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Quali le prossime opportunità sull'azionario?

In un contesto di continua volatilità, favorito dagli accadimenti cinesi, sarebbe da preferire l’azionario dei mercati sviluppati, in particolar modo tecnologia ed healthcare

di Redazione Soldionline 4 set 2015 ore 11:13

Dove orientare le proprie scelte di investimento in queste settimane così volatili? Come districarsi tra Emergenti in difficoltà, materie prime in costante declino, cambi poco prevedibili e borse capricciose? Secondo il team di Global Equity Research di Union Bancaire Privée - UBP meglio favorire l'azionario dei mercati emergenti. Ecco perché.

La persistente volatilità, i dati macroeconomici deboli in Cina, le decisioni sullo yuan da parte della People’s Bank of China, insieme ad una crescente incertezza intorno a Turchia e Indonesia, hanno acuito il sentiment negativo verso l’azionario dei Mercati Emergenti in generale. A nostro avviso, la divergenza all’interno del complesso dei Mercati Emergenti aumenterà in quanto i vari Paesi non hanno la stessa sensibilità verso i prezzi delle materie prime, le esportazioni, il dollaro americano e i tassi di interesse Usa.

Crediamo che i mercati azionari dei Mercati Emergenti continueranno a premiare quei Paesi che sono in grado di implementare riforme importanti e hanno bilanci solidi (ad esempio Cina, India, Indonesia, Turchia e le Filippine). Dati gli importanti interventi attuati dalle Banche centrali a livello globale, la volatilità delle valute continuerà ad essere un tema rilevante nel prossimo futuro.

analisti_1Per quanto riguarda le valutazioni, i Mercati Emergenti stanno incominciando a essere più attraenti sia su base assoluta che relativa. Tuttavia, la reddittività sta continuando a deteriorarsi con l’eccezione dei Mercati Emergenti in Asia (alcuni recenti miglioramenti devono essere riconosciuti). Le valutazioni relative a sconto rispetto all’indice MSCI dei Mercati Sviluppati sono giustificate per via della contrazione persistente dei ROE (Return on Equity) e dei margini che abbiamo visto da metà 2010. Le paure principali per i Mercati Emergenti sono l’incremento continuo dei costi (inflazione salariale), la contrazione dei margini e la vulnerabilità macroeconomica. Non vediamo nessun catalizzatore di breve termine che possa invertire tale trend.

Inoltre, in un contesto di continua volatilità e di oscillazioni dello yuan decise dalla Banca Centrale Cinese, continuiamo a favorire l’azionario dei Mercati Sviluppati, in particolar modo le azioni tecnologiche ed Healthcare, che sono riuscite a mantenere performance positive.
Dato che il settore IT è un settore che vive sull’attrattività del singolo momento, è molto sensibile alla crescita, dunque è sorprendente che l’indice sia sceso solo del 6% rispetto ai suoi massimi di maggio, dato il rallentamento dei fondamentali. I bassi livelli delle valutazioni sono probabilmente una delle principali ragioni di questa stabilità. I settori difensivi dell’IT (servizi IT, software) continuano a fare meglio del mercato, mentre anche internet è un segmento da tenere sott’occhio.
Il settore dell’Healthcare in agosto è in linea con il mercato nel suo complesso. Mentre i fondamentali rimangono solidi e il settore è meno esposto al rallentamento dei dati macro economici rispetto ai settori più ciclici, il movimento non sorprende più di tanto considerate le ottime performance degli ultimi mesi.
La correzione è stata più marcata nel segmento delle biotecnologie, in particolare per Biogen (poiché non ha centrato il target sul fatturato e ha tagliato la guidance) e per le azioni small- e mid- cap più speculative. L’Indice NASDAQ biotech è precipitato del 12% dai massimi di metà luglio (ancora però in rialzo del 15% da inizio anno). Nonostante tutto, sarebbe prematuro affermare la fine del mercato rialzista nel settore biotech, specialmente in un periodo di vacanza in cui i flussi di notizie sono più esigui.
Per quanto riguarda le buone prestazioni delle azioni dei Big Pharma registrate negli ultimi anni, esse sono state principalmente il risultato di un’espansione dei multipli, ma devono ancora portare alle crescite degli utili per giustificare le valutazioni premium. Le attività di M&A potrebbero scendere se il contesto diventasse più sfavorevole.

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