Mercati azionari, opportunità per gli stock picker
Su un orizzonte a dodici mesi avremo quindi ancora rendimenti azionari non superiori, nel migliore dei casi, alla singola cifra?
di Redazione Soldionline 8 mar 2016 ore 10:43A cura di Henning Gebhardt, Global Head of Equities di Deutsche AM
Il 2016 è iniziato male per gli investitori. I timori per il rallentamento della crescita cinese e per le conseguenze del calo del petrolio sull’economia globale hanno innescato un sell-off sui mercati azionari nelle prime settimane dell’anno. Inizialmente il nostro scenario di base per il 2016 non aveva previsto un calo del petrolio al di sotto dei 30 euro al barile, pertanto abbiamo ridotto in media del 5% i nostri target di fine anno per le quotazioni azionarie. Nonostante ciò, confidiamo comunque che alla fine del 2016 i prezzi saranno moderatamente più elevati rispetto ai livelli di fine dicembre 2015.
Su un orizzonte a dodici mesi avremo quindi ancora rendimenti azionari non superiori, nel migliore dei casi, alla singola cifra? Nel 2015 solo i dividendi hanno consentito all’indice S&P 500 di riportare un rendimento complessivo marginalmente positivo, quindi nel complesso l’anno scorso è stato un anno “noioso” e deludente per gli investitori abituati ai rendimenti a doppia cifra degli anni precedenti. Ma le azioni sono diventate davvero meno interessanti?
I dati aggregati possono risultare ingannevoli. Il rendimento dei singoli titoli continuerà a dipendere non solo dalla situazione economica complessiva, me anche dal successo delle aziende. La lotta per accaparrarsi quote di mercato, l’uscita forzata di singoli player a causa di acquisizioni ostili e amichevoli, le difficoltà di ristrutturazione o il lancio di prodotti nuovi e innovativi: in sostanza si tratta di questo.
Queste dinamiche molto granulari vengono alla luce solo analizzando nel dettaglio l’andamento degli indici. Nel 2015 il rendimento complessivo dei titoli vincenti e perdenti dell’indice S&P 500 ha oscillato tra +140% e -78%. Tra i vincenti figurano i nuovi settori media e tecnologie, mentre i titoli legati alle materie prime hanno subito i maggiori ribassi. Il 2016 potrebbe evidenziare un’analoga dispersione dei rendimenti.
Gli investitori più esperti potranno trarne vantaggio se saranno in grado di rispondere correttamente a domande come queste: i bassi prezzi delle materie porteranno a un consolidamento e a una ripresa del potere d’acquisto? Quale società farmaceutica compirà i maggiori progressi nello sviluppo di farmaci contro l’Alzheimer? Quali sono i principali fornitori di nuove tecnologie, quali televisori OLED e sistemi elettrici a 48 volt per le automobili? Quale banca è pronta per il fintech? Una concorrenza efficace implica un’aspra battaglia per conquistare quote di mercato.
Chi si ferma è perduto. Nonostante il difficile inizio, anche per quest’anno il grido di battaglia sarà: stock picker, al lavoro!