Mercato azionario, ritorno di interesse nelle prossime settimane?
I mercati azionari si avviano a chiudere il 2022 con performance decisamente negative, con una volatilità che si è ridotta nel corso del mese di ottobre.
di Redazione Soldionline 3 nov 2022 ore 10:40I mercati azionari si avviano a chiudere il 2022 con performance decisamente negative, con una volatilità che si è ridotta nel corso del mese di ottobre.
Cosa aspettarsi, quindi, negli ultimi due mesi dell’anno? Michele Morganti - Senior Equity Strategist di Generali Investments – ha segnalato che il posizionamento e la volatilità relativa delle azioni rispetto alle obbligazioni, oltre al riconoscimento dell’imminente debolezza economica da parte delle banche centrali, stanno fornendo alcuni motivi di ottimismo agli investitori e inducendo rialzi temporanei.
Sulla base di questa indicazione nell’analisi seguente lo strategist ha fornito alcune linee guida per strutturare gli investimenti nelle prossime settimane.
I dati di ottobre hanno rivelato un'inflazione più resiliente rispetto a quanto previsto in precedenza, tuttavia i mercati sono stati in grado di metabolizzare il dato. In particolare, l'indice dei settori più ciclici nell’Area Euro è cresciuto del +7,5%. In effetti, le banche centrali hanno iniziato a segnalare una futura debolezza economica in occasione degli ultimi rialzi dei tassi jumbo: l’orologio del ciclo economico sta avanzando e il pivot della Fed si fa più vicino.
Anche il posizionamento è fondamentale: rimane molto contenuto e probabilmente, in assenza di grandi eventi negativi sul fronte del credito, aiuta a spiegare una volatilità azionaria relativamente contenuta. Quest'ultima è scesa da 31,6 a 27,4 nel mese di ottobre e, soprattutto, è ulteriormente diminuita rispetto alla volatilità obbligazionaria rappresentata dall’indice MOVE. Il rapporto VIX/MOVE ha raggiunto il minimo dal 2020.
In sintesi, il posizionamento e la volatilità relativa delle azioni rispetto alle obbligazioni, oltre al riconoscimento dell’imminente debolezza economica da parte delle banche centrali, stanno fornendo alcuni motivi di ottimismo agli investitori e inducendo rialzi temporanei. Quest'ultimo, a nostro avviso, potrebbe però non essere sostenibile nel breve termine.
In effetti, il premio per il rischio USA non è oggi interessante, avendo raggiunto un minimo storico. Anche il settore Tech statunitense mostra segni di sopravvalutazione (30%) nonostante il calo del 30% dei prezzi da inizio anno. Il Price/Earning sembra troppo alto rispetto ai tassi reali e i più elevati spread creditizi rivelano un rendimento da dividendi molto meno interessante rispetto ai rendimenti BBB. In sintesi, le valutazioni non sono ancora confortevoli e, in teoria, richiederebbero che l'indice S&P scenda a circa 3.400 prima di ricominciare a sembrare interessante.
Inoltre, poiché anche gli utili sono molto probabilmente a rischio, riteniamo che la nostra posizione di sottopeso azionario sia giustificata a breve termine. Nel prossimo futuro potremmo diventare neutrali, se le banche centrali riconoscessero ancora di più la debolezza economica, o il mercato diventasse più conveniente e il rallentamento degli utili più visibile.
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