Per Credit Suisse le azioni restano la classe di asset da preferire
Nonostante un leggero incremento dei rendimenti nsui mercati dei capitali dell’UME, le obbligazioni interne core non sembrano interessanti. Prediligiamo il debito periferico e, nell’ambito delle azioni europee, continuiamo a favorire Germania e Italia. Inoltre abbiamo modificato il nostro giudizio sulla Spagna a neutrale
di Redazione Soldionline 1 giu 2015 ore 12:44A cura di Anja Hochberg CIO – Europe & CH - Credit Suisse
A livello globale, i dati economici continuano a indicare una maggiore crescita per il secondo semestre dell’anno. Nel contempo, negli USA, sussistono prove evidenti di una certa distorsione statistica dei dati, che attualmente risultano deboli, per via dei cosiddetti fattori di adeguamento stagionale. Al di là di questi elementi, la crescita economica negli USA è destinata a riprendersi per via della generale solidità del mercato del lavoro, dei bassi prezzi del petrolio, di un livello d’indebitamento delle economie domestiche private più basso e dell’aumento della ricchezza – tutti fattori determinanti per la domanda dei consumatori. I miglioramenti economici a livello globale, come la riaccelerazione in Europa e i solidi interventi politici in Cina, sostengono ulteriormente le prospettive per gli investimenti e le esportazioni statunitensi. Grazie alla crescita economica statunitense nuovamente ai livelli del PIL potenziale nel secondo semestre dell’anno, continuiamo a intravedere un primo rialzo dei tassi, che verrà comunicato con attenzione, da parte della Fed a settembre.
Per la Cina, nonostante i problematici processi di adeguamento strutturale in corso i nostri economisti prevedono un rasserenamento delle prospettive cicliche, per via degli interventi solidi e mirati di politica monetaria e fiscale. In Europa continuiamo a prevedere una ripresa economica generale che, nella maggior parte dei paesi presi in considerazione, gode del sostegno sia della domanda esterna che di quella interna. La recente solidità dell’EUR non andrà a modificare sostanzialmente queste prospettive, sebbene terrà impegnata la Banca centrale europea a contenere l’euro. Al fine di contrastare i trend legati all’offerta e alla domanda stagionali, con ogni probabilità la BCE anticiperà il suo programma di acquisto di obbligazioni. Una delle statistiche più indicative sul fatto che la ripresa economica stia cominciando a sospingere la domanda dei consumatori è il significativo incremento delle immatricolazioni di auto.
Strategia d’investimento europea
Per prima cosa, manteniamo la nostra solida preferenza per le azioni rispetto alle obbligazioni. Mentre abbiamo osservato un primo incremento, visibile e determinato principalmente da fattori tecnici, dei rendimenti sui mercati dei capitali europei, non riteniamo ancora interessanti gli attuali livelli di rendimento per le obbligazioni core. I titoli di stato core, in particolare in Germania, sono ancora ben lontani da un valore equo giustificato sul piano economico, il che rende tali investimenti vulnerabili ad altre correzioni. Si ipotizza che anche l’ulteriore incremento previsto dei rendimenti produrrà proventi negativi, per via del ridotto cuscinetto rappresentato dalle cedole. Nella nostra sezione di approfondimento analizzeremo più in dettaglio i fattori che sospingono questo primo incremento dei rendimenti sui mercati dei capitali e le relative prospettive.
Si possono ancora trovare alternative alle obbligazioni core dell’Eurozona nel debito periferico, dove il valore è leggermente aumentato nelle ultime due o tre settimane. Mentre il mercato si focalizzerà ancora sulle discussioni in corso sulla Grecia, le obbligazioni spagnole (che sono considerate più vulnerabili al rischio greco) di recente hanno cominciato a smettere di registrare un’underperformance rispetto al debito italiano, potenzialmente meno colpito. Inoltre, mentre una «Grexit» non è ancora il nostro scenario principale, ma è più uno scenario di rischio, prevediamo che la BCE proteggerà questi mercati da consistenti effetti di contagio. I rendimenti, che attualmente sono leggermente più elevati sul debito periferico, possono pertanto essere ancora impiegati quale fonte di rendimento in un portafoglio a reddito fisso europeo. Inoltre, per i portafogli obbligazionari europei, continuiamo a raccomandare di detenere obbligazioni a rendimento più elevato (ossia le obbligazioni dei mercati emergenti), riducendo però un po’ la quota dei titoli high-yield statunitensi, per via della loro solida performance e di un’eventuale volatilità antecedentemente al primo rialzo dei tassi negli USA.
Come sottolineato nei precedenti numeri, le soluzioni obbligazionarie flessibili che possono funzionare nei vari segmenti, strumenti e scadenze del reddito fisso godono del miglior posizionamento in assoluto per questo quadro problematico. Inoltre, per gli investitori nel reddito fisso in particolare raccomandiamo ancora un bilanciamento dei portafogli con gli investimenti alternativi. Mentre abbiamo ridotto leggermente la nostra esposizione verso i segmenti a reddito fisso più rischiosi ridimensionando i titoli high yield statunitensi, abbiamo incrementato la nostra preferenza per le azioni elvetiche che, a nostro giudizio, sostenute da un miglioramento del trend degli utili e dalla prevista debolezza valutaria (più debolezza rispetto all’USD e maggiore stabilità rispetto all’EUR), con ogni probabilità evidenzieranno un’outperformance in rapporto ai mercati globali. Questo giudizio trova altresì il supporto delle nostre prospettive più positive per il settore sanitario globale. Per quanto riguarda la quota azionaria globale complessiva per un investitore europeo, preferiamo attualmente mantenerla al suo livello strategico.
Per via di alcuni indicatori tattici ancora poco brillanti e dei rischi di evento ancora presenti (ad es. culmine dei negoziati sulla Grecia), stiamo aspettando maggiori segnali che il mercato sta ritrovando il suo trend positivo, sostenuto dalle prospettive economiche globali, da valutazioni non eccessive, dalla mancanza di alternative d’investimento e da livelli ancora elevati di liquidità non investita. Continueremo a focalizzarci sul Giappone, ma stiamo ridimensionando la nostra valutazione del mercato australiano a neutrale. Nell’Eurozona, dove abbiamo proceduto a delle prese di beneficio un paio di settimane fa, manteniamo le nostre previsioni positive per il mercato tedesco per via delle prospettive intatte di un deprezzamento dell’euro e della favorevole dinamica relativa degli utili, come riportato nel grafico sottostante. La Germania ha evidenziato un’underperformance, in parte per via del recente apprezzamento dell’euro, ma riteniamo che le possibilità restino intatte per una ripresa del mercato partendo da qui. Confermiamo altresì il nostro giudizio di outperform sull’Italia, ma riteniamo che sia una raccomandazione che sta giungendo al termine, che quindi monitoreremo molto da vicino. Di contro, la dinamica di mercato per la Spagna è migliorata da un punto di vista tecnico. Considerando anche una posizione favorevole sul piano delle valutazioni, abbiamo portato il nostro giudizio a neutrale.