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Mercati finanziari verso una fase di consolidamento?

“In Europa, in particolare, non va dimenticato che oltre all’azionario e ai bond si è rafforzato anche l’euro”, ha segnalato Alessandro Fugnoli – Strategist di Kairos

di Redazione Soldionline 25 gen 2023 ore 11:29

Le prime settimane del 2023 sono state caratterizzate da buone performance per i mercati azionari. “In Europa, in particolare, non va dimenticato che oltre all’azionario e ai bond si è rafforzato anche l’euro”, ha segnalato Alessandro Fugnoli – Strategist di Kairos - nel suo podcast “Al 4° piano”.

Secondo lo strategist il rialzo è giustificato, ma la sua stessa velocità e intensità richiederebbero ora una pausa di consolidamento, in quanto le ragioni che invitano a una certa prudenza per la prossima fase sono numerose.

Sulla base di queste indicazioni nell’analisti seguente Alessandro Fugnoli fornisce alcuni suggerimenti su come gestire la strategia di investimento nei prossimi mesi.

 

obbligazioni-mercato-monetarioIl rialzo dei mercati azionari, in particolare di quelli europei, dura ormai da poco meno di quattro mesi. Il 2022, che sembrava destinato a entrare nella storia come un anno disastroso, si è chiuso come un quasi normale anno negativo e quello che verrà ricordato è piuttosto il fatto che i bond, invece di compensare il ribasso azionario, sono scesi a loro volta.

Il 2023, dal canto suo, è partito nel modo più brillante che si potesse immaginare. In Europa, in particolare, non va dimenticato che oltre all’azionario e ai bond si è rafforzato anche l’euro.

Il rialzo ha avuto solide ragioni. La più importante, naturalmente, è la discesa dell’inflazione, ampia e più veloce del previsto. La seconda ragione è la buona tenuta di gran parte degli indicatori economici, tra cui spicca il mercato del lavoro. Poi è sopraggiunta la svolta cinese sul Covid, accompagnata da misure di sostegno al settore immobiliare, da un’attenuazione dei controlli politici sul settore privato e da un’imminente ripresa dei consumi e del commercio con l’estero. In Europa è poi arrivato un inverno sorprendente mite, che ha permesso una riduzione ordinata dei consumi energetici senza i temuti blackout che un clima più rigido avrebbe reso inevitabili. Il prezzo globale dell’energia, di conseguenza, ha continuato a scendere e ha dato a sua volta un contributo importante al contenimento dell’inflazione.

Queste sorprese positive hanno poi trovato un mercato azionario che si stava invece preparando a entrare in una fase recessiva e che era quindi scarico e psicologicamente provato. Il posizionamento e il sentiment hanno così contribuito a un recupero che ben pochi si attendevano in queste proporzioni.

Il rialzo, dunque, è giustificato, ma la sua stessa velocità e intensità richiederebbero ora una pausa di consolidamento.

Al di là degli aspetti tecnici, in ogni caso, le ragioni che invitano a una certa prudenza per la prossima fase sono anch’esse numerose. L’inflazione si è sgonfiata, certamente, ma rimane ancora visibile nei servizi e nel mercato del lavoro. Questo indurrà le banche centrali, confortate dall’andamento ancora moderatamente positivo dell’economia, a proseguire sulla linea della fermezza.

Il rialzo dei tassi ha cominciato a raffreddare l’economia, ma non è ancora entrato nella sua fase restrittiva, che sta per iniziare. L’obiettivo massimo delle banche centrali è quello di fermare completamente l’inflazione senza provocare una recessione, ma un rallentamento ulteriore della crescita da qui alla fine dell’anno sarà difficile da evitare, in particolare negli Stati Uniti.

Con l’inflazione in discesa, d’altra parte, sarà più difficile per molte imprese continuare a gonfiare ricavi e profitti alzando i prezzi dei loro prodotti, mentre i costi manterranno la loro traiettoria di crescita, in particolare il costo del denaro e quello del lavoro. Ci sarà quindi una certa pressione sui margini che i mercati, fino a questo momento, hanno incorporato poco nei prezzi.

Detto questo, l’indicazione non è quella di alleggerire in attesa di chissà quale ripiegamento, ma è piuttosto quella di distribuire gli acquisti in attesa della ripresa ciclica dell’anno prossimo, lungo tutto il 2023, evitando di inseguire per forza il rialzo di questo gennaio.

L’anno insomma è ancora lungo e offrirà vari momenti di entrata favorevoli. Evitiamo quindi di farci ingolosire troppo da questa fase positiva e conserviamo una quota di liquidità da impiegare gradualmente nel corso dei prossimi mesi.

 

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