daily dedicato ai Clienti, The Morning Brief, di oggi 17 gennaio 2017, abbiamo trattato i seguenti temi:
- Theresa Maybe e la sterlina GBP: un copione già visto, almeno due volte negli ultimi sete mesi
- Curiosa la debolezza del dollaro USA prima dell’insediamento di Trump
- I dati per l’inflazione di oggi e domani muoveranno il comparto delle obbligazoni
- SEZIONE L'OPERATIVITA' Il dato di venerdì scorso per le vendite al dettaglio ha confermato l’attualità del nostro lavoro sul settore dei Beni di Consumo
- SEZIONE L'ANALISI Ci è sembrato utile approfondire per chi ci legge il tema del commercio internazionale nella settimana di Insediamento di Trump