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Prospettive economiche globali: le ragioni per un cauto ottimismo

Nel corso del suo Secular Forum PIMCO ha aggiornato le sue posizioni sulle prospettive economiche globali. Ecco i trend da seguire e i principali rischi di cui tener conto

di Mauro Introzzi 4 giu 2015 ore 11:44

Nel corso del suo Secular Forum, in cui i suoi esperti (e alcuni illustri oratori come Ben Bernanke e Jean-Claude Trichet) si sono confrontati per esaminare e valutare il panorama economico, dei mercati finanziari, delle politiche economiche e delle dinamiche geopolitiche a livello globale, il colosso americano PIMCO ha aggiornato le sue posizioni sulle prospettive economiche globali. Per le quali ci sono “sufficienti ragioni che inducono a un cauto ottimismo”.

PIMCO: ANALISI DEL CONTESTO MACRO
Gli esperti di PIMCO continuano ad attendersi un mondo a velocità differenziate, nel quale le economie convergono verso modesti tassi di crescita tendenziale. Secondo gli esperti l’economia globale non sarebbe più vincolata dal deleveraging del settore privato, “che impara invece a convivere con livelli record di debito pubblico e privato senza quel alleggerimento che proverrebbe da una crescita più rapida o da un’inflazione più elevata rispetto a quanto previsto”.

mondo_4Il sistema finanziario globale, “con una patrimonializzazione migliore rispetto al periodo pre-crisi, è forse meno vulnerabile a una crisi sistemica, ma offre anche meno liquidità agli investitori”.

Sul fronte dei prezzi gli esperti di PIMCO non prevedono un imminente rialzo verso i target d’inflazione del 2% che le banche centrali internazionali mirano a conseguire.

Secondo PIMCO, quindi, continueremo a trovarci ancora per qualche tempo in quello che è stato ribattezzato dallo stesso gruppo americano di “nuova neutralità”, “nel quale le banche centrali saranno costrette a fissare i tassi ufficiali a livelli nettamente inferiori a quelli prevalenti prima della crisi”.

PIMCO: I 6 TREND DA SEGUIRE
Secondo PIMCO, quindi, le tendenza globali da sfruttare sono fondamentalmente 6:

1. Convergenza verso i tassi di crescita potenziale della “nuova normalità” nelle economie sviluppate ed emergenti.

2. Evoluzione verso un sistema bancario globale soggetto a una maggiore regolamentazione e caratterizzato da una più solida patrimonializzazione.

3. Transizione dalla scarsità all’abbondanza di energia grazie alla rivoluzione dello “shale” gas.

4. Accelerazione dalla deflazione verso il target d’inflazione del 2% nelle maggiori economie.

5. Passaggio (trend incipiente) da una sovrabbondanza di risparmio globale sostenuta dal calo dei prezzi delle commodity verso una riduzione degli squilibri globali a fronte di una domanda più sostenuta; ciò dipenderà in qualche misura dalla capacità della Cina di effettuare la transizione verso un livello di reddito medio.

6. Adozione (un altro trend incipiente) di politiche economiche più efficaci nelle principali economie emergenti (Cina, India) e sviluppate (Eurozona, Giappone), con almeno la possibilità di futuri cambiamenti significativi della politica economica statunitense (immigrazione, esportazioni petrolifere, autorità di promozione del commercio).

 

PIMCO: I RISCHI DEL LUNGO PERIODO
6 sono anche i rischi che caratterizzeranno il nostro futuro:

1. Alla luce dei tassi modesti di crescita tendenziale e d’inflazione, dei bassi tassi ufficiali, dei bilanci pubblici in aumento e del debito pubblico elevato, se nei prossimi cinque anni l’economia globale dovesse scivolare in recessione, pochi paesi disporrebbero del margine di manovra necessario per adottare una politica espansiva.

2. Il sistema bancario globale, soggetto a una maggiore regolamentazione e caratterizzato da una più solida patrimonializzazione, riserva una quota ridotta del suo bilancio al market making, con conseguenti flash crash, vuoti d’aria e volatilità.

3. Il passaggio dalla scarsità all’abbondanza di energia crea vincitori e perdenti e ha un effetto netto positivo sulla domanda globale solo se l’aumento dei consumi dei vincitori compensa il taglio dei consumi e della spesa per investimenti dei perdenti.

4. Finora i mercati hanno reagito ordinatamente ai conflitti geopolitici, ma attualmente il “rischio di disastro” è in una certa misura scontato dalle attività finanziarie ed è fonte di volatilità e di rischio per le quotazioni azionarie e per gli spread creditizi, mentre aumenta il potenziale di rialzo dei prezzi dei titoli di Stato americani e dei Bund.

5. Scenari estremi positivi e negativi per l’inflazione globale sono entrambi possibili; nell’orizzonte di 5 anni un’impennata dell’inflazione oltre i target delle banche centrali è più probabile di quanto si possa pensare.

6. Un trend si definisce nascente per un motivo – esiste il rischio che non si sviluppi – e vi è un rischio anche per il nostro scenario di riferimento ottimistico, che prevede politiche economiche più efficaci nelle principali economie emergenti e sviluppate e la possibilità di futuri cambiamenti significativi della politica economica statunitense nel nostro orizzonte di lungo periodo. Permane il rischio estremo di polarizzazione politica nell’Eurozona e/o di uscita del Regno Unito dall’Unione europea. In Cina, le riforme in programma sono ambiziose ma il successo non è assicurato e, in particolare, la liberalizzazione del conto capitale sarà un obiettivo difficile da raggiungere nell’orizzonte temporale annunciato.
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