Mercati, schiarite tra le nuvole
Di fronte all’incertezza dell’economia, la FED rimane legata all’evoluzione dei dati macro. La probabilità di un rialzo dei tassi a giugno è minima
di Redazione Soldionline 17 mag 2016 ore 10:38A cura di Cassa Lombarda
Eurozona: “Positivo ma non cambia il quadro” – il Pil del 1° trimestre è cresciuto meno di quanto inizialmente stimato, anche se il recupero è stato il più veloce nel corso dell’ultimo anno. Tra le cause: le performance della Germania e dell’Italia ma anche l’economia olandese. Le altre economie potrebbero essere meno dinamiche. Il contesto globale è sensibilmente peggiorato rispetto al 1° trimestre e l’incertezza è più elevata.
Sulla base di PMI, produzione industriale e fiducia delle imprese, la crescita rallenterebbe nel 2° trimestre, in particolare per la debolezza dei paesi emergenti e per la diminuzione dei benefici derivanti dal petrolio e dall’Euro bassi nel periodo precedente. Di fatto, la crescita sarà alimentata principalmente dai consumi privati e pubblici, che beneficiano di lievi aumenti dell'occupazione, aumenti salariali, bassa inflazione, bassi tassi di interesse e impatto delle spese per i profughi. Le divergenze emerse all’interno del blocco Euro sottolineano la sfida per la BCE, che deve stimolare la crescita non uniforme tra le 19 nazioni e rilanciare l’inflazione. Due eventi spiccano in settimana: mercoledì l’inflazione (lettura finale) e giovedì la BE pubblicherà i verbali di aprile.
USA: “vendite in ripresa” – con le finanze delle famiglie più sane, l’indebitamento ridotto e i maggiori risparmi, il consumatore sembrerebbe avere più mezzi per aumentare la spesa nonostante l’aumento dei prezzi della benzina e la moderazione della crescita di posti di lavoro. Dopo un inizio 2016 deludente, questo aiuterà i profitti delle aziende. L’aumento delle vendite al dettaglio, della fiducia dei consumatori, nonché l’aumento del salario orario in aprile, obbligheranno la Fed a tenere ancora viva la possibilità di un rialzo tassi nei prossimi mesi. D’altro canto il calo di alcuni indici (PMI, ISM), delle assunzioni mensili e l’aumento dei sussidi, daranno manforte alle “colombe” con un’impostazione ancora attendista.
Di fronte all’incertezza dell’economia, la FED rimane legata all’evoluzione dei dati macro. La probabilità di un rialzo dei tassi a giugno è minima, in considerazione della vicinanza alla riunione del 15 giugno del referendum sulla Brexit (23 giugno). Questo mercoledì il verbale della FED dovrebbe segnalare che non si sente sufficientemente sicura per un aumento in tempi brevi, anche se è meno preoccupata per i rischi per l’economia. L’inflazione (martedì) è prevista in leggero recupero. Giovedì parla il presidente della Fed di NY William Dudley (votante, colomba).
Cina: “dati misti” – la bilancia commerciale ravviva i timori per la salute dell’economia mentre l’inflazione indica una stabilizzazione che potrebbe continuare nel 2° trimestre. L’attuale tendenza di crescita del credito rallenta sotto gli sforzi delle autorità per frenare la crescita del debito e affrontare i problemi strutturali dell’economia. La Banca Centrale è ora attendista nella valutazione degli effetti reali degli stimoli passati prima di deciderne altri eventuali ulteriori.
Giappone: “Bank of Japan in verifica sui tassi negativi” – Il credito bancario ad aprile è aumentato e il surplus delle partite correnti a marzo è al massimo da marzo 2007, complice la discesa delle importazioni di greggio. Secondo il verbale di aprile della BoJ alcuni esponenti hanno evidenziato l’opportunità di allargare ulteriormente lo stimolo monetario, dovesse risultare necessario per centrare il target d’inflazione. Per essere in grado di valutare gli effetti dell’introduzione di tassi negativi è necessario più tempo: ad aprile è stato dunque deciso di non procedere con nuove misure. Mercoledì il PIL 1° trimestre dovrebbe mostrare un modesto miglioramento.