Prospettive positive per il mercato azionario nonostante il rallentamento della crescita nell’Unione Europea
All'interno dell'Allianz Global Investors Insights, Neil Dwane (CIO Equity Europe di AllianzGI) parla delle positive prospettive del mercato azionario europeo, nonostante il rallentamento della crescita nell’Unione Europea
di Redazione Soldionline 6 feb 2015 ore 14:29A cura di Allianz Global Investors
All'interno dell'Allianz Global Investors Insights, Neil Dwane (CIO Equity Europe di AllianzGI) parla delle positive prospettive del mercato azionario europeo, nonostante il rallentamento della crescita nell’Unione Europea: un ribilanciamento regionale per gli investitori europei a caccia di un rendimento ragionevole dovrebbe implicare una rotazione dalle obbligazioni alle azioni nel 2015.
Ecco cosa dichiara l'analista:
Il 2014 è ormai alle nostre spalle e i festeggiamenti per il nuovo anno sono finiti. La BCE ha deciso di non avviare il Quantitative Easing a inizio dicembre, negando ai mercati una vacanza anticipata, e le banche dell’Eurozona hanno quindi optato per non attingere in misura significativa al piano TLTRO e hanno chiesto solamente 130 miliardi di euro.
All’inizio del 2015 le prospettive di crescita economica sono pertanto sotto tono dopo che la BCE ha rivisto al ribasso le stime di crescita e inflazione, suscitando molto clamore nei mercati col Quantitative Easing, nonostante la resistenza politica della Germania e di altri paesi e la mancanza di prove sull’efficacia di questa manovra per l’economia reale.
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Eppure, mentre il quadro macroeconomico resta alquanto incerto (con la burrasca delle elezioni in Grecia, le difficoltà in Spagna e le elezioni di inizio estate nel Regno Unito), lo scenario non è così negativo per l’Europa.
Il mercato azionario continua a presentare valutazioni interessanti e offre un buon potenziale di rialzo rispetto ai mercati obbligazionari e del credito nel pieno di una financial repression. Le imprese sono impegnate nella ristrutturazione dove l’Europa è almeno 10 anni indietro rispetto agli Stati Uniti. L’indebolimento dell’euro stimolerà gli utili europei nel 2015; dopo 5 anni di recessione finalmente gli utili in Europa cresceranno più rapidamente che negli Stati Uniti per la prima volta dall’avvio della crisi finanziaria globale.
A fronte della scarsa correlazione tra crescita economica e utili aziendali, le imprese europee sono attivamente impegnate in un processo di ristrutturazione e riorientamento che incrementa il rendimento per gli azionisti e crea una buona base per la redditività futura. Il calo del prezzo del petrolio è un fattore positivo per l’Europa, poiché “libera” circa l’1% del Pil che può essere riversato in consumi e investimenti.
Il piano infrastrutturale dell’Unione Europea potrebbe essere il primo di una serie di piani fiscali per alimentare la domanda nei prossimi anni.
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In Europa gli investitori oggi devono assumere un rischio più alto per ottenere un rendimento, infatti quasi tutti i titoli sovrani e oltre la metà dei mercati del credito investment grade producono un rendimento inferiore all’1%, eppure gli investimenti nel reddito fisso rappresentano circa l’80% del portafoglio di molti investitori!
Un ribilanciamento regionale per gli investitori europei a caccia di un rendimento ragionevole dovrebbe implicare una rotazione dalle obbligazioni alle azioni nel 2015.