Occhi puntati sulla BCE. L’Italia guida i mercati azionari
Alessandro Allegri, Amministratore Delegato di Ambrosetti Asset Management Sim, ha segnalato che l’attenzione degli operatori alle future mosse delle Banche Centrali rimane alta; focus su Italia e Germania
di Redazione Soldionline 9 ott 2017 ore 11:36Da pochi giorni è iniziato il terzo e ultimo trimestre del 2017 per i mercati azionari internazionali. Il focus degli operatori è sulle mosse della BCE.
Alessandro Allegri, Amministratore Delegato di Ambrosetti Asset Management Sim, ha segnalato che “l’attenzione degli operatori alle future mosse delle Banche Centrali rimane alta, il rientro da un atteggiamento espansivo è fuori di dubbio ma rimane incerta la portata e la dinamica dei futuri rialzi dei tassi di interesse ed in questa risiede la maggior preoccupazione”.
Tuttavia, l’esperto si conferma ottimista sulle prospettive dei mercati azionari nel periodo di riferimento. “Privilegiamo in particolare l’azionario Euro rispetto a Giappone e Stati Uniti tra le principali aree, con una focalizzazione in particolare su Italia e Germania”.
Il terzo trimestre dell’anno si conclude con performance in crescita e soprattutto con l’indicazione della consapevolezza da parte degli operatori circa lo sviluppo di un percorso di chiaro miglioramento del ciclo economico e di conseguenti buone prospettive di sviluppo che il mercato sta prezzando con costanza ormai da alcuni trimestri. Rispetto a qualche anno fa i mercati, oggi, risultano maggiormente sostenuti da dati macroeconomici di valore, con un ciclo economico in ripartenza, piuttosto che dalle politiche monetarie accondiscendenti delle diverse Banche Centrali, il cui ruolo sta gradatamente affievolendosi. L’attenzione degli operatori alle future mosse delle Banche Centrali rimane alta, il rientro da un atteggiamento espansivo è fuori di dubbio ma rimane incerta la portata e la dinamica dei futuri rialzi dei tassi di interesse ed in questa risiede la maggior preoccupazione.
La buona crescita europea, guidata dai consumi domestici, sembra avvicinare la rimozione degli stimoli monetari ma si attendono segnali importanti e stabili sul lato inflazione prima di vedere interventi strutturali. Negli USA, invece, cresce il dubbio riguardo le possibilità della Fed di rispettare le attese rialziste sui tassi, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni circa le imprecise stime effettuate, mentre il Giappone continua a dover gestire un clima deflattivo e non si attendono variazioni di rilievo nella strategia espansiva della BoJ mirata a controllare la curva dei rendimenti. Venendo ai risultati le ultime settimane hanno visto protagonisti i mercati azionari dell’area Euro (+4.44% nel mese) guidati sia dalla Germania che soprattutto dall’Italia (+10.26% nel trimestre). Ad essi si affianca il Giappone (+3.90% a settembre) ed alcuni mercati emergenti come Brasile e Russia che confermano il buon imprinting estivo e chiudono il trimestre con progressi vicini al 10%. Molto stabile la crescita sull’azionario Usa che mantiene ad oggi una volatilità molto contenuta rispetto alle abitudini storiche. Sul lato settoriale prosegue il cammino rialzista dei Technology che, a livello globale, amplificano il sovra-rendimento verso il mercato da inizio anno (+26%) mentre nel trimestre Basic Material e titoli Energy recuperano forza trainati anche dal miglioramento dei prezzi del petrolio. Le banche centrali hanno spinto al ribasso per mesi il rischio prezzato sulle obbligazioni. I rendimenti dei governativi restano su livelli molto contenuti ed in tal senso l’attenzione degli investitori dovrebbe essere molto alta con un atteggiamento estremamente cauto in ottica prospettica, pensando in ogni caso all’impossibilità di controllo all’infinito del debito da parte delle autorità monetarie. Globalmente i mercati obbligazionari stanno iniziando a prezzare la fine delle misure di stimolo dell’economia ma riteniamo sia ancora sottostimata la misurazione delle reazioni dei “Bond people” quando i rendimenti si troveranno ad affrontare un ciclo sostenuto di rialzo. In tal senso qualche scricchiolio in più si è già visto a settembre con le indicazioni di salita tassi sia in Usa (+20bps sul decennale) che in area Euro (+10bps) che hanno colpito soprattutto la parte governativa mentre gli investimenti a spread sono risusciti a tamponare le flessioni.
Sul fronte valutario ancora occhi puntati soprattutto sull’Euro che, dopo gli ampi progressi, come evidenziato già in precedenza, sta iniziando a mostrare la naturale incapacità a sostenere tale crescita. Già a settembre si sono infatti registrati i primi recuperi generalizzati da parte in particolare di Dollaro e Sterlina, mentre, nonostante le tensioni nella vicina Corea del Nord, la valuta nipponica si mantiene sostanzialmente stabile.
La chiusura dell’anno sugli azionari si presenta, in termini di attese, con un’impostazione decisamente positiva e con prospettive a favore di un’accelerazione del processo di rivalutazione già in essere. Rimane nei giochi il rischio di questa asset class, dove non è certo azzerata la possibilità di qualche temporanea deriva ribassista ma le preoccupazioni in tal senso restano basse e, se si escludono gli impatti emotivi derivanti da un eventuale aumento della volatilità, riteniamo in questo contesto opportuno posizionarsi a favore del mercato. Molto prudenziale invece l’attesa sul comparto obbligazionario mentre riteniamo in iniziale sviluppo il percorso di indebolimento della valuta Euro nei confronti di Dollaro, Sterlina e Franco Svizzero.
Per il MESE DI OTTOBRE viene incrementata l’esposizione azionaria a livello complessivo.
Privilegiamo in particolare l’azionario Euro rispetto a Giappone e Stati Uniti tra le principali aree, con una focalizzazione in particolare su Italia e Germania. Confermata, seppur con un ridotto peso relativo, la base di investimento strategico sui mercati emergenti. A livello settoriale la selezione si concentra su Finanziari, Energy e Consumi Ciclici. Più prudente l’investimento su obbligazioni mentre aumenta l’esposizione valutaria extra euro.
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