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Paesi emergenti: sell off da valute e tassi

L’elezione di Trump, la Brexit e le prossime mosse della Fed potrebbero mettere in crisi i Paesi Emergenti, gli unici che attualmente possano far ripartire l’inflazione ed i consumi.

di Guido Gennaccari 15 nov 2016 ore 09:19

A cura di TradingRoomRoma

L’elezione di Trump, la Brexit e le prossime mosse della Fed potrebbero mettere in crisi i Paesi Emergenti, gli unici che attualmente possano far ripartire l’inflazione ed i consumi a livello mondiale in un periodo di “trappola della liquidità” globale con paradosso, in molte aree geografiche, dei tassi negativi.

lente_17Attenzione che generalmente, negli ultimi  quattro anni, quando il “soverign risk premium” dei paesi emergenti saliva e il Dollar Index scendeva, l’azionario saliva e viceversa; una correlazione inversa (con DI in salita e SRP in discesa) ha sempre anticipato una discesa dell’equity.

Se poi si considera il fenomeno dello “Shadows Banking”, dove si negoziano alti volumi e si creano le tendenze dei mercati che poi sfociano sugli Exchange regolamentati, è palese come nei paesi “Avanzati” si lavori OTC sui derivati sui tassi d’interesse, manovra che si riflette poi in altrettanti volumi, sempre OTC, sulle valute nelle piazze Emergenti.

Le politiche monetarie delle Banche Centrali obbligano i mercati valutari dei paesi Emergenti ad adeguarsi, tenendo conto di Cigni Neri quali il recente Franco Svizzero, la Brexit e Trump (vedi Peso Messicano).

Se caduta sarà, dove potrà arrivare? Potremmo rivedere gli 780 punti del MSCI EM index, supporto la cui rottura potrebbe far tornare l’indice ai minimi del 2016 a 690 punti. Allacciare le cinture.

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