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Mercati in attesa di Jackson Hole

Secondo Andrea Delitala e Marco Piersimoni Mario Draghi potrebbe offrire indicazioni di politica monetaria soprattutto alla luce dei recenti movimenti dell’euro

di Redazione Soldionline 22 ago 2017 ore 09:43

L'appuntamento principale della settimana (e probabilmente di tutto il mese di agosto) sui mercati finanziari è quello relativo al simposio dei banchieri centrali che si tiene ogni anno a Jackson Hole.
In particolare, sono attese le dichiarazioni della numero uno della FED, Janet Yellen, e quelle di Mario Draghi. Secondo Andrea Delitala (Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management) e Marco Piersimoni (Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management) il numero uno della BCE "potrebbe offrire indicazioni di politica monetaria soprattutto alla luce dei recenti movimenti dell’euro".
I due esperti provano ad anticipare quali saranno le indicazioni di Janet Yellen e di Mario Draghi.

 

STRATEGIA

bce-sedeL’appuntamento chiave del mese di agosto è il simposio dei banchieri centrali a Jackson Hole (24-26 agosto): Draghi potrebbe offrire indicazioni di politica monetaria soprattutto alla luce dei recenti movimenti dell’Euro. In seguito a un movimento di quasi 10 punti percentuali, le prospettive d’inflazione dell’eurozona rischiano di essere riviste al ribasso di diversi decimali, riportandole pericolosamente a ridosso di quota 1% nel 2018. In tal caso, riteniamo che la BCE sarà pronta a mettere in dubbio l’uscita dal QE, la cui comunicazione è attesa dal mercato durante i prossimi mesi. La Fed dovrebbe procedere gradualmente al rialzo dei propri tassi di riferimento, e potrebbe creare condizioni avverse agli attivi rischiosi nel momento in cui comincerà a ridurre il proprio attivo di bilancio interrompendo il reinvestimento automatico di cedole e proventi del proprio portafoglio titoli.
Un altro evento potenzialmente pericoloso (in aggiunta alle tensioni geopolitiche) è rappresentato dall’impasse politica a Washington: il raggiungimento del limite di debito emettibile al governo è previsto per settembre, e in assenza di un accordo sarà necessario il taglio di spese dell’amministrazione pubblica, la chiusura di uffici governativi e, nel caso estremo, di un default sui titoli di stato americani.

 

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