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Possiamo aspettarci nuovi minimi dei mercati finanziari?

Nadége Dufosse - Global Head of Multi-Asset di Candriam – si domanda quali elementi potrebbero causare una nuova capitolazione degli investitori nel 2023

di Redazione Soldionline 3 gen 2023 ore 10:05

I principali mercati finanziari hanno terminato il 2022 con forti ribassi, evidenziando anche alcuni periodi caratterizzati da forte volatilità.

Su queste basi, quindi, è iniziato il 2023. “Nel nostro scenario economico attuale, con una decelerazione dell’inflazione e della crescita economica, ma senza grave recessione, non ci aspettiamo di vedere un nuovo minimo nella prossima fase”, ha segnalato Nadége Dufosse, Global Head of Multi-Asset di Candriam.

Parallelamente, l’esperta si domanda quali elementi potrebbero causare una nuova capitolazione degli investitori nel 2023. Nell’analisi seguente Nadége Dufosse prova a rispondere a questo quesito.

trading-azioniA ottobre, abbiamo raggiunto livelli estremi sui mercati finanziari: sentiment fortemente negativo degli investitori sull’economia e sull’andamento atteso dei mercati, volatilità storicamente elevata per tutte le asset class.

Questi livelli di estremo pessimismo costituiscono in generale segnali di contrasto all’acquisto abbastanza potenti. L’anno si chiude comunque con un’anomalia: non abbiamo constatato deflussi di rilievo dalle azioni, come osserviamo di solito con un tale livello di pessimismo. Gli investitori sembrano aver mantenuto un’esposizione alle azioni più elevata di quanto lasciassero presagire le loro previsioni sull’economia e sui mercati. Diverse ragioni possono spiegare questo comportamento e, in particolare, l’assenza di alternative.

 

Infine, tra gli indicatori da noi analizzati manca una vera e propria capitolazione che coniughi sentiment e flussi.

Quali elementi potrebbero causare una nuova capitolazione degli investitori nel 2023?

A nostro avviso, un potenziale nuovo minimo potrebbe essere provocato da uno sbandamento rispetto alle previsioni economiche:

  • come è accaduto nel 2022, sorprese sull’inflazione nuovamente al rialzo, con una crescita economica piuttosto resiliente che vanifica le speranze   di una svolta delle banche centrali;
  • o un “hard landing”, con una recessione più profonda di quanto previsto oggi dai mercati finanziari;
  • o un incidente finanziario con un contagio più ampio (scenario simile a quello del 2008). Le banche centrali restano vigili e puntano a contenere non solo l’inflazione ma anche i rischi per la stabilità finanziaria.

Nel nostro scenario economico attuale, con una decelerazione dell’inflazione e della crescita economica, ma senza grave recessione, non ci aspettiamo di vedere un nuovo minimo nella prossima fase. Prevediamo che i mercati azionari si muovano in un intervallo piuttosto ampio: limitati al rialzo dall’azione delle banche centrali, che faranno in modo che le condizioni finanziarie non si allentino troppo rapidamente, se l’economia dovesse resistere bene, e sostenuti da una svolta più rapida della politica monetaria, se l’economia fosse colpita troppo duramente.

Per quanto riguarda le obbligazioni, il carry ricostituito dall’aumento dei rendimenti nel 2022 ci sembra interessante. La decelerazione dell’inflazione dovrebbe permettere un calo della volatilità sulle obbligazioni, che permetterà di ridurre la volatilità sulle altre asset class.

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