Mercato azionario, riluttanza alla normalizzazione

Anne-Katrin Petersen - vice-president, global economics & strategy di Allianz Global Investors - ha segnalato che il 2021 è stato un anno positivo per le asset class rischiose come le azioni, ma ha avvertito che con l'arrivo dell'interno i mercati finanziari dovranno fare i conti con un contesto macroeconomico sempre meno favorevole.

"Un mix di fattori sempre più preoccupanti quali rallentamento della crescita persistenti pressioni inflazionistiche accresce le probabilità di temporanee battute d’arresto," ha segnalato la strategist. "A metà 2021 il PIL globale è tornato ai livelli pre-pandemia, ma nel terzo trimestre dell’anno la crescita mondiale ha deluso le attese attestandosi al 3-3,25% annualizzato. Al contempo, in ottobre negli USA, la prima economia al mondo, i prezzi al consumo sono saliti di un impressionante 6,2% anno su anno. Si tratta del tasso di inflazione più alto dal 1990. Di certo tale trend è ascrivibile in parte a fattori temporanei una tantum, ma le ragioni alla base dell’aumento dell’inflazione sono molteplici. Numerose banche centrali, tra cui la Federal Reserve, hanno iniziato a ridimensionare i piani di emergenza varati dallo scoppio della pandemia".

Al contempo, allo stato attuale tutti gli investitori professionali sembrano ancora propensi a correre rischi, come dimostra l'indagine sui gestori di fondi globali di Bank of America. Anne-Katrin Petersen ha concluso così: "Con ogni probabilità nel contesto odierno gli atteggiamenti prevalenti, vale a dire “TINA” (There Is No Alternative - non c’è alternativa ) e “FOMO” (Fear Of Missing Out - paura di perdere l’occasione), limitano il potenziale di ribasso. Sembra che gli investitori siano propensi a vedere ogni correzione come un’opportunità di acquisto (“Buy the dip”). Il 65% dei partecipanti all’indagine di Bank of America si attende un boom e il 61% ritiene che l’impennata dell’inflazione abbia carattere transitorio".