Mercati in attesa degli utili USA
Il clima che si respira, sui mercati internazionali, è di attesa: si aspetta di vedere chi farà la prima mossa, tra Borse, tassi, valute e materie prime
di Redazione Soldionline 9 apr 2015 ore 09:16Commento giornaliero di www.recce-d.com
I TEMI DEL GIORNO
1. Waiting game. Il clima che si respira, sui mercati internazionali, è di attesa: si aspetta di vedere chi farà la prima mossa, tra Borse, tassi, valute e materie prime. Nei primi due giorni della settimana si è mosso il petrolio, ed anche ieri solo il dato per le scorte di petrolio, che ne ha fatto scendere il prezzo di 2$, ha funzionato da catalista, il driver che fornisce la direzione. Per il resto, calma piatta: i mercati sono in attesa. Di cosa? Forse degli utili USA, forse di altri dati macro dopo la disoccupazione di venerdì scorso. In ogni caso, la tensione si tocca con mano [importante per: equity e obbligazioni (globale)].
2. Economia in EU. Due dati ieri hanno raffreddato l’entusiasmo sulla “ripresa” in Eurozona. Prima gli ordini all’industria in Germania, che (come si vede sotto nel grafico) per il momento non mostrano alcuna tendenza o trend, e che fanno segnare -0,9% in febbraio dopo un -2,6% di gennaio. Poi, e soprattutto, le vendite al dettaglio in Europa: gli ottimisti si aspettano molto dalla spesa dei consumatori, in Europa, ma il dato di febbraio fa segnare un calo sul mese precedente. Il dato anno su anno, comunque, resta un +3% [importante per: equity e obbligazioni (Eurozona)].
3. La stagione delle trimestrali è partita. Il dato di Alcoa ha confermato la tendenza già vista nei trimestri precedenti: utili che (in qualche modo) escono sopra le attese, ma ricavi nettamente al di sotto delle attese. Nel dopo mercato, il titolo perdeva circa il 3%. [importante per: equity (US)]
L'OPERATIVITA'
Obbligazioni: che fare? Per chi oggi ha in portafoglio soprattutto obbligazioni, la situazione diventa ogni giorno più difficile, a causa il calo drammatico dei rendimenti e delle cedole, che nel grafico sotto è rappresentata in modo molto efficace: nel grafico potete leggere la percentuale di titoli in circolazione, emessi nei diversi Paesi della EU, che offrono rendimenti negativi. Come vedete, si va dalla Germania e i Paesi simili, dove si sfiora il 50%, fino al 30% della Francia, per arrivare poi ad Italia, Irlanda Spagna e Portogallo, Paesi dove, almeno per il momento, la soglia dello ZERO non è ancora stata superata al ribasso. In questa situazione, che senso ha detenere obbligazioni? Chi tiene in portafoglio obbligazioni si accolla tutto il rischio di un eventuale calo dei prezzi (inflazione, credito, eccetera), senza ricevere alcuna remunerazione dalla cedola. Da qui il fenomeno della “rincorsa dei rendimenti” che spinge molti investitori, ma soprattutto i gestori del Fondi Comuni, ad avventurarsi in acquisti di carta di bassa e bassissima qualità. E’ possibile costruire un portafoglio alternativo alle obbligazioni, capace quindi di proteggere il patrimonio ma allo stesso tempo di generare un rendimento assoluto di alcuni punti percentuali? Proveremo a rispondere domani, con i nostri suggerimenti operativi, che sono quelli che spiegano le scelte fatte sul nostro portafoglio modello.
L'ANALISI
Cina nel “New Normal”? Come abbiamo scritto negli ultimi due giorni, la situazione economica in Cina è peggiorata, ed il Governo la ha definita “New Normal”. Ma c’è poco di normale se guardiamo alla Borsa, ed in particolare nel comparto della tecnologia cinese. La media dei rapporti P/E tra prezzo ed utile, nel settore tecnologia, oggi viene stimato a 220, ed al confronto le valutazioni del Nasdaq nel 2000 sembrano impallidire. Al tempo della bolla dot.com negli USA, infatti, si toccò un massimo di 156. Nei due grafici qui sotto, proponiamo le valutazioni correnti di alcuni titoli della tecnologia cinese: i nomi più conosciuti in Occidente. Come si vede, i rapporti P/E in questi casi oscillano tra 20 e 60: il vero rischio, dunque, sta nelle medie e piccole capitalizzazioni, dove si raggiungono oggi prezzi e valutazioni da capogiro. Domani vedremo di capire che cosa c’è alla base di questo fenomeno.