Mercati azionari, occhio ai quattro fattori avversi al ritorno del Toro
di Redazione Lapenna del Web 9 feb 2022 ore 09:55 Le news sul tuo SmartphoneSecondo Peter van der Welle - strategist del team Multi Asset di Robeco - nelle prime settimane del 2022 l'azionario USA ha subito una flessione a doppia cifra per paura che i valori costantemente elevati dell’inflazione potranno costringere la FED a un più aggressivo aumento dei tassi.
"In genere," spiega van der Welle, "di fronte a una significativa oscillazione dei mercati, gli investitori sono tentanti di rientrare quando i prezzi sono più bassi. Ma è meglio essere prudenti, visti i quattro fattori avversi che si frappongono alla ripresa del trend rialzista".
"Il problema principale rimane l'inflazione," evidenzia lo strategist, "che si è impennata per colpa delle carenze di fornitura registrate al termine dei lockdown anti Covid-19 e con l’aumento dei prezzi dell’energia, riducendo drasticamente il potere d’acquisto di aziende e consumatori".
Il secondo rischio, invece, secondo van der Welle è che "la fine della pandemia e la riapertura del settore dei servizi riducano la domanda di beni di consumo durevoli, tra cui elettrodomestici e automobili".
Da considerare inoltre le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina, precisa van der Welle, "anche se gli investitori farebbero meglio a guardare il valore dei credit default swap (CDS), piuttosto che i 100.000 soldati russi stanziati al confine ucraino".
Quarto e ultimo rischio, difficile da controllare, è quello correlato alla correzione di gennaio dei mercati, ovvero una FED che - secondo van der Welle - si è dimostrata meno favorevole ai mercati.
L'eserto ritiene che i mercati azionari sapranno gestire un ulteriore aumento dei tassi di interesse reali e quindi adattarsi alla nuova realtà, finché i tassi di crescita dei mercati sviluppati supereranno il trend. "Anche se comprare ai minimi non è più facile come una volta, questa correzione non preannuncia la fine della fase di rialzo dell'azionario, né decreta la scadenza del fenomeno TINA (There is No Alternative)", ha ipotizzato Peter van der Welle.
In conclusione, lo strategist evidenzia come gli attuali parametri di valutazione relativa invitano alla prudenza, perché il rischio di ribasso è in crescita, nonostante la storia insegna che a questi livelli i titoli azionari tendono a sovraperformare le obbligazioni. "Per i prossimi 12 mesi, rimaniamo ottimisti sull’azionario e ne confermiamo la posizione leggermente sovrappesata nei portafogli multi-asset", ha suggerito Peter van der Welle.
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