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Previsioni 2015, opportunità e rischi secondo Unicredit

Con riferimento alla situazione italiana, Unicredit stima un aumento del Pil nel nostro paese nel 2015, quantificata in un +0,5%. Spread Btp-Bund per il 2015 stimato a 80 punti base

di Edoardo Fagnani 10 dic 2014 ore 11:15

Unicredit si attende un’accelerazione dell’economia mondiale nel corso del 2015, considerando che negli ultimi trimestri la crescita globale è tornata sui valori di medio-lungo termine, trainata da Stati Uniti e Regno Unito, mentre la zona euro e i principali mercati emergenti scontano ancora alcuni ritardi.
Marco Valli, responsabile Unicredit dell’area macroeconomica, sostiene che al momento non è scontato che la BCE proceda con Quantitative Easing. Secondo Valli uno strumento alternativo al Quantitative Easing potrebbe essere la svalutazione del cambio euro/dollaro.
Gli esperti dell’istituto segnalano che il rischio principale per il 2015 è costituito dal conflitto Russia-Ucraina, anche se un eventuale congelamento della crisi tra i due paesi favorirà il rimbalzo degli indici di sentiment in generale in Europa. Inoltre, Unicredit seguirà con attenzione gli sviluppi politici di alcuni paesi periferici dell'Eurozona all'approssimarsi di elezioni politiche dall'esito incerto, in particolare in Spagna e Portogallo. Inoltre, gli analisti hanno segnalato che la situazione politica della Grecia resta incerta, considerando che si avvicinano le elezioni presidenziali.

20152Più nel dettaglio, secondo gli esperti di Unicredit, il miglioramento dell’economia, in particolare nella zona euro, dovrebbe essere favorito dalla consistente riduzione del prezzo del petrolio.
Uno scenario che sta favorendo le famiglie e le imprese in Europa, negli Stati Uniti e nella maggior parte dei paesi emergenti.

Secondo Unicredit, l’economia in Europa sarà favorita dal calo del prezzo del petrolio e dalla svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro. Parallelamente l’inflazione core dovrebbe restare praticamente stabile nel corso del prossimo anno.
Sulla base di questo scenario, Unicredit stima una crescita del Pil in Europa dell’1% nel 2015, passando dal +0,8% previsto per l’esercizio in corso.

Con riferimento alla situazione italiana, Unicredit stima un aumento del Pil nel nostro paese nel 2015, quantificata in un +0,5%, dopo un 2014 in cui la crescita economica dovrebbe risultare negativa dello 0,4%. La ripresa in Italia, quindi, è definita modesta. Gli esperti stimano un aumento del Pil dell’1,1% nel 2016. La crescita italiana, secondo Unicredit, sarà trainata dalle esportazioni, sfruttando la svalutazione dell’euro. I principali mercati di sbocco dell’Italia, infatti, si trovano al di fuori della zona euro.
Gli esperti di Unicredit stimano una debole ripresa dell’occupazione nel corso dei prossimi trimestri. Tuttavia, il tasso di disoccupazione faticherà a scende sotto il 13%. Con la ripresa dell’occupazione dovrebbero ripartire i consumi delle famiglie, sostenendo la crescita dell’economia nel nostro paese.
Gli esperti di Unicredit stimano a 80 punti base lo spread Btp-Bund per il 2015, mentre per la fine di quest’anno l’obiettivo è di 120 punti.

euro-dollaro2Gli Stati Uniti giocheranno un ruolo di driver della crescita mondiale nel 2015. Il pil statunitense è previsto in crescita nel 2015 del 3% dal 2,4% stimato per l’esercizio in corso, grazie all’aumento della crescita dei consumi privati, che potranno sfruttare un reddito disponibile superiore.
Di conseguenza, a metà del prossimo anno la Fed tornerà a incrementare i tassi di interesse per la prima volta da quando è scoppiata la crisi dei mutui subprime. Secondo Unicredit, i tassi saliranno all’1% a fine 2015, per poi essere portati al 3% entro la fine del 2016. Tuttavia, non è escluso che la banca centrale statunitense possa decidere di rinviare al terzo trimestre l’aumento dei tassi.

Secondo Unicredit, quindi, nel 2015 il dollaro avrà un ruolo fondamentale nell’economia mondiale. Il biglietto verde resterà forte, nonostante il rialzo dei tassi della FED.
Unicredit si attende un indebolimento dell’euro, che, tuttavia, non dovrebbe collassare. Secondo gli esperti il cambio euro/dollaro dovrebbe stabilizzarsi a 1,15 entro la fine del 2015. Addirittura, nel caso in cui la BCE partisse con il Quantitative Easing, l’euro potrebbe svalutarsi maggiormente, per arrivare fino a 1,1.
Anche lo yen dovrebbe continuare a deprezzarsi nei confronti nel dollaro.

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