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Mercati, una questione di fiducia

Entrati nel vivo della strategia di uscita dal quantitative easing, i mercati si avviano verso una fase di grande incertezza che segue sei anni nei quali sono stati sostenuti dalla fiducia nell’appoggio delle Banche Centrali

di Redazione Soldionline 19 ott 2015 ore 11:48

A cura di Didier Saint-Georges, Managing Director e Membro del Comitato Investimenti di Carmiganc

Entrati nel vivo della strategia di uscita dal quantitative easing, i mercati si avviano verso una fase di grande incertezza che segue sei anni nei quali sono stati sostenuti dalla fiducia nell’appoggio delle Banche Centrali. Il mercato del credito inizia a deteriorarsi, complici il rallentamento economico globale - aggravato dal brusco ribilanciamento dell’economia cinese - e le pressioni deflazionistiche che lo accompagnano. Dagli Stati Uniti alla Cina e dall’Europa al Giappone, ciò di cui ha bisogno l’economia mondiale, tuttora sovraindebitata, è un’accelerazione della crescita economica potenziale. E questo è un punto sul quale le Banche Centrali si sono dimostrate impotenti. La costruzione dei nostri portafogli resta perciò estremamente prudente e concentrata sulle azioni a forte visibilità, inoltre, è stata aumentata l’esposizione ai Titoli di Stato a lunga  scadenza.

STRATEGIA DI INVESTIMENTO

winnerValute
Il mese scorso le principali valute mondiali – dollaro statunitense, euro, yen e sterlina inglese – non hanno subito importanti variazioni, le valute emergenti invece, che presentano fondamentali più deboli, hanno continuato a scendere. Nel solo mese di settembre, il real brasiliano si è svalutato di quasi il 10%. In questo contesto, il nostro posizionamento sui tassi di cambio, che privilegia le valute dei paesi sviluppati (l’euro in primis), risulta di conseguenza rafforzato. Le posizioni sell sulle valute emergenti più deboli hanno apportato un contributo positivo alla performance, e sono state mantenute.

Obbligazioni

Nel mese di settembre, i rendimenti dei titoli sovrani sono calati, sia per gli asset rifugio, quali i Titoli di Stato di Stati Uniti e Germania, che per i titoli obbligazionari europei dei paesi periferici. Durante il mese, la duration modificata della strategia globale è stata portata vicino ai livelli massimi consentiti, tramite il rafforzamento delle posizioni nei titoli governativi statunitensi. Questo posizionamento difensivo dovrebbe continuare a risultare vantaggioso, in un momento in cui i timori sulla crescita mondiale aumentano, e le pressioni deflazionistiche restano forti.

Azioni
Nel mese di settembre, i mercati azionari hanno proseguito la fase di ribasso iniziata in agosto, attestando il calo totale degli ultimi due mesi a oltre il dieci per cento. Nonostante la Cina sia stata l’epicentro di questa correzione, i mercati dei paesi sviluppati non si sono dimostrati più solidi rispetto a quelli dei paesi emergenti. Il Giappone e l’Europa hanno continuato a registrare performance tra le più deboli. In questo contesto la costruzione del portafoglio, equilibrata in termini geografici e imperniata su titoli di qualità, non ha subito grandi variazioni. Continuiamo a privilegiare società che presentano una crescita degli utili  scarsamente condizionata dal ciclo della crescita globale, con bilanci e/o capacità di generare flussi di cassa che risultano solidi. In questo  scenario di grande instabilità abbiamo mantenuto le coperture sui principali indici mondiali, per continuare ad avere tassi di esposizione molto bassi nei Fondi globali. A breve termine, la performance dei nostri Fondi dovrà pertanto essere sostenuta principalmente dallo stock picking.

Materie prime
Nel corso del mese, Carmignac Portfolio Commodities ha registrato una performance negativa, pur avendo sovraperformato l’indice di riferimento. In un contesto di forte volatilità sui mercati delle materie prime, il Fondo mantiene un livello di esposizione basso per un fondo azionario specializzato. Continuiamo a rafforzare alcune posizioni in modo selettivo, soprattutto nel settore dell’energia. La nostra view positiva sull’equilibrio tra domanda e offerta di petrolio a medio termine non è stata infatti compromessa dagli ultimi sviluppi economici, e questo ci induce quindi ad approfittare dei forti movimenti del mercato per rafforzare a basso costo il nostro posizionamento in titoli di qualità, le cui valutazioni non rispecchiano i fondamentali.

Fondi di Fondi
Mese deludente per i nostri Fondi di Fondi, il cui posizionamento difensivo non ha consentito di controbilanciare le flessioni dei Fondi sottostanti. A fine mese, i tassi di esposizione sono tuttavia rimasti a un livello moderato. La caratteristica della costruzione del portafoglio, a classi multi-asset, sarà indispensabile per riuscire a superare questa fase difficile e volatile dei mercati. All’interno dei nostri Fondi di Fondi questa caratteristica si concretizza in una maggiore esposizione allo yen  giapponese, per la sua connotazione di moneta rifugio.

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